Corriere della Sera, 24 marzo 2022
Le tante vite di Mara Maionchi
«Sono stata una studentessa terribile. Un somaro di dimensioni colossali». Un somaro, non una somara: Mara Maionchi non si pone problemi di genere, è superiore a tutto, una forza della natura entrata in tv per smuovere non poche acque stagnanti.
Su Sky Tg24, a «Stories» di Omar Schillaci, Maionchi ci ha regalato un breve ripasso della sua vita. Forse sarebbe più giusto dire delle sue vite perché c’è una Mara che comincia a lavorare in un’azienda di spedizioni, per poi passare a un’altra di prodotti chimici per l’agricoltura; c’è una Mara che risponde a un annuncio dell’Ariston Records in cui si cercava una segretaria per ricoprire il ruolo di ufficio stampa (allora si poteva passare dagli anticrittogamici ai vinili); c’è una Mara che lavora con Battisti e Mogol; c’è una Mara che incontra cantanti come Battiato («ma era ancora nell’epoca – non le viene la parola, poi la trova, ndr – sperimentale»), Gianna Nannini, Edoardo De Crescenzo, Mia Martini, Fabrizio De André, Tiziano Ferro; c’è una Mara che partecipa a un numero imprecisato di Festival di Sanremo.
Poi c’è la Mara che non ti aspetti (e forse non se l’aspettava neanche lei), quella che entra in tv («Mi ha scelto coso, il sindaco di Bergamo», cioè Giorgio Gori, all’epoca capo di Magnolia), e diventa subito personaggio: per la sua schiettezza, le sue battute, il suo anticonformismo. Quella che dimostra che a volte è più importante l’istinto della preparazione, quella che si scalda ma sa anche stemperare il tutto con l’autoironia.
Tempo fa, sui social, circolava un sito che la ritraeva «maestra di vita». Beh, quando confessa a Schillaci di essere stata una «moglie approssimativa» si capisce subito che un’altra perla va ad aggiungersi alla sua collana di saggezza pratica. Vorrebbe essere ricordata come una donna simpatica (del genere, speriamo, Sympathy for the Devil).