La Stampa, 27 marzo 2022
La Z sulle case dei dissidenti
Via Krasnoprudnaya. Davanti alle sontuose colonne di un edificio statale del centro campeggia un grande cartellone bianco con una gigantesca “Z” e una scritta: “Svoikh ne brosaem”. “Non abbandoniamo i nostri”. In Russia la propaganda entra prepotentemente nelle case dagli schermi delle tv, ma ormai fa capolino anche per le strade e su internet, dove si vendono adesivi per le auto e magliette con quella famigerata lettera “Z” avvistata sui carri armati russi e presto divenuta il simbolo dell’offensiva delle truppe del Cremlino in Ucraina.Un’auto delle forze di polizia della RosGvardia gira per le strade del centro di Mosca con un’enorme “Z” sul lunotto posteriore. In un sottopassaggio pedonale c’è un chioschetto che tra le merci in vendita ha messo bene in evidenza un paio di t-shirt nere con le lettere “V” e “Z” disegnate in bianco. “Za prezidenta! Za Armiyu! Za Rossiyu!”. “Per il presidente! Per l’esercito! Per la Russia!” si legge su un palazzo che ospita gli edifici di una società statale.Fa riflettere come il primo riferimento sia proprio al presidente russo, cioè a Vladimir Putin: l’ex ufficiale del Kgb che in oltre vent’anni al vertice dello Stato ha aumentato a dismisura il proprio potere personale e soffocato sempre più dissenso e libertà di stampa.Ma, nonostante la propaganda galoppante, sono tanti i russi contrari a quella che le autorità di Mosca si ostinano a definire “operazione militare speciale”. Nelle scorse settimane in tutta la Russia migliaia e migliaia di persone sono scese in piazza contro l’offensiva in Ucraina e – secondo l’ong Ovd-Info – più di 15.000 sono state arrestate dalla polizia. Sul bordo di un marciapiede qualcuno ha scritto uno slogan pacifista. È una frase scritta col gessetto e presto la pioggia la laverà via. Ma non sarà la pioggia a cancellare le idee di chi si oppone all’offensiva delle truppe russe. Alcune settimane fa, c’era un volantino con la scritta “No alla guerra” su un palo della luce. Allora non era ancora in vigore la nuova legge che prevede pesanti pene detentive per la pubblicazione di notizie sulle forze armate che le autorità russe dovessero giudicare “false”.La tensione è sempre più alta. Neanche un paio di settimane fa, in un discorso impregnato di pericolosa retorica, Vladimir Putin ha affermato che “il popolo russo sarà sempre in grado di distinguere i veri patrioti dai traditori e sputerà fuori questi ultimi come un moscerino che gli è volato in bocca accidentalmente”.Da giorni diversi media riportano che degli sconosciuti hanno imbrattato con una “Z” le porte delle abitazioni di diverse persone ritenute contrarie all’offensiva russa in Ucraina. L’ong per la difesa dei diritti umani Human Rights Watch denuncia che “attivisti e giornalisti hanno riferito che vandali non identificati hanno dipinto la lettera Z (...) sulle porte dei loro appartamenti, nonché l’avvertimento ‘Non tradire la tua patria’ e l’insulto ‘Un traditore vive qui’”.Un altro vergognoso attacco intimidatorio lo ha subito l’ex direttore di Radio Eco di Mosca, Alexei Venediktov, che racconta di essersi trovato davanti all’uscio di casa la testa mozzata di un maiale e, sulla porta, un adesivo con uno stemma ucraino e una scritta antisemita.Radio Eco di Mosca ha chiuso i battenti all’inizio di marzo e nelle ultime settimane tanti altri media russi indipendenti sono stati costretti a sospendere l’attività a causa di un durissimo giro di vite del Cremlino contro la libertà di stampa, con il governo di Mosca che pretende che sull’offensiva russa in Ucraina i giornali seguano le versioni dei fatti imposte dalle autorità.