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 2022  marzo 25 Venerdì calendario

Parla Alexandra, discendente Tolstoj ed ex di Pugachev

«Un narcisista, assolutamente privo di carisma». Il mondo degli oligarchi? «Noioso, superficiale». L’ex compagno Sergei Pugachev? «Un bullo che probabilmente ha rubato». Alexandra Tolstoy (in Inghilterra la traslitterazione del nome è questa ndr) oggi è una donna che lavora: mantiene se stessa e i tre figli con escursioni in Kyrgyzstan, consulenze sulle decorazioni d’interni, la vendita di antiquariato e articoli di design ( thetolstoyedit.com ). Con il padre studioso ha tenuto una conferenza alla Royal Geographical Society di Londra sulla storia dietro il conflitto in Ucraina, sta gestendo un’asta per le vittime di guerra, collabora con la Croce Rossa per la raccolta fondi. È una vita nuova, «più libera» di quella precedente, certo meno agiata. Contessa, discendente dell’autore di Guerra e pace e Anna Karenina , innamorata della Russia «e della sua gente, così emotiva, aperta, diversa dagli inglesi», è la «straniera» che rubò il cuore dell’uomo una volta considerato il banchiere di Putin poi entrato in rotta di collisione con il regime.
Al fianco di Pugachev ha vissuto anni all’apparenza dorati, spostandosi dalla Russia, ai Caraibi, a Londra, a Nizza con un aereo privato e uno stuolo di dipendenti (la nanny russa e inglese, l’insegnante di francese per i bambini, il medico personale, lo chef). Nel 2015 l’oligarca, raggiunto a Londra dai procedimenti legali dello Stato russo che lo accusava di aver intascato quasi un miliardo di dollari di fondi pubblici, si è chiuso nel suo castello-fortezza in Francia, negandole qualsiasi finanziamento.
Ha avuto paura?
«Molta. Alla fine temevo che potesse prendere i bambini. È un uomo impulsivo, irascibile, possessivo, un narcisista che ha cercato in ogni modo di controllarmi, arrivando a nascondere il mio passaporto e quello dei nostri figli. È stato un incubo. Sapevo che dovevo scappare».
Con il senno di poi, si chiede come abbia fatto a innamorarsi di un uomo così?
«Quando ci siamo conosciuti è stato come un colpo di fulmine. Mi sono innamorata perdutamente. Nessuno mi aveva mai fatto sentire così. Era molto romantico, attento, sensuale, generoso. L’amore ti porta a vedere solo i lati positivi, vuoi assolutamente credere che il tuo amato sia una persona buona. Avevo qualche dubbio, ma ho fatto il possibile per non pensarci, gli ho creduto. Solo dopo ho capito che mi aveva raccontato un sacco di bugie, su come aveva costruito la sua fortuna – credo che abbia veramente rubato quei soldi – ma anche sui titoli di studio, sul perché era stato in prigione...».
Ha ancora paura?
«No. Forse dovrei, ma Sergei non può più venire in Gran Bretagna, verrebbe arrestato immediatamente, e in Francia si è costruito un’altra famiglia, la sua quarta, con una ragazza locale. Quando eravamo insieme ha ricevuto diverse minacce, che riguardavano anche noi, siamo stati seguiti, ma ora credo di essere una pedina troppo piccola. Come cittadina britannica qui mi sento al sicuro. Forse sono ingenua, non so».
In Russia ha conosciuto Putin. Che impressione le ha fatto?
«L’ho visto un paio di volte. Sergei all’inizio ci parlava quasi ogni giorno, mi raccontava dei suoi scoppi d’ira, delle sue debolezze, le sue paure. È un narcisista cui non piace ritrovarsi con le spalle al muro. È un uomo privo di qualsiasi carisma, basso, con un viso molto sovietico. Non fa una bella figura».
E il giro degli oligarchi?
«Noioso. Le mogli non hanno niente da dire, nulla le motiva, parlano d’arte, ma è un interesse creato in modo artificiale. Forse la vita è interessante solo quando hai uno scopo, loro non ce l’hanno. È un ambiente superficiale e materialistico dove contano i soldi e non ci sono amicizie vere, nessuno si fida degli altri, gli uomini sono come cani sempre pronti ad aggredire. Non è un mondo che mi manca, è lontano anni luce dai miei valori. Non mi mancano neanche i soldi, o l’aereo privato. Meglio viaggiare con Easyjet, dove nessuno ti guarda».
Sulla sua storia è uscito anche un documentario di Netflix. Quando è stato realizzato?
«Abbiamo iniziato le riprese nel 2014, quando Sergei e io eravamo ancora insieme. Era un progetto che piaceva a tutti e due. Poi una notte Sergei è scappato in Francia, senza neanche avvertirmi e la mia vita è cambiata. Non l’ho seguito, aveva già dimostrato di essere un uomo violento e possessivo. Abbiamo interrotto le riprese. Non volevo finire ma alcuni miei amici mi hanno detto che era meglio raccontare tutta la storia».
Ha vissuto a lungo in Russia, crede che riuscirà a tornare?
«Purtroppo non sono ottimista. Ero in Russia pochi giorni prima dell’inizio della guerra. È strabiliante come Putin sia riuscito a manipolare la gente. Li controlla molto attraverso la religione, lui che non è credente. Ho amici intelligenti, istruiti che credono alle sue bugie».