ItaliaOggi, 25 marzo 2022
L’attrazione per le cattive notizie
Gli americani cercano cattive notizie. E sanno dove trovarle. Giornali online, dirette sul web, social network: ovunque si parla della guerra in Ucraina. I cittadini statunitensi che sono afflitti dal fenomeno del doomscrolling, la predisposizione alla ricerca spasmodica di informazioni negative su internet, non devono far altro che accendere il telefono o il computer. È accaduto per la prima volta con la pandemia del Covid. E ora la tendenza si è allargata col conflitto nell’Europa dell’Est.
La parola doomscrolling deriva da scroll, il movimento che si fa sullo smartphone per scorrere le news più recenti, che aggiunta a doom, che significa destino tragico, serve a dare una connotazione negativa al continuo riavviare il telefonino per ricevere una sfilza di nozioni avverse.
Il tema è stato affrontato dagli esperti con l’emergenza sanitaria legata al coronavirus, in particolare nei primi mesi di lockdown.
Gli americani, però, si sentono direttamente coinvolti anche nell’assedio della Russia di Vladimir Putin a Kiev. Sia per i milioni di profughi che stanno lasciando le città ucraine, sia per le conseguenze delle sanzioni economiche imposte dagli Usa e dagli altri paesi della Nato.
Qui scatta il doomscrolling. Joel Schwartzberg, 53enne originario del New Jersey, si mette a letto, prende il telefono e ogni notte, per tre o quattro ore, scorre immagini inquietanti e strazianti sulla guerra in Ucraina. Schwartzberg ha raccontato a Usa Today che trova conforto nel commiserare gli altri su Twitter per lo stato preoccupante della situazione nell’Est Europa. Ma il suo senso di sicurezza svanisce a ogni scorrimento, rendendogli difficile addormentarsi.
Sempre più americani come lui si ritrovano al proprio telefono, tablet o pc a scansionare compulsivamente i social alla ricerca di aggiornamenti sul conflitto ucraino per testimoniare traumi e lutti a un continente di distanza.
«Quando qualcuno trascorre così tante ore a fare doomscrolling si ritrova con un esagerato senso di pericolo e un maggiore senso di vulnerabilità», ha spiegato la docente di psicologia dell’università della Virginia, Bethany Teachman.
Secondo il direttore del Media psychology research center di Newport Beach, Pamela Rutledge, «il cervello umano è cablato per essere in allerta, scansionando potenziali minacce ogni volta che ci sentiamo insicuri o incerti. Cerchiamo informazioni per riprendere il controllo. Ma il torrente incessante di notizie negative alimenta solo le nostre paure e il nostro bisogno di scoprirne ancora di più, in modo da non perdere qualcosa di vitale per la nostra sopravvivenza».
«Un esagerato e compulsivo consumo di notizie negative non ha effetti solo sull’umore e sulla depressione, ma può cambiare la visione del mondo intero», ha detto ancora Rutledge. «In altre parole, non solo pensi che l’Ucraina sia pericolosa: inizi ad avere questa ansia generalizzata con la sensazione che il tuo quartiere sia pericoloso. O addirittura che tutto sia pericoloso».
Consigli per uscirne? «Passeggiare, non scorrere notizie sul telefono. Oppure fare un corso di ginnastica, leggere un libro o guardare un film».