Corriere della Sera, 23 marzo 2022
Le bombe che piegarono Genova
Le parole di Zelensky hanno riportato alla memoria il ciclo di bombardamenti a tappeto dell’aviazione britannica Raf su Genova, prima città italiana a subire la tecnica dell’area bombing, cioè incursioni massicce sui centri abitati per fiaccare il morale della popolazione.
Il primo attacco scatta nella notte del 22-23 ottobre 1942: un centinaio di quadrimotori sganciano 179 tonnellate di ordigni. L’incursione produce danni gravi a edifici storici come Palazzo Ducale, Palazzo Spinola, Palazzo Tursi. Il centro storico è devastato e in fiamme.
La tragedia peggiore avviene la sera seguente, il 23-24 ottobre, quando l’allarme per una nuova incursione induce una folla enorme ad accorrere verso la Galleria delle Grazie, allo scopo di trovare riparo. Nella calca i morti schiacciati sono 354, mentre l’attacco produce meno danni di quello precedente.
Il calvario di Genova prosegue in novembre, con le incursioni del 6-7 del 7-8, del 13-14 e del 15-16. La più pesante è la quarta (7-8 novembre) a cui partecipano 176 bombardieri. La contraerea è inefficace: in tutto il ciclo di attacchi la Raf perde soltanto nove velivoli, compresi due che si scontrano in volo sulla città. Da una stima finale, nelle sei incursioni vengono lesionate 7.683 abitazioni, di cui più di tremila distrutte o rese inabitabili. In alcune aree oltre un terzo degli edifici è danneggiato. I morti, contando le vittime della Galleria delle Grazie, sono ufficialmente 451, ma il dato appare sottostimato.
L’ultima incursione a tappeto avviene il 7-8 agosto 1943. A un bilancio già tragico si aggiunge un altro centinaio di vittime.