ItaliaOggi, 23 marzo 2022
Periscopio
Mettere a confronto uno scienziato e uno stregone non è informazione. Ecco perché non inviterò mai più gli stregoni nelle mie trasmissioni. Enrico Montana, La7.
Non ho niente contro le persone serie. Mi sono solo reso conto nel corso del tempo di quanto poco serie esse siano. Alfonso Belardinelli (Nicola Mirenzi). Huffington Post.
Sono estimatore di Draghi e penso che dobbiamo ringraziare Renzi per aver staccato la spina a Conte. Massimo Giletti. La7.
Non trovo inconciliabile l’attività di conferenziere all’estero con quella di leader politico. Lo fanno in tutto il mondo. Ho l’impressione che miei avversari usino questo argomento perché vorrebbero farmi smettere di fare politica, non di fare conferenze. Più che smettere io di fare politica, sarebbe bene che iniziassero loro a fare politica. Se ne sono capaci, naturalmente. Matteo Renzi, sito.
Oggi chi scopre di essere positivo non si preoccupa più di finire intubato o sottoterra: a rischio ci sono solo i No vax e le persone molto anziane o molto debilitate da altre patologie. Oggi chi scopre di essere positivo si preoccupa del mostro burocratico che sta per divorarlo, o perlomeno per segregarlo in casa chissà fino a quando. Prenotare un tampone è un’impresa: sia quello per scoprire se si è positivi, sia quello per scoprire se si è tornati negativi. Non si capisce più niente. Michele Brambilla. QN.
Anche se è il capo della Cgil, lui ha il piglio, il capello, la disinvoltura e il fisico del golfista che sta sempre lì-lì per andare in buca. Forse dovrebbe leggere le cronache di Edmund Wilson che narrano le randellate tra comunists and cops, a Union Square negli anni Trenta a New York, quando essere anche solo sospettato «di sinistra» passavi nel setaccio della Huac (House Committee on Un-American Activities, Commissione per le attività antiamericane) e finivi ai margini della società come anti-americano. Franco Palmieri, Studi Cattolici.
Il 50 per cento dei pazienti proviene da altre regioni. Operiamo molti stranieri, soprattutto dell’Est. Un imprenditore di Hong Kong ha scoperto che era più vantaggioso farsi operare qui che non nell’ex colonia britannica. Siamo al primo posto in Italia e nel mondo, con una casistica enorme, per alcuni tipi di tumore, come quelli intramidollari, che sono rischiosissimi. Sono benigni e danno pochi disturbi. Ma se non vengono operati, il malato resta paralizzato. Quando però intervieni, puoi produrre il danno che si vuole evitare. Giampietro Pinna, neurochirurgo azienda ospedaliera universitaria di Verona (Stefano Lorenzetto). l’Arena.
Ricordate il primo lockdown? Cominciò il 9 marzo 2020. Andrà tutto bene, ripetevamo l’un l’altro. Ne usciremo migliori. Nulla sarà più come prima. Intanto, dai, canta che ti passa! Tu dal tuo balcone, caro vicino, io dal mio. Visto? Fino a ieri, uno stringato «buongiorno» in ascensore. Ora, sembriamo amici da una vita. Non è così male essere ai domiciliari, vero? Poi, con il passare di giorni, settimane, mesi, è sembrato di impazzire. Abbiamo dovuto aspettare il 4 maggio per rimettere il naso in strada. E il 15 giugno per uscire dai confini regionali. Massimo Donelli. QN.
Dopo tre anni, i cambiamenti radicali riguardano Fratelli d’Italia, che era a neppure il 5% e ora è al 19%, e i 5 stelle che dal 30% hanno dimezzato i loro potenziali consensi. Lo schieramento di centrodestra è ancora primo, con Fratelli d’Italia che controbilancia la discesa di Forza Italia e in parte anche della stessa Lega, al 47%. Il centrosinistra tre anni fa a arrivava al 42%. Oggi mettendo assieme tutte le sigle di sinistra e quello che resta dei 5stelle è sotto al 40%. Lo stacco insomma può arrivare a una decina di punti tra cdx e csx. Paolo Natale, politologo di Ipsos. (Alessandra Ricciardi). ItaliaOggi.
Se qualcuno ancora si domanda perché gli italiani disertano, ormai quasi a maggioranza, le urne elettorali, e perché considerano la politica una causa persa, basta guardare un qualsiasi talk show o leggere un qualunque giornale per capire le loro ragioni: spaventoso lo spettacolo, tromboni (o dilettanti) i protagonisti, indegni i dialoghi e i colpi di scena. Nemmeno il commissariamento di fatto, che i creditori hanno imposto al paese per sottrarlo a una nomenklatura che soltanto attraverso una spesa forsennata di denaro altrui riusciva a guadagnare consenso, ha insegnato l’arte di tenere la bocca chiusa (e di starsene buoni, lontani dalla cassa) ai politici italiani, di cui non si fida nessuno in Italia e «in Europa» e ovunque. Diego Gabutti. ItaliaOggi.
Bilancio dell’anno dantesco? Dal mio punto di vista non mi posso lamentare, i miei libri hanno venduto 370mila copie, abbiamo fatto una tournée teatrale con Piero Pelù con trenta date in giro per l’italia. In generale si poteva fare di più: si fanno fiction sulla mafia, sulla camorra, sulla ’ndrangheta , sulle baby prostitute dei Parioli, ma su Dante no e per i film aspettiamo con ansia quello di Pupi Avati. Idem per le trasmissioni televisive: su Dante non se ne sono fatte: c’è sempre un po’ di paura ad alzare il livello, con l’idea che sia difficile. Aldo Cazzullo. Il Corriere del Veneto.
Quando è entrata in vigore la Costituzione, e quando anni dopo la legge ordinaria ne ha dato attuazione, nessuno immaginava che la degenerazione correntizia avrebbe fatto del Csm una sorta di parlamentino dominato da interessi clientelari, come alla fine ha rivelato lo scandalo Palamara. Carlo Nordio, ex procuratore aggiunto di Venezia. (Alessandra Ricciardi) ItaliaOggi.
Il ginnasio lo frequentai al Liceo Carlo III di Napoli. E anche lì ebbi la fortuna di imbattermi in un grande docente di lettere, un grecista con i fiocchi, il temutissimo professor Caserta, in onore del quale scrissi e illustrai un poemetto di settecento versi, con la metrica ariostesca dell’Orlando, “La Casertiade”, che tuttora da qualche parte conservo. Gianni de Felice. ItaliaOggi.
Mio padre diceva in certi momenti: Gaetà io lavoro per cercare lavoro e non mi pagano per questo. Gaetà tu vuo’ fa il cantante? Ma noi siamo nati per sopravvivere, così diceva. Ero il primo di sei figli, il primo a dover sopravvivere. Dicevo: «Ma papà, forse ho talento». E lui rispondeva: «Ma quale talento, se non hai una raccomandazione, e qui nessuno ti raccomanda, pigliate almeno la terza media e dammi una mano». Nino D’Angelo, cantante, (Antonio Gnoli), la Repubblica.
Temendo di non essere abbastanza felici non lo si è mai. Roberto Gervaso, scrittore.