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 2022  marzo 23 Mercoledì calendario

Il sesso dopo l’infarto fa bene

Fare l’amore dopo un infarto danneggia il cuore? Parrebbe di no, anzi. Almeno a quanto si evince da uno studio di Gali Cohen ed il suo gruppo del Dipartimento di Epidemiologia e Medicina Preventiva dell’Università di Tel Aviv pubblicato sull’ultimo numero della rivista European Journal of Preventive Cardiology.
LE ABITUDINI
Gli autori hanno analizzato i dati di quasi 500 pazienti, sia donne che uomini, con meno di 65 anni arruolati nell’Israel Study of First Acute Myocardial Infarction ed hanno ottenuto una serie di informazioni sulle abitudini sessuali sia prima dell’infarto che nei mesi successivi all’evento acuto. 
Si è, infatti, valutato nel tempo come gli eventuali cambiamenti di abitudini a seguito dell’infarto hanno eventualmente influenzato la prognosi a distanza sia per quanto concerne le patologie cardiovascolari che quelle di altri organi.
In particolare è stata analizzata, attraverso colloqui e questionari appositamente preparati, la frequenza dei rapporti sessuali(una, due, tre volte o più volte a settimana o al mese piuttosto che astinenza) e l’intensità o durata dei rapporti stessi nei mesi precedenti l’infarto nonché a tre o a sei mesi dopo l’evento acuto. 
Si è quindi valutata la sopravvivenza a distanza di oltre 20 anni dall’evento nonché lo stato cardiovascolare e generale dei soggetti.
Contrariamente a quello che comunemente si pensa, la sopravvivenza a distanza di chi aveva mantenuto una normale attività sessuale era decisamente più elevata di quella dei pazienti che avevano ridotto o cessato del tutto l’attività sessuale (70% contro 59%) a parità di condizioni cliniche post infarto.

L’ORMONE
Tali dati sono peraltro in accordo con quelli di un registro che qualche anno fa aveva analizzato i dati provenienti da 24 ospedali degli Stati Uniti ( il TRIUMPH registry) e che aveva dato dei risultati sostanzialmente simili, cioè una ridotta mortalità post-infarto in pazienti che mantengono un’attività sessuale vicina a quella pre-infarto.
Quali i motivi di questi risultati? Probabilmente la ripresa dell’attività sessuale (che va sempre concordata con il cardiologo) facilita un miglioramento più generale dell’attività fisica e questo è positivo. Inoltre contrasta l’inibizione dei livelli di testosterone provocata dall’astinenza e quindi facilita l’attività anabolizzante di questo ormone.
Riduce inoltre i livelli di infiammazione e limita la risposta del cortisolo agli stress. Aiuta a riprendersi da un evento quale l’infarto e contribuisce in maniera considerevole a ridurre il rischio di depressione che, come noto, aumenta quello cardiovascolare. Ed anche quello di sviluppare altre patologie croniche.
I pazienti depressi, infatti, sono più propensi a peggiorare la loro qualità della vita. A non prendere farmaci prescritti nonché a non tener conto delle prescrizioni dietetiche e ridurre le visite di controllo. E pertanto sono molto più a rischio di recidiva della stessa patologia o a sviluppo di malattie diverse.
(l’autore è professore di Cardiologia all’Università Cattolica Roma)