Corriere della Sera, 26 marzo 2022
Che cos’è il gas liquido
1 Che cos’è il gas naturale liquefatto (in sigla Lng)?
È il gas naturale che viene raffreddato fino a portarlo allo stato liquido a circa 160 gradi sotto zero, in modo da agevolarne la spedizione via nave. Il volume del gas naturale allo stato liquido è circa 600 volte inferiore a quello trasportato via pipeline. Il gas estratto dai giacimenti viene condotto a un impianto di liquefazione localizzato su una costa, liquefatto, trasferito su una nave metaniera e trasportato fino a un impianto di rigassificazione, anch’esso costiero, per poi essere distribuito lungo la rete dei metanodotti. Al mondo sono in funzione circa 650 navi metaniere.
2 Quanto gas viene dalla Russia?
Nel 2021 sono arrivati nell’Ue 155 miliardi di metri cubi di gas russo, pari al 45% dell’import totale di gas. Il piano Ue dell’indipendenza energetica passa dall’obiettivo di azzerare nel più breve tempo possibile almeno 50 miliardi di metri cubi di gas russo, che arriva in Europa quasi del tutto tramite gasdotti.
3 Chi importa più gas russo?
Il Paese più esposto verso la Russia è la Germania (nel 2020 43 miliardi di metri cubi, il 51% dell’import), segue l’Italia (29 miliardi, 40% del totale), l’Olanda (15 miliardi, 26%), la Polonia (9 miliardi) e la Francia (7 miliardi). Impossibile sostituire questi quantitativi dall’oggi al domani.
4 Quanto gas possono esportare gli Stati Uniti?
Grazie alla rivoluzione tecnologica dello «shale gas», gli Usa sono il maggior produttore di gas mondiale con circa mille miliardi di metri cubi l’anno, seguiti da Russia e Iran. Nel 2021 hanno esportato 188 miliardi di metri cubi, di cui 87 via terra a Canada e Messico e 101 sotto forma di gas naturale liquefatto, appunto Lng (liquified natural gas). I piani degli Usa sono ambiziosi: entro fine anno il Paese diventerà il maggior esportatore mondiale di Lng (a quota 120 miliardi di metri cubi) sorpassando i leader attuali Australia e Qatar. Si stima che nel 2024 gli Usa avranno una capacità di esportazione fino a 170 miliardi di metri cubi. La maggior parte dei quantitativi sono però legati a contratti di lungo periodo con le controparti. Resta comunque una quota «libera» per soddisfare le vendite spot.
5 Dove si è diretto finora il gas americano?
I maggiori acquirenti sono in Asia: la Cina ha importato lo scorso anno 12,7 miliardi di metri cubi di «shale gas» Usa, più o meno lo stesso quantitativo della Corea del Sud (12,8) e più di Giappone (10 miliardi), India (5,5 miliardi) e Taiwan (2,8 miliardi). Compratori di rilievo sono anche i Paesi sudamericani, con il Brasile in testa (8,7 miliardi).
6 Quanto Lng Usa è arrivato in Europa nel 2021?
In Europa l’anno scorso sono arrivati 28-29 miliardi di metri cubi, in particolare nel Regno Unito (5,5), in Spagna (6), in Olanda (4,9), in Francia (4,8). In Italia è arrivato poco meno di un miliardo, la metà di quanto ricevuto nel 2020.
I costi più bassi
I prezzi dovrebbero essere legati all’Henry Hub, la piattaforma americana
7 Che cosa è cambiato negli ultimi mesi?
Da novembre le esportazioni di Lng dagli Usa verso l’Europa sono risultate in grande crescita, passando da 80-90 milioni di metri cubi al giorno a quasi 180 milioni, come non era mai accaduto. Le riduzioni di gas russo (più o meno politicamente dirette) e le scorte assottigliate in Europa hanno fatto salire i prezzi «spot» a livelli mai visti prima. Storicamente il gas naturale europeo è sempre stato scambiato a prezzi inferiori a quelli asiatici. Nelle ultime settimane il trend si è rovesciato, con i prezzi del mercato di riferimento olandese (il TTf, cioè Title Transfer facility) a livelli anche dieci-venti volte superiori di quelli degli anni passati. Un andamento che ha richiamato parte dell’offerta di Lng verso le coste europee.
8 Che cosa prevede l’accordo tra Biden e von der Leyen?
Secondo l’accordo, dagli Stati Uniti all’Europa arriveranno nel corso di quest’anno almeno 15 miliardi di metri cubi aggiuntivi di Lng. Gli Stati Uniti garantiranno inoltre forniture tali da soddisfare una domanda di gas di almeno 50 miliardi di metri cubi l’anno fino al 2030.
9 Basterà a coprire le mancate importazioni di gas russo?
Il contributo degli Usa non sarà sufficiente nell’immediato a coprire un’interruzione del gas russo. Attenuerà la dipendenza, contribuendo al riempimento degli stoccaggi durante la stagione calda. Un altro contributo potrà venire sul fronte della stabilizzazione dei prezzi.
10 L’Europa ha impianti di rigassificazione sufficienti?
La capacità di rigassificazione continentale potrebbe non essere del tutto sufficiente ad accogliere il gas naturale liquefatto necessario per sostituire le forniture russe. Secondo le rilevazioni fatte a gennaio dal Gis (Geopolitical intelligence services) l’utilizzo dei rigassificatori europei era già al 75%. La Germania non ha rigassificatori, la Spagna ne ha 6 ma la sua interconnessione con la Francia consente il passaggio di soli 8 miliardi di metri cubi l’anno.
11 L’Italia quanti rigassificatori ha?
L’Italia ha tre rigassificatori: l’Adriatic Lng al largo del delta del Po (8 miliardi di metri cubi), Panigaglia in provincia di La Spezia (3 miliardi) e al largo di Livorno (3,75). Nei giorni scorsi è stato reso noto il progetto di noleggiare due navi per rigassificazione da circa 5-8 miliardi di metri cubi l’una.
12 Quanto ci costerà il gas dagli Stati Uniti?
Le infrastrutture
I dubbi sulla capacità delle infrastrutture europee, a gennaio già utilizzate al 75%
Nella dichiarazione si insiste che il prezzo deve essere «accessibile». Secondo l’accordo (che è politico e non commerciale) «la formula del prezzo dovrebbe tenere in considerazione l’Henry Hub Natural Gas Spot Price e altri fattori stabilizzanti». L’Henry Hub è la piattaforma di riferimento del gas americano, che ha prezzi storicamente inferiori a quelli Ttf. Ieri il prezzo Henry Hub – salito dopo l’accordo – era quasi sette volte inferiore a quello Ttf. Ma il riferimento non è obbligatorio e secondo fonti dell’Ue l’aspetto che dovrebbe rendere interessante per le compagnie statunitensi vendere all’Europa il gas è la prospettiva di una domanda stabile nel lungo termine. I contratti a lungo termine hanno in genere prezzi inferiori rispetto a quelli spot.