Corriere della Sera, 20 marzo 2022
Il nuovo razzo ipersonico di Putin
Putin usa l’arsenale per lanciare messaggi politici. Impiega, per la prima volta, un’arma ipersonica e continua con le tattiche – antiche – viste a Grozny e Aleppo: le cannonate indiscriminate. Conduce una guerra d’attrito per logorare l’avversario.
La giornata si è aperta con una sorpresa: un Kinzhal avrebbe centrato un deposito sotterraneo nell’Ovest ucraino, la grande retrovia. È missile che fila dieci volte la velocità del suono, lanciabile da Mig 31 e Tu23, può portare – se serve – una carica nucleare, è guidato da sensori che ne accrescono la precisione. Inoltre è difficile da intercettare in quanto vola a bassa quota, le difese non hanno tempo per reagire anche se gli Usa sostengono di averlo tracciato.
Diversi gli spunti. Primo. È una novità, con i russi che lo testano sul campo di battaglia. E sarà anche interessante capire l’efficacia. Secondo. Rappresenta un segnale minaccioso. Mosca ribadisce che sono pronti a ricorrere a qualsiasi mezzo, nessuno escluso. Già settimane fa la ricognizione Nato aveva notato il volo di un Mig-31 dotato del Kinzhal nel quadrante di Kaliningrad. Un pattugliamento interpretato come un avviso ai Baltici e alla Polonia. Terzo. Colpiscono con un ordigno «non comune», che evoca i continui riferimenti del Cremlino alle super armi. Una costante in molti discorsi di Putin che ha più volte ribadito la volontà di avere apparati che diano dei vantaggi assoluti. Ad esempio il drone atomico Poseidon. Sempre che siano progetti efficaci e non afflitti da ritardi. Quarto. È un modo per alludere alla «lancia» non convenzionale, ben sapendo l’effetto sulle opinioni pubbliche occidentali. A questo aspetto si collega quanto avviene nel Mediterraneo orientale. H I Sutton, analista navale, ha segnalato la presenza di un sottomarino nucleare Akula. L’unità si sarebbe alla task force russa che incrocia in questo settore. Anche la presenza del sub serve a ribadire il messaggio.
Lo Stato Maggiore ha comunque sempre problemi da risolvere. Deve studiare come contrastare il flusso di rifornimenti per la resistenza in arrivo dalla Polonia. Ad oggi si è limitato a prendere di mira l’Ovest ucraino con i missili tirati dal proprio territorio e il ricorso all’ipersonico ne è la conferma. Però ci vuole altro. Lo sfoggio di un’arma a sorpresa non può oscurare le difficoltà della logistica. Secondo alcuni osservatori c’è una penuria di camion e per questo stanno rastrellando quelli civili.
Nel settore settentrionale i genieri russi hanno costruito postazioni interrate dove si sono infilati tank e blindati. Un tentativo di renderli meno vulnerabili alle incursioni della resistenza. Alcuni di questi ripari non avrebbero la rampa che permette al carro di «uscire», sparare, e poi rientrare nel guscio di terra. Piccoli dettagli per specialisti, ma che sono degni di nota per valutare l’insieme. Inoltre le «buche» sono l’indizio di un momento di attesa lasciando che siano i lunghi calibri ad arare i quartieri.