La Stampa, 21 marzo 2022
Zelenskyi parla di soluzione fiunale. I turchi: l’accordo è vicino
Il presidente ucraino Volodymir Zelensky rilancia i negoziati diretti con Putin e si dice pronto a incontrarlo: «Se anche ci fosse solo l’1% delle possibilità di far cessare il conflitto, bisogna esplorare comunque la via», dice alla Cnn, anche perché se «fallissero ci sarebbe la Terza guerra mondiale». A Washington prendono nota, ma prevale lo scetticismo sulle reali volontà russe. Ieri è stata l’ambasciatrice Usa alle Nazioni Unite a esternare il sentimento americano: «Mi pare che i negoziati siano unilaterali», ha detto Linda Thomas-Greenfield come a sottolineare che Mosca detta condizioni da prendere o lasciare che poca strada fanno fare al dialogo.Oggi ci sarà comunque un altro round, il quinto – stavolta in teleconferenza – fra ucraini e russi, mentre dalla Turchia il ministro degli Esteri Mevlut Cavusoglu ostenta un cauto ottimismo: «Un accordo è vicino». Che la Turchia possa essere il facilitatore è ormai chiaro, Erdogan, che guida un Paese Nato, è riuscito a tenere una posizione equilibrata e ha offerto la Turchia come base per i negoziati che ruotano attorno a 6 punti, fra cui neutralità, disarmo e lo status di Donbass e Crimea.Se la diplomazia macina idee e tesse trame, Zelensky macina invece interventi su Zoom per mobilitare i Paesi a sostenere Kiev. Domani toccherà all’Italia ascoltarlo a Camere riunite, ci sarà anche Draghi.Ieri Zelensky, primo ebreo a diventare presidente ucraino, ha gettato scompiglio alla Knesset e persino in piazza a Tel Aviv dove un maxischermo ha consentito a migliaia di persone di ascoltare il presidente ucraino. Parlando via Zoom, solita maglietta verde e barba incolta sempre più lunga, ha affondato il colpo paragonando Putin a Hitler e ripescando il linguaggio «della soluzione finale» che i russi starebbero facendo «contro il nostro popolo così come Hitler con gli ebrei». Ovvero l’annientamento di un popolo, per questo «quel che Putin sta facendo assomiglia a quello che fecero i nazisti durante la Shoah».Un paragone con l’Olocausto che Israele ha rigettato. «La guerra è tremenda – ha detto Yoaz Hendel, ministro per la Comunicazione – ma la comparazione è oltraggiosa».Ai deputati di Israele ha chiesto di condividere con gli ucraini la loro difesa anti-aerea «che tutti sanno essere la migliore». Quindi ha invitato il governo a fare una scelta di campo «nella lotta fra il bene e il male», un riferimento all’atteggiamento dello Stato ebraico che da una parte ha provato a mediare con Putin e dall’altra non si è schierato in maniera convinta contro i russi. Israele non ha infatti imposto sanzioni a Mosca e né ha dato armi agli ucraini per la difesa.Oggi si svolgerà il Consiglio Ue su politica estera e sicurezza, sarà un antipasto di quel che avverrà giovedì e venerdì quando a Bruxelles sbarcherà il presidente Usa Joe Biden. Un viaggio che non vuole essere solo una conferma plastica dell’unità della coalizione occidentale, ma che potrebbe preludere a un comunicato finale – legato alla Nato – in cui i leader annunceranno un nuovo giro di vite contro la Russia. Fonti dell’Amministrazione Usa parlano di un’altra stretta sugli oligarchi, sulla finanza e limitazioni sull’energia. Non ci sono dettagli, gli sherpa stanno ancora mettendo a punto il documento. Potrebbero essere annunciati altri invii di armi agli ucraini, secondo quanto ha anticipato il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg. I polacchi porteranno al tavolo negoziale l’ipotesi (non è ancora una proposta delineata) di una missione di pace in Ucraina, gli americani si sono già sfilati. Biden non ha la benché minima intenzione di vedere soldati Usa a Kiev e dintorni. La sua portavoce Jen Psaki ieri ha smentito l’ipotesi di una tappa di Biden in Ucraina durante il soggiorno europeo. L’ipotesi più accreditata è che dopo Bruxelles, il presidente Usa si rechi in Polonia, alleato chiave e oggi in prima linea sia sul fronte militare sia su quello dell’accoglienza ai profughi. —