La Stampa, 28 marzo 2022
Le cicogne innamorate
Non avranno il vantaggio poetico della gabbianella di Luis Sepulveda o del gabbiano Jonathan Livingston di Richard Bach, e forse nemmeno location così ricercate, ma le cicogne (vere) di Sala Consilina sono entrate anche loro nel mito. E da quest’anno sono diventate anche un simbolo di speranza: nulla le ha distolte dalla serenità della loro missione, né i conflitti bellici su vasta scala, né la grande pandemia, né il crescente e devastante inquinamento atmosferico. Hanno disteso le loro grandi ali (oltre due metri di apertura) e come accade regolarmente da 27 anni a questa parte hanno volato per migliaia di chilometri per tornare (per ora solo il maschio ma presto sarà raggiunto dalla femmina) in quell’angolo di Campania che hanno scelto come nido d’amore, esattamente su un traliccio Enel dell’alta tensione.
Puntuale come la primavera, la coppia di cicogne bianche costituisce ormai la fiaba più famosa e più bella del Vallo di Diano, un evento atteso dai bambini e anche dagli adulti, specie quelli che si preoccupano di garantire la sicurezza e la tranquillità di questi splendidi uccelli migratori: «Sorvegliamo la zona anche per tenere lontano qualche male intenzionato», spiegano i volontari dell’Ataps, che temono bracconieri e vandali. Nella primavera del 1996 furono proprio i giovani dell’associazione ambientalista, increduli ed emozionati, ad avvistare per primi un esemplare in volo in una zona poco distante dal fiume Tanagro. Uno spettacolo e una sorpresa – nessuno ricordava niente del genere – che si fecero meraviglia quando ci si rese conto che si trattava di un maschio che stava preparando la dimora per la sua compagna. E a lasciare senza parole fu pure la scelta del pilone del sistema elettrico, non solo poco romantica ma pure a rischio (per l’alta tensione), anche se perfettamente comprensibile (la stabilità e l’altezza della struttura sono una garanzia per la protezione dei piccoli).
La notizia fece il giro del mondo anche perché i dati della storiografia faunistica confermavano le prime impressioni: da molto tempo non si registravano avvistamenti di cicogne bianche in Campania. E del resto in tutto il Paese erano scomparse per secoli, sin dal Seicento. Un autentico evento, una grande emozione – anche per il presidente del Wwf Grazia Francescato che volle vedere con i suoi occhi il metallico nido – per i cuori dei più sensibili: con ammirevole prontezza i vertici dell’Enel fecero isolare l’intera linea per evitare il pericolo di folgorazione. In seguito, va detto, l’azienda è intervenuta ancora – anche su altri tralicci in diverse regioni, compreso il Piemonte – provvedendo sia all’isolamento dei cavi sia alla realizzazione di griglie di sostegno per rendere più stabili i ricoveri degli uccelli (che in qualche caso erano stati danneggiati o distrutti da bufere di vento).
Simbolo di pace e di concordia, come rimarcava l’alchimista e astrologo Agrippa von Nettesheim, simbolicamente legate alla figura della Grande Madre, le cicogne effettuano viaggi migratori lunghi migliaia di chilometri tra l’Africa e l’Europa. La coppia "salernitana", come le altre, dopo una cova di circa 30 giorni darà alla luce i piccoli (tre l’anno scorso sono), con i quali ad agosto ripartirà alla volta della fascia Subsahariana. Anche se gli studiosi hanno notato che negli ultimi anni, presumibilmente per via dell’innalzamento delle temperature, molti esemplari hanno mutato le loro abitudini migratorie, e trascorrono l’inverno nei luoghi di nidificazione, perlopiù in Spagna.
Quali che siano le tappe del loro viaggio, è sufficiente assistere allo spettacolo del loro volo per capire perché siano considerate sempre e comunque un buon segno, una speranza di futuro migliore, e non solo perché simbolo di nuove nascite. Del resto, come ebbe a dire Theodor Fontane: «Le cicogne, grazie al loro istinto sottile, sanno sempre se qualcosa regge o sta per crollare». Molto prima dello scrittore e poeta tedesco, tra gli autori antichi, il bianco uccello era tenuto in grandissima considerazione anche sulla base di una tradizione di origine egizia: erano venerate perché si voleva che nutrissero i propri genitori divenuti anziani.
Oggi come ieri, dunque, nessuno disturbi le cicogne. Al massimo si può andare nel Vallo di Lauro e percorrere il "Sentiero della Cicogna bianca", una passeggiata facile e di notevole rilevanza faunistica e ambientale che permette di raggiungere agevolmente il punto di avvistamento, da dove si potrà ammirare il particolare habitat naturale (l’umida pianura solcata dal fiume Tanagro) scelto da questi splendidi esemplari che hanno fatto tornare il sorriso a tanti abitanti della zona. E non solo a loro.