la Repubblica, 28 marzo 2022
Sondaggio sui leader mondiali: vince von Der Leyen
L’immagine dei leader stranieri percepita dagli italiani, in questa fase segnata dalla guerra, è significativa. Perché riassume valutazioni, emozioni e, al tempo stesso, attese. Questa rappresentazione, proposta da un’indagine recente di Demos, riflette solo in parte le opinioni nei confronti dei Paesi, che abbiamo presentato la scorsa settimana. Perché gli Stati non sono “personalizzati”. Comunque, non allo stesso modo. In questo caso, peraltro, è determinante lo scenario in cui opera la politica internazionale. Insieme ai suoi protagonisti. Uno scenario di guerra. Nel quale, comprensibilmente, le figure più importanti ed evidenti sono i Presidenti dei Paesi coinvolti. O meglio: “più” coinvolti. Volodymyr Zelensky e Vladimir Putin. Per ragioni opposte. Per questo, si pongono su posizioni opposte, nella percezione dei cittadini. Zelensky è il Presidente più apprezzato (con un’eccezione, che preciseremo più avanti). Valutato positivamente da oltre metà dei cittadini: 53%. Mentre Vladimir Putin, al contrario, raccoglie una quota minima di consensi. L’8%. È il gioco dei ruoli interpretati in questa vicenda drammatica. Insieme ai loro Paesi. L’aggressore e l’aggredito. È interessante e significativo rilevare come, giusto un anno fa, Putin fosse apprezzato da oltre il 40% degli italiani. E, dunque, valutato come uno dei migliori. A differenza di oggi. Quando recita la parte dell’aggressore, che ha invaso un Paese e massacrato il suo popolo. E, al tempo stesso, minaccia la pace e la sicurezza degli altri Paesi e degli altri popoli. Europei. Gli altri leader considerati vengono guardati con un certo disincanto. Comunque, suscitano minore attenzione. E attrazione. In particolare, il Presidente degli USA, Joe Biden. Un anno fa risultava molto più apprezzato. Guardato con favore dal 58% degli italiani. Mentre oggi è sceso (crollato) al 36%. Per alcune ragioni, comprensibili. L’anno scorso era neo-presidente. Si era imposto su Trump e aveva affrontato l’assalto a Capitol Hill. Una sfida alla democrazia. Quest’anno, invece, deve fare i conti con problemi seri. Sul piano interno. E internazionale. Lo stesso viaggio a Varsavia, dei giorni scorsi, potrebbe aver complicato la sua “missione”. E la sua immagine. Le minacce e le offese indirizzate a Putin, infatti, hanno creato imbarazzo anche fra gli alleati. E, forse, ne hanno oscurato ulteriormente il profilo, agli occhi degli italiani, rispetto a quanto rilevato in questo sondaggio, condotto in precedenza.
Tuttavia, non vi sono altri leader europei che ne abbiano preso il posto. Divenendo riferimenti credibili e creduti. Boris Johnson, in particolare, ha perduto consensi, in Italia. Non era molto apprezzato neppure prima. Difficile possa esserlo dopo che, nei giorni scorsi, ha accostato la lotta del “popolo ucraino“al desiderio di libertà del “popolo britannico” che ha votato per la Brexit. Più credibile, agli occhi degli italiani, appare il Presidente francese, Emmanuel Macron, che nelle prossime settimane affronterà le elezioni presidenziali, alla ricerca della ri-conferma. Mentre il Cancelliere federale tedesco, Olaf Scholz, risulta poco popolare, fra gli italiani. Tanto più se confrontato con Angela Merkel. L’ex Cancelliera, infatti, solo un anno fa, veniva valutata positivamente da oltre il 60% degli italiani. Tuttavia, è dubbio che oggi otterrebbe un consenso analogo, visti i solidi rapporti instaurati, nel corso del suo mandato, con la Russia di Putin. Il giudizio verso i leader stranieri, in questa fase di crisi, segnata dalla guerra in Ucraina, rispecchia, sicuramente, il grado di fiducia nei confronti dei Paesi. Emergono, peraltro, differenze dettate dalla posizione politica degli intervistati. Gli elettori della Lega e dei FdI si mostrano più distaccati degli altri. Chi vota Lega, in particolare, verso Zelensky. Mentre chi vota per il PD appare maggiormente vicino ai “leader internazionali”. Ad eccezione di Johnson. Apprezzato soprattutto dagli elettori di FI.
Comunque, è interessante e significativo osservare come “sopra tutti gli altri” si (im)ponga Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione Europea. Guardata, con qualche dubbio, dagli elettori dei FdI. L’unica, però, a superare, per consensi, lo stesso Zelensky. Questo dato ripropone un orientamento emerso anche in altre indagini recenti. L’importanza dell’Unione Europea, per gli italiani, in questo caso, emerge, in modo particolarmente chiaro. Nonostante i dubbi osservati, in altre occasioni. Che ne segnalano l’inadeguatezza. Soprattutto in situazioni di emergenza politica e “militare”, ancor più che economica. Perché l’Europa Unita, nel disegno dei padri fondatori, come abbiamo rammentato di recente, è sorta con un ideale preciso. Mai più guerra. Appunto. Per questo resta un soggetto e un progetto ancora incompiuto. E per questo, oggi più che mai, non possiamo rassegnarci. Perché, senza l’Europa Unita, l’Europa non ha speranza.