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 2022  marzo 22 Martedì calendario

Periscopio

Il Putin che tutti conoscevano era un uomo che sapeva essere crudele e pericoloso: ma non un pazzo. Il Putin che allerta l’arsenale nucleare è invece il dottor Stranamore che nessuno sospettava. Bruno Vespa. QN.

Se l’obiettivo di Putin era di catturare e magari uccidere il presidente Volodymyr Zelensky per sostituirlo con un governo fantoccio, con un’azione lampo, per ora ha fallito. Domenico Rossi già generale di corpo d’armata dell’Esercito. Alessandra Ricciardi (ItaliaOggi).



Michail Gorbaciov (che ora assiste imbavagliato allo scempio perpetrato da Putin) ha liberato la Russia da quell’angoscioso regime e la sua illuminata spinta ha avviato la grande trasformazione seguita alla caduta del Muro. Oggi Mosca è una città cosmopolita e allegra e fin troppo cara, San Pietroburgo è una metropoli invasa sei mesi l’anno da turisti di tutto il mondo, si vende abbastanza la settimana di treno con la Transiberiana da Mosca a Vladivostock, le famiglie russe comprano casa in Toscana e in Costa Azzurra, le ragazze russe vengono a fare le indossatrici a Milano. Difficile o forse proprio impossibile che questa Russia di oggi possa resistere nella morsa delle sanzioni: niente turisti, niente viaggi, niente commerci, niente conti in banca, niente salami e prosciutti, niente camembert, niente cosmetici francesi. Le sanzioni imposte dall’Europa fanno rivivere la Russia terrorizzata di Breznev, immaginabile l’effetto su chi ha respirato per trent’anni il clima quasi spensierato di Gorbaciov. Gianni de Felice. (ItaliaOggi).


Nelle immagini del satellite Maxar Technologies la colonna di mezzi russi pare infinita. La fila verdebruno procede lenta ma inesorabile tra i boschi, verso Kiev. Guardo lo schermo attonita e penso a che occhi avrebbe mio padre, alpino sul Don con la Julia, se fosse qui accanto a me. Dai giorni della Ritirata i carri armati gli erano rimasti stampati nella memoria. In un villaggio, una notte, un tank passò così vicino al suo giaciglio che lui, balzato via con un colpo di reni, lesse i numeri di matricola sulla lamiera. Li ricordò per sempre. Sognò quel carro armato per tutta la vita. E ora, ottant’anni dopo, rieccoli. Davvero, papà, vedo la tua faccia illividire, lo sguardo accendersi di sgomento e dolore. Come inviato di guerra, di tank ne hai visti tanti, dall’Ungheria a Praga, dal Vietnam a Kabul. Ma questa spaventevole colonna in marcia verso una città europea, nel 2022, è Storia impazzita, è rigurgito di veleno. Marina Corradi. Avvenire.

Convertiti sulla via del caro-bollette. Ieri, tutti erano contro l’estrazione del gas dall’Adriatico, ora via alle trivellazioni, e in fretta, per cercare di essere un po’ meno dipendenti dall’estero. Rimane la mancanza di avvedutezza, per cui si pensa all’immediato (i comitati chiassosi) e non a quanto succederà domani (famiglie e imprese alla canna, si può ben dire, del gas). A erigere le barricate contro le trivelle erano stati innanzi tutto i 5stelle. Ora il loro ministro, Roberto Cingolani, ha emesso il provvedimento che individua le aree dove sarà possibile avviare (o riavviare) le prospezioni e le estrazioni di idrocarburi, sospendendo la moratoria di cui i grillini erano stati i capofila nel 2019. Perciò sarà possibile operare, tra l’altro, nell’Alto Adriatico, nel Canale di Sicilia, nel golfo di Taranto oltre che in alcuni siti sulla terraferma. Ovviamente sono previsti criteri e vincoli per la difesa dell’ambiente. Carlo Valentini. ItaliaOggi.


Molti si domandano se Grillo riuscirà, col suo appello ecumenico a pacificare Di Maio e Conte? Grillo è un comico, quindi non va preso mai troppo sul serio. Però il titolo del suo appello è illuminante: “Cupido dissolvi”, un desiderio masochistico di autodistruzione che sembra pervadere i due galletti del pollaio. Grillo si sente un po’ Gandhi, però siccome è anche un po’ analfabeta, scrive Ghandi. Vorrebbe far fare pace a Conte e Di Maio, ma dimentica che non più tardi della scorsa estate fu Di Maio a metter pace tra lui e Conte, che se n’erano dette di tutti i colori. Cosicché a noi non resta che seguire, abbastanza annoiati, questo cabaret che chiamano politica. Mauro Suttora (Federico Ferraù). il Sussidiario.it.

Il Pnrr è stato ben congegnato, ma ancora non è chiaro come gli investimenti potranno arrivare alle pmi. Peraltro, va sottolineato che i fondi Pnrr equivalgono a circa 30-50 miliardi all’anno. Molti si dimenticano che sotto altre forme, da anni, il sistema Italia ha a disposizione 150 miliardi all’anno di fondi pubblici nazionali ed europei da investire. Che fine fanno? Sarei felice che il rigore applicato al Pnrr venisse immediatamente esteso anche per questi 150 miliardi annuali. Occorrono semplificazioni e per la parte di investimenti priva i occorre un premio fiscale, come è avvenuto per quello industria 4.0, perché è con gli investimenti che si fa sviluppo e si accresce la produttività. Corrado Passera (Paolo Panerai). ItaliaOggi.


I casi di ictus sono in aumento a causa di sovrappeso e ipertensione. Il guaio è che dagli interventi per gli ictus emorragici scaturiscono situazioni spaventose. Salviamo le vite, ma creiamo disabili cronici. Giampietro Pinna, neurochirurgo azienda ospedaliera universitaria di Verona (Stefano Lorenzetto). l’Arena.

Ho creato un argine tra i ricordi meno gradevoli e il presente che comunque mi avvolge. Mia moglie è scomparsa due anni fa, i miei due figli fisicamente sono lontani, anche mio fratello e mia sorella sono scomparsi. Tra i compiti che mi sono assegnato c’è quello di mettere la mia vasta biblioteca a disposizione di chi desideri consultarla. L’ho appena messa in Rete. Il bisogno di catalogare non mi abbandona neppure ora che ho novant’anni! Forse è una mania che non mi lascia. Forse è la sola fede che sento come fede nella ragione. Eduardo Rescigno, divulgatore dell’opera lirica. (Antonio Gnoli). Repubblica.

Forse gli italiani non si rendono conto di parlare una delle lingue più vive e musicali della terra. Protesi a infarcire il lessico famigliare di barbarismi e prestiti da lingue imperiali come l’inglese, trascurano la vitalità di un mezzo che, come ha ricordato Sergio Mattarella, corre verso il futuro, capace di accettare tutte le sue sfide. Basterebbe il vocalismo pieno e rotondo dell’italiano a dare la misura di un’eufonia che incanta. Nelle nostre parole abbondano le vocali quanto in altre nordiche e dell’est europeo prevalgono le dure consonanti. Roberto Pazzi. QN.

Non dico mai male di una persona che potrebbe essermi utile. Roberto Gervaso.