La Lettura, 27 marzo 2022
Il caso di 24321" di Paul Auster
Fin da La Trilogia di New York (1987), Paul Auster ha scritto romanzi belli, ma pure molto strani. E, infatti, li hanno definiti postmoderni, strutturalisti, lacaniani. 4321 è, forse, quello più strano di tutti. Pubblicato nel 2017, 4321 è (anche) un libro-gioco che racconta in quattro maniere diverse le avventure di un gruppo di personaggi. A seconda delle versioni, i protagonisti sono buoni o cattivi, ricchi o poveri, eterosessuali o omosessuali. Una roulette in cui invece di numeri escono destini. La cosa più strana di tutte è che questo romanzo combinatorio appare ora nella classifica dei tascabili più venduti come certi classici moderni (Il giovane Holden, Il buio oltre la siepe). 4321è diventato un libro di culto. Ma di quale culto? Quello di chi venera romanzi come Esercizi di stile di Queneau o La vita istruzioni per l’uso di Perec ? Non si capisce. Però 4321 non è un esercizio di stile, non è un gioco. Che un libro così sia ancora un best-seller è, comunque, una bellissima notizia (non vorrei essere frainteso: la mia perplessità non riguarda la qualità dell’opera, ma la sua natura sofisticata; alle classifiche non piacciono i libri sofisticati). In una pagina di 4321, Auster parla dello scrittore più amato da Rose, la protagonista, che, costretta a casa da una gravidanza, legge a tutto spiano Tenera è la notte, Moll Flanders, Madame Bovary... Ma lo scrittore che la fa delirare (non ditelo alla Bicocca) è «quel mago di Tolstoj, che aveva capito tutto della vita, secondo lei, tutto quello che c’era da sapere del cuore e della mente umana, maschile o femminile che fosse». Rose impazzisce in particolare per Felicità familiare, «la storia in cento pagine di una giovane sposa e della sua graduale disillusione». Ne è commossa a tal punto che il marito, rincasando la sera, la trova ancora con gli occhi bagnati di lacrime malgrado abbia finito di leggere Felicità familiare alle tre del pomeriggio. È il mistero di questo pianto il tema del romanzo.