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 2022  marzo 20 Domenica calendario

COSA PENSIAMO MENTRE MORIAMO? UN GRUPPO DI SCIENZIATI STATUNITENSI HA REGISTRATO PER CASO L'ATTIVITA' DEL CERVELLO DI UN PAZIENTE EPILETTICO COLPITO DA INFARTO - IL TEAM HA SCOPERTO CHE 30 SECONDI PRIMA DI SPEGNERSI, C'E' STATO UN AUMENTO DI ALCUNE ONDE SPECIFICHE COLLEGATE AL RECUPERO DELLA MEMORIA, LA MEDITAZIONE E IL SOGNO - "IL CERVELLO POTREBBE RIPRODURRE UN ULTIMO RICORDO DI EVENTI IMPORTANTI DELLA VITA..." -

Per la prima volta al mondo i medici hanno registrato accidentalmente il cervello di un uomo che stava morendo. Si tratta di un paziente che era in cura per l’epilessia, e per questo era collegato a un elettroencefalogramma (EEG). La macchina stava misurando la sua attività cerebrale quando improvvisamente l’uomo, 87 anni, ha avuto un infarto ed è morto. L’EEG ha registrato i 15 minuti intorno alla sua morte.

Nei 30 secondi finali del battito cardiaco del paziente, i medici hanno individuato un aumento di alcune onde cerebrali molto specifiche. Queste onde, note come oscillazioni gamma, sono collegate a cose come il recupero della memoria, la meditazione e il sogno.

Potrebbe significare, anche se sarebbero necessari molti altri studi, che mentre moriamo potremmo vedere una sorta di bobina cinematografica dei nostri migliori ricordi.

Le parti del cervello che sono state attivate in questo studio suggeriscono anche che potremmo entrare in uno stato onirico pacifico che sembra simile alla meditazione. Sorprendentemente, mentre i nostri corpi si spengono, i nostri cervelli potrebbero ancora lavorare sodo in uno sforzo concertato per portare a termine un compito finale, il che rende il processo meno desolante.

Il dottor Ajmal Zemmar, neurochirurgo dell'Università di Louisville Zemmar, che ha organizzato lo studio, ha dichiarato: «Attraverso la generazione di oscillazioni coinvolte nel recupero della memoria, il cervello potrebbe riprodurre un ultimo ricordo di eventi importanti della vita appena prima di morire, in modo simile a quelli riportati nelle esperienze di pre-morte. Questi risultati sfidano la nostra comprensione di quando esattamente la vita finisce e generano importanti domande successive, come quelle relative ai tempi della donazione degli organi».

Cambiamenti simili nelle onde cerebrali sono stati osservati nei ratti al momento della morte, ma mai negli esseri umani prima d'ora.

Lo studio, pubblicato su Frontiers in Aging Neuroscience, ha concluso: «I nostri dati forniscono la prima prova del cervello umano morente in un contesto clinico di cure acute non sperimentali e di vita reale e sostengono che il cervello umano può possedere la capacità di generare attività durante il periodo di pre-morte».

Tuttavia, questo è solo un singolo caso di studio, con un cervello che era già stato ferito dall'epilessia. Ma potrebbe aprire la strada a una maggiore comprensione di ciò che ci accade - e di ciò che pensiamo - quando moriamo.

Il dottor Zemmar ha aggiunto: «Da questa ricerca potremmo imparare questo: anche se i nostri cari hanno gli occhi chiusi e sono pronti a lasciarci, il loro cervello potrebbe rivivere alcuni dei momenti più belli che hanno vissuto nella loro vita».