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 2022  marzo 28 Lunedì calendario

Love bombing, quando l’amore è tossico

Mazzi di rose rosse per il primo mese di fidanzamento, cene romantiche al lume di candela, un weekend di coccole e in un hotel con la Spa, telefonate della buona notte e videochiamate per il buongiorno. Chiunque in una storia d’amore, vorrebbe sentirsi al centro dell’attenzione della persona amata. E nei mesi in cui il corteggiamento diventa una relazione seria, spesso è fisiologico che tra i due partner ci sia intesa, passione e voglia di stupire. Ma se dopo alcuni mesi, quando ormai la storia d’amore è consolidata, le attenzioni dell’altro o dell’altra si fanno sempre più pressanti, quello è il primo campanello d’allarme del love bombing, un fenomeno che gli psicologi descrivono come una sorta di amore tossico, con cui il partner maschera un disturbo narcisistico di gravità variabile.
LA RICERCATRICE
Ad usare questo termine per la prima volta è stata una psicologa americana, Margaret Thaler Singer, docente all’Università di Berkeley dal 1964 al 1991, che ha passato la sua vita professionale a studiare situazioni di fragilità mentale e schizofrenia. Nel libro Cults in our minds scritto nel 1995 coniò la definizione di love bombing, descritto come «processo di mostrare amicizia e interesseper sommergere neofiti di lusinghe, seduzione verbale, contatti corporei non sessuali ma carichi di affetto, e molta attenzione verso qualsiasi osservazione venga fatta. Il love bombing – o offerta istantanea di compagnia – è uno stratagemma ingannevole usato da molti reclutatori di successo». Così scriveva la psicologa di Berkeley, non riferendosi propriamente alle relazioni sentimentali. Infatti la specialista, nel suo libro, descriveva il love bombing, come un insieme di strategie di manipolazione emotiva e affettiva con cui i leader di alcune sette religiose attiravano i loro adepti, proprio perché episodi di love bombing possono verificarsi anche in famiglia, nelle relazioni tra amici e persino sul posto di lavoro. Di fatto è una tecnica manipolatoria che prevede un predatore ed una vittima, che nel caso del corteggiamento amoroso, assume una connotazione patologica, praticato da persone con disturbo narcisistico o disturbo di personalità borderline che sfruttano le fragilità dell’altro (indifferente che sia uomo o donna) fingendo di gratificarlo, perché il vero obiettivo è compiacere la propria personalità, il proprio narcisismo.
Diversi studi psicologici hanno sottolineato che le persone più soggette a cadere nella trappola del narcisistica clinico, quindi del love bombing, sono quelle con una bassa autostima, persone rese fragili da traumi sentimentali precedenti, che ripongono nell’altro tutta la loro stima. Di solito, in una storia d’amore di questo tipo, la vittima sviluppa una sorta di dipendenza affettiva, che nel momento in cui la relazione viene troncata, può avere conseguenze pesanti dal punto di vista psicologico. Chi viene lasciato, si sente abbandonato, dopo un periodo più o meno lungo di esaltazione, si sente privo di valore, del tutto svalutato, motivo per cui può vivere momenti di vuoto depressivo e sviluppare ansia.

DUE TIPOLOGIE
Ma se gran parte di chi pratica il love bombing lo fa in modo inconsapevole e senza l’intenzione di fare del male all’altra persona, perché lui (o lei) stesso vittima di un disturbo narcisistico clinico non diagnosticato e curato, diverso invece è il caso del predatore affettivo seriale, a cui bisogna prestare molta attenzione, che aggancia solitamente chi cerca l’amore usando i social, come ben documentato dal recente film di Netflix, Il truffatore di Tinder, che racconta la storia vera di un uomo che bombardava di attenzione le donne, solo per truffarle e trarne vantaggio economico.