Barbara Visentin per il “Corriere della Sera”, 20 marzo 2022
“HO UN CANCRO MA NON MI PIACE RACCONTARE I FATTI MIEI, L'HO FATTO PER FEDEZ” - VITTORIO FELTRI SPIEGA LA STRANA ALLEANZA COL RAPPER NELL’AFFRONTARE LA MALATTIA: “HO VOLUTO INCORAGGIARLO A MODO MIO PARLANDO DEL MIO PROBLEMA. ERA PER DARGLI CONFORTO. HA UNA CERTA SCHIETTEZZA CHE MI AVVICINA A LUI E UN MODO DI FARE CHE NON MI DISPIACE. IO HO SCOPERTO DI AVERE IL TUMORE A FEBBRAIO E HO FATTO L'OPERAZIONE IL PRIMO MARZO, SENZA DIRE NIENTE A NESSUNO. ERA UN NODULO AL SENO, TIPICO DELLE DONNE, ROBA DA MATTI…” -
Con una lettera aperta pubblicata sulla prima pagina di «Libero», Vittorio Feltri ha voluto mandare un suo personale incoraggiamento a Fedez, dopo che il rapper ha annunciato di avere un importante problema di salute.
L'ha invitato a non farsi intimidire e a non abbattersi, usando il suo tono cinico, ma mettendoci in più un insolito calore. Sarà che il giornalista, 78 anni, ha rivelato di avere lui stesso una malattia e di essere da poco stato operato per un tumore. Per poi concludere: «Finché starò al mondo litigherò con chiunque, perfino col cancro».
Come mai si è rivolto a Fedez? «Lo conosco, ho scoperto che ha questa malattia, e anche se non ha precisato di cosa si tratti si è capito che non è certo un raffreddore. E così ho voluto incoraggiarlo a modo mio».
Ha deciso anche di rivelare di avere appena avuto un cancro. «Per essere credibile dovevo dire che ho avuto anche io un problema. Era per dargli conforto».
Ha scritto che prova simpatia per Fedez, nonostante abbiate idee diverse. Cosa vi accomuna? «Ha una certa schiettezza che mi avvicina a lui e un modo di fare che non mi dispiace. Poi io in verità detesto anche i tatuaggi, ma il discorso è un altro.
Uno che ha due figli, una moglie… Mi sembrava giusto fare una cosa di questo tipo, un po' di calore gliel'ho voluto dare. Per il resto non me ne frega dell'effetto che fa. Di quello che pensano gli altri, alla mia età, sono in grado di sbattermene».
Invita Fedez a non deprimersi. Lei come ha affrontato la diagnosi? «Non è che fai i salti di gioia, ma - sarà che sono vecchio e so benissimo che può succedere, alla mia età o anche prima - ti rassegni subito. Io poi non ho fatto nessuna scena: sono andato in ospedale, mi sono fatto operare e dopo mezz'ora ero fuori».
Quando ha saputo della malattia? «L'ho scoperto a febbraio e ho fatto l'operazione l'1 marzo, tanto che ho ancora un po' di indolenzimento. Mi hanno trovato un nodulo al seno. Pur essendo un maschio ho un tumore tipico delle donne, roba da matti, io che di femminile non ho assolutamente nulla. Pur non avendo le tette mi è venuto il cancro alle tette».
Ora cosa la aspetta? «L'intervento è stato fatto, adesso devo fare delle terapie per evitare altri guai, ma le faccio tranquillamente e vediamo come va. Devo confessare di non avere avuto nessun contraccolpo psicologico depressivo, assolutamente no. Ho reagito, adesso vediamo un po'. Di solito queste cose finiscono male, ma pazienza».
A volte finiscono bene. «Ci sono tante persone che guariscono e tante che vanno al cimitero. Ma quando hai il cancro pensi che il tuo è grave e di quello degli altri non te ne frega. Agli altri dici "vedrai che ce la fai" e tutte queste frasi fintamente consolatorie e irritanti».
È vero che dopo l'intervento, in ospedale, le hanno offerto dello champagne? «Pensate che scriva delle balle? Ho scritto anche il nome della dottoressa, mi smentirebbe in cinque minuti».
È sempre convinto che non smetterà di fumare? «Le sigarette non c'entrano. Io ogni due anni faccio una tac total body, un termine orrendo. Non si sono neanche accorti che sono un fumatore, gliel'ho detto io. Non ho assolutamente nulla, né al fegato né al cervello né ai polmoni».
Quando si lascerà alle spalle questo periodo cosa farà? «Non farò niente. Se il pericolo sarà allontanato sarò più sereno. Ma non ho mai smesso di lavorare, anche il giorno dell'operazione sono uscito dall'ospedale alle 16 e sono andato direttamente a lavorare, senza dire niente a nessuno. Non mi piace raccontare i fatti miei, l'ho fatto per Fedez».
Lei e Fedez vi risentirete? «Non lo so, non c'è un'amicizia stretta, ma una reciproca simpatia. Lui è molto giovane e questo gli darà anche un'energia che gli servirà per guarire».
Il suo messaggio, comunque, è di ricacciare le lacrime e affrontare la malattia? «La commozione è umana, ma piangersi addosso non serve a niente. Il pianto a me viene quando vedo i bambini in guerra in questi giorni. Quasi quasi, dopo due anni, preferivo il Covid».
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