Marco Ventura per “Il Messaggero”, 25 marzo 2022
CHE MI PRENDA UN GOLPE - GLI 007 RUSSI SI STANNO STUFANDO DELLA GUERRA DI PUTIN E UNA GOLA PROFONDA DEL SERVIZIO PER LA SICUREZZA NAZIONALE HA DETTO CHE "PER OGNI SETTIMANA E MESE CHE QUESTO CONFLITTO CONTINUA, AUMENTA LA POSSIBILITÀ DI UNA RIBELLIONE" - I VERTICI NON VOGLIONO FARE DA CAPRI ESPIATORI E SOFFRONO LE SANZIONI: "È IL POSSIBILE MOTORE DI UN COLPO DI STATO" - IL CASO DEL MINISTRO DELLA DIFESA FINITO AI MARGINI... -
Defezioni eccellenti, dimissioni date e respinte, purghe e arresti, viaggi repentini all'estero. I segnali che arrivano dal Cremlino autorizzano gli osservatori a immaginare che l'inglorioso andamento della operazione militare speciale in Ucraina possa alla fine travolgere lo stesso Zar.
Il potere di Vladimir Putin si basa sul ferreo controllo dell'intelligence, da cui Putin stesso proviene, attraverso una complicata architettura di unità che si controllano a vicenda, tutte a loro volta guidate da fedelissimi del padre padrone del Cremlino.
Eppure, è proprio dai ranghi dell'Fsa, l'ex Kgb, o dalle sue diramazioni, oppure dalla Guardia nazionale creata nel 2016 con fini di repressione politica interna e polizia militare all'estero, che secondo gli analisti potrebbe emergere il traditore e successore del leader supremo.
LO SFOGO La novità di ieri è lo sfogo-soffiata di una gola profonda dell'Fsb, il Servizio per la sicurezza nazionale, secondo la quale «per ogni settimana e mese che questa guerra continua, aumenta la possibilità di una ribellione dei servizi di sicurezza», ovvero di un colpo di Stato per deporre Putin sull'onda del malcontento per i fallimenti della missione ucraina e delle conseguenze economiche per la Russia e per le sue élite.
Non solo per gli oligarchi come Abramovich - il padrone del Chelsea, che ieri a detta del portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, è stato coinvolto nella prima fase dei negoziati tra russi e ucraini e per il quale lo stesso Zelensky da Kiev ha chiesto un'eccezione alle sanzioni ad personam - ma anche per i dirigenti di fascia alta dell'Intelligence russa abituati alla bella vita nelle capitali dell'Occidente.
Le confidenze dell'anonimo agente sottocoperta sono state rilanciate dall'attivista in esilio e capo del progetto gulagu.net, Vladimir Osechkin, intervistato a Parigi dal Times. La voce che circola è che ora Putin riversi la colpa di non aver previsto la durezza della reazione ucraina, e aver quindi pregiudicato i piani della guerra lampo, proprio sui suoi 007.
INSOFFERENZA CRESCENTE Ma gli ufficiali dell'Intelligence non accettano di fare la fine dei capri espiatori per una scelta che avevano, a quanto pare, sconsigliato. E in più cominciano a essere insofferenti delle sanzioni che li colpiscono direttamente.
«Misure sempre più oppressive spiega la talpa dell'Fsb da parte dell'Occidente, che impediscono ai funzionari di alto livello di recarsi nelle loro case di vacanza all'estero o portare i loro figli a Parigi, a Disneyland».
Il punto è che per vent'anni Putin è stato garanzia di stabilità per il sistema e «ufficiali, poliziotti e pubblici ministeri hanno potuto fare la bella vita», ma ora questa vita non c'è più, il valore del rublo è crollato e, soprattutto, anche nella cerchia più stretta dello zar c'è chi fiuta la fine dell'Impero e preferisce mettersi da parte.
Improbabile un golpe. Ma le defezioni sono possibili senza ritorsioni fatali. Di qui la decisione di uno dei più stretti collaboratori e architetti del sistema di potere autarchico e insieme oligarchico di Putin, Anatoly Chubais, di dimettersi dagli incarichi al Cremlino e partire verso lidi lontani, secondo una fonte vicina citata da Bloomberg, «per esprimere la propria opposizione alla guerra russa in Ucraina».
Di qui pure il «curioso silenzio», per dirla con uno dei principali consiglieri di Zelensky e negoziatore, Mykhailo Podolyak, degli altissimi papaveri di Mosca.
RIAPPARSI E SPARITI Solo oggi è riapparso pubblicamente il ministro della Difesa, Sergei Shoigu, forse il politico più popolare in Russia dopo Putin e suo amico e compagno di battute di caccia e pesca in Siberia, che nei giorni scorsi lo staff dava per malato e con problemi al cuore.
E sembra sparito dalla scena Viktor Zolotov, potente comandante della Guardia Nazionale (la Rosgvardia), uno dei membri del cerchio magico di Putin costretto nei giorni scorsi a silurare il proprio numero 2, ma che a sua volta ha avuto l'ardire di criticare apertamente le modalità della guerra in Ucraina, dicendo che «non sta procedendo rapidamente come tutti ci si aspettavamo».
E pesano infine, e tanto, le illazioni sulle dimissioni presentate dalla governatrice della Banca centrale di Mosca, Elvira Nabiullina, che secondo Bloomberg sarebbe poi stata obbligata a restare al suo posto. Shoigu è indicato addirittura come possibile fautore e motore di un golpe.
«Ci sono rumors dice Osechkin secondo cui Putin vorrebbe sostituirlo, ma Shoigu non solo è popolare in Russia, ma lo è anche tra i generali e se fosse vero, non sarebbe un compito facile». Neanche per Zar Putin.