Il Messaggero, 21 marzo 2022
Sempre più italiani si rivolgono a guru e sette
I due anni di pandemia ci hanno indebolito sul piano psicologico. L’isolamento sociale ha reso più fragili chi aveva difficoltà di relazione, il trauma provocato dalla perdita del lavoro, dalla morte di familiari e amici, la scuola a singhiozzo per i giovani che si sono rifugiati in un accesso alla rete senza più un tempo definito.
Tutto questo ha amplificato il disagio sociale e la ricerca di aiuto, non sempre si è incanalata in percorsi trasparenti. L’oscurità, infatti, è il terreno prediletto dalle sette, un fenomeno sotterraneo «che può contare su circa 500 organizzazioni settarie, con migliaia di adepti e una stima di un milione di vittime in Italia» spiega Lorita Tinelli, psicologa e fondatrice del Cesap, Centro Studi Abusi Psicologici, che insieme all’Associazione Giovanni XXIII coordinata da Don Aldo Bonaiuto, è una delle poche strutture che da anni opera in favore di vittime delle sette, offrendo supporto psicologico e legale.
LE RICHIESTEI numeri di questi ultimi due anni sono aumentati, tanto che al numero verde (800.228.866) dell’Associazione, arrivano circa 400/500 richieste di aiuto ogni mese. Le sette, dall’identità difficilmente catalogabile, sono gruppi dediti alla pratica dell’esoterimo, di pseudo-religioni, alla crescita delle potenzialità individuali, che fingono comprensione e vicinanza o promettono facili arricchimenti usando le armi della manipolazione psicologica. Sono divenute vittime delle sette anche personaggi celebri.
È il caso di Michelle Hunziker per 5 anni nella setta I guerrieri della luce, quando era giovane sposa di Eros Ramazzotti. In America, il Premio Oscar Glenn Close, la star di Stranger Things, Winona Ryder e ancora Michelle Pfeiffer. Le vittime delle sette, spesso plagiate dai leader del gruppo, altrettanto spesso diventano oggetto di reati, quali truffe, estorsioni, maltrattamenti e nei casi più gravi, di abusi sessuali, tanto che nel 2006 è stato istituito il gruppo anti-sette all’interno della Polizia di Stato.
«La vittima non ha età. C’è chi ha disabilità fisiche, chi attraversa un momento difficile, la persona anziana che non sa con chi parlare, la persona giovane più ingenua» spiega il criminologo Massimo Cotroneo, commissario capo tecnico in forza alla Direzione Centrale Anticrimine della Polizia, «l’aspetto centrale è la vulnerabilità, correlata all’insicurezza, la scarsa autostima, le difficoltà relazionali. Per tutti i tipi di sette, l’oggetto d’interesse è trasversale: lo sfruttamento dell’altro, che sia economico, lavorativo, sessuale» aggiunge Cotroneo.
Purtroppo gli adolescenti, assidui frequentatori della rete, sono le prede più manipolabili. «Alcune sette usano la tecnica del love bombing, il bombardamento di messaggi, di attenzioni, che fanno sentire importante una persona introversa che sta vivendo meccanismi relazionali difficili» spiega ancora il criminologo.
La distanza dalla scuola durante la pandemia ha acuito il fenomeno. «Tanti ragazzi sui 18/19 anni, impauriti dal futuro, entrano in contatto con individui che promettono cose impossibili. Molti genitori ci chiamano perché i loro figli hanno lasciato casa per raggiungere questi guru a Dubai o Bali» sottolinea la dottoressa Tinelli del Cesap, che consiglia di fare attenzione ai cambiamenti nel comportamento. Uscirne si può, rivolgendosi a specialisti e forze dell’ordine e superando il senso della vergogna.