Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2022  marzo 28 Lunedì calendario

Ecco che fine ha fatto Paolo Vallesi

Dischi d’oro e di platino, hit in cima alle classifiche (trent’anni fa usciva La forza della vita, la sua canzone-manifesto, 500 mila copie vendute nel 1992), bagni di folla, poi una crisi profonda dalla quale il cantautore fiorentino sarebbe riemerso solamente nel 2019, rimettendosi in gioco insieme ad altre vecchie glorie del pop italiano a Ora o mai più. Vincendolo.
Quando Paolo Vallesi, 57 anni, partecipa al talent di Rai1 condotto da Amadeus, gli spettatori non possono sapere che sta combattendo contro un male più oscuro dell’oblio: un cancro all’intestino che gli è stato diagnosticato poco prima del programma. Oggi ne parla al passato. La sua rinascita personale e si spera anche artistica Vallesi la affida al nuovo album (doppio) IoNoi, il primo dopo cinque anni (accompagnato da un docufilm), che contiene inediti e duetti con amici come Gianni Morandi, Masini, Pieraccioni.
Bentornato al coraggio che credevo perduto, canta nella canzone che apre il disco: «L’ho scritta proprio nel periodo della malattia», dice. È quella che aveva presentato ad Amadeus per Sanremo?
«Sì. Mi ha detto: Mi piace. Non propormi altro, perché questa tua candidatura la trovo onorevole».
Però non l’ha presa.
«Ci sono delle logiche nelle quali non sono rientrato. Non credo si sia trattato di antipatia personale o di problemi legati al pezzo, che era piaciuto».
A Sanremo è davvero il direttore artistico di turno a scegliere?
«Dipende dalle varie edizioni. Credo che Amadeus dopo il primo anno abbia avuto più potere decisionale. A Carlo Conti, di cui sono amico, ho fatto questa domanda un centinaio di volte e non ho mai ricevuto una risposta».
Quando vinse Ora o mai più, nel 2019, si parlò di presunti favoritismi nei suoi confronti proprio in virtù della sua amicizia con Conti, che ha ideato il format. Si è sentito toccato?
«Nessun favoritismo: Carlo ha fatto Sanremo per tre anni di fila e non mi ha mai invitato».
Però nel 2017 lei e Amara partecipaste come ospiti con Pace (contenuta nel disco di duetti Noi).
«Ma non ci prese in gara. Spero di aver meritato la vittoria di Ora o mai più senza alcun tipo di aiuto».
Non ne ho parlato per avere successo, ha detto, riferendosi al cancro, di cui ha scoperto di soffrire prima di entrare nel programma: cosa voleva dire?
«Non volevo fare del vittimismo: avrebbe falsato la gara. Ho deciso di comunicarlo sei mesi dopo».
Ha apprezzato la comunicazione di Fedez?
«Molto. Chi l’ha criticato è ignobile. Ha sensibilizzato su un tema considerato ancora oggi tabù».
Le parole della sua canzone più nota, La forza della vita, le sono servite in quel periodo?
«Sì. Quella è una canzone che prima ho scritto e poi ho vissuto. Mi ci sono aggrappato nei momenti più difficili. Nel disco di duetti la canto con Morandi: l’abbiamo incisa mentre si stava riprendendo dall’incidente alle mani. In studio si è commosso».
Il tumore è definitivamente sconfitto?
«Oggi ne parlo al passato, facendo gli scongiuri. La fortuna è stata quella di averlo preso per tempo. Non sarà quello a rompermi i coglioni della vita (ride)».