Avvenire, 23 marzo 2022
Uccidere il tiranno?
Si dice che bisogna «uccidere il tiranno», pensando a Vladimir Putin. Il pensiero corre al massimo tiranno della nostra storia: bisognava uccidere Hitler? Era un’impresa da tentare, da parte di uomini dotati di senso morale, che pativano nella propria coscienza i crimini che quel tiranno ordinava e imponeva? Per uccidere Hitler bisognava avere accesso a Hitler, la possibilità di andargli vicino, stare con lui, stessa stanza, stesso tavolo. Non a pranzo, non si conoscono pranzi di Hitler. Ma nella stessa riunione. La riunione era il momento in cui Hitler era aggredibile, si poteva tentare di ucciderlo. E si tentò infatti, ma senza risultato. Se non la riunione, in tanti, si poteva tentare in un incontro a due, nel suo “nido dell’aquila”.
Conosco il “nido dell’aquila”, sono andato a vederlo, proprio perché sapevo che ci avrei scritto articoli come questo, sulla possibilità o l’opportunità di uccidere il tiranno. Anche Putin, il tiranno per il quale qualcuno auspica il tirannicidio, avrà il suo covo segreto, il suo nido dell’aquila. Visitando quello di Hitler, che risposta mi davo alla domanda se fosse possibile uccidere il tiranno lì? La risposta era: no.
Anzitutto sei visibile per chilometri mentre arrivi. Se arrivi al contatto, è perché ti permettono di arrivarci. Poi, quando arrivi, lasci l’auto in un ampio spiazzo ed entri in un tunnel, nel cuore della montagna. In fondo al tunnel c’è l’ascensore, che sale dritto in su e ti porta nel cuore della villa dove t’aspetta il grande capo. Esci e sei davanti agli stivali del Führer. Dentro l’ascensore c’era allora e c’è ancora un telefono in ottone. Non credo che oggi, per Putin, le cose siano molto diverse. Non sappiamo niente di lui come uomo. Si dice che abbia una famiglia segreta, nascosta in qualche villa della Svizzera. Una donna e quattro figli, tra cui due gemelle. In questi giorni, ieri-oggi, corre voce che una petizione in Svizzera chieda l’espulsione della famigliola. Se tutto questo è vero, è un punto vulnerabilissimo del sistema Putin. Dentro quel sistema lui si renderà irraggiungibile. Uccidere il tiranno non è difficile moralmente, ma tecnicamente. Presuppone il tradimento: solo uomini della sua cerchia lo possono progettare ed eseguire. Per compiere questo tradimento devi sentire che sei fedele a una morale che lo giustifica e lo premia. Non sei tu che tradisci il tiranno e il mondo a cui hai giurato fedeltà, è lui che tradisce quel mondo e quindi te. C’erano forti venature di cristianesimo nella congiura della Rosa Bianca, e Hitler era sentito come blasfemo, colpevole verso la civiltà e l’Europa. Si cercano le stesse colpe in Putin, verso l’Europa e la Madre Russia.
Ignoro se questo discorso di uccidere il tiranno abbia qualche concretezza nel caso di Putin. La mia reazione, da cristiano, è che uccidere è sempre uccidere, e che meno si uccide meglio è. Solo la legge uccide senza uccidere. La polizia che tiene nel mirino il killer che sta per uccidere tre ostaggi, sparando non uccide il killer ma salva gli ostaggi. Se il killer muore, è lui che si uccide, tramite la polizia. Così è anche per il tiranno.