La Stampa, 20 marzo 2022
Svolta in Vaticano ruoli di governo per donne e laici
Adesso Oltretevere è scritto nero su bianco: tutti quanti, non solo preti e religiosi ma anche donne e uomini laiche e laici, possono essere nominati in ruoli di governo della Curia romana. E lo scacchiere dei poteri in Vaticano viene rinnovato dando più peso al servizio per i poveri, con l’istituzione del Dicastero (ministero) per la Carità, guidato dall’elemosiniere pontificio cardinale Konrad Krajewski. Sono le principali novità della riforma – c’è chi la definisce «rivoluzione» – della Santa Sede, uno dei pilastri del pontificato di papa Francesco.
In vigore dal 5 giugno
Dopo quasi nove anni di lavoro con il Consiglio di cardinali, tra riunioni, accelerazioni e frenate, Bergoglio modifica pesi e contrappesi nell’amministrazione centrale della Chiesa con la promulgazione della Costituzione apostolica «Praedicate Evangelium». Il Documento sostituisce la «Pastor Bonus» di san Giovanni Paolo II del 1988.
Superate varie revisioni sul piano giuridico e canonico, prende così forma la Curia voluta da Francesco all’insegna della razionalizzazione, della sobrietà e dello spirito di servizio su cui basare l’evangelizzazione.
In 250 articoli, in vigore dal prossimo 5 giugno, solennità di Pentecoste, il governo della Chiesa universale viene ridisegnato nel senso della «conversione missionaria». Un cambio di portata storica, che emerge dal fatto che il primo dicastero, dopo la Segreteria di Stato che ha la funzione di «Segreteria papale», non sarà più la Congregazione per la Dottrina della Fede, ma il nuovo Dicastero per l’Evangelizzazione. L’annuncio del Vangelo precede la dottrina, dunque. L’organismo accorperà gli attuali Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli – ex Propaganda Fide – e Pontificio Consiglio per la nuova Evangelizzazione, e sarà direttamente presieduto dal Papa, affiancato da due pro-prefetti.
Altra sterzata di rilevo è la nascita di un Dicastero per il Servizio della Carità che, «chiamato anche Elemosineria Apostolica, è un’espressione speciale della misericordia e, partendo dall’opzione per i vulnerabili e gli esclusi, esercita in qualsiasi parte del mondo l’opera di assistenza e di aiuto verso di loro a nome del Romano Pontefice». E il Papa «nei casi di particolare indigenza o di altra necessità, dispone personalmente gli aiuti da destinare».
«Integrità e professionalità»
Per i preti e i religiosi con incarichi il mandato è quinquennale e può essere rinnovato una sola volta. E poi tutti, dunque anche laici e laiche, possono essere scelti per ruoli di governo. Con raccomandazioni speciali: l’integrità personale e la professionalità. Il Papa chiede che «quanti prestano servizio nella Curia» siano individuati «tra Vescovi, presbiteri, diaconi, membri degli Istituti di Vita Consacrata e delle Società di Vita Apostolica e laici che si distinguono per vita spirituale, buona esperienza pastorale, sobrietà di vita e amore ai poveri, spirito di comunione e di servizio, competenza nelle materie loro affidate, capacità di discernimento dei segni dei tempi».
La nuova Costituzione rappresenta la svolta attesa fin dalle Congregazioni (riunioni) generali che hanno preceduto il Conclave del 2013.