Avvenire, 20 marzo 2022
Benzina, sconti forse da martedì
Le perplessità di Confindustria, i rilievi della Cisl, la minaccia di mobilitazione dei petrolieri. L’intervento del governo per fronteggiare il boomdei prezzi della benzina e dell’energia e le conseguenze economiche della guerra scontenta, anche se per ragioni diverse se non opposte, le categorie. Delusi anche i consumatori. Fanno eccezione gli autotrasportatori di Fai e Conftrasporto che hanno sospeso il fermo dei Tir programmato per il 4 aprile parlando di «decisioni significative », anche se da completare con «ulteriori provvedimenti».
Il taglio dei prezzi dei carburanti da 25 centesimi è in arrivo, ma non scatterà già domani. O almeno non del tutto. Forse martedì. A rendere non del tutto lineare questo passaggio atteso da cittadini e imprese è il fatto che il governo ha emanato non uno, ma due provvedimenti. C’è un decreto ministeriale già pronto e ’bollinato’ sulla riduzione delle accise, che comporterà una riduzione di 10 centesimi alla pompa. E un più articolato decreto-legge con i vari interventi, tra quali un capitolo sulla benzina, che vale una sforbiciata di altri 15 cent. Ma quest’ultimo è ancora in fase di elaborazione e non è escluso che, se la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale ritarda, il taglio avvenga in due fasi successive.
Nel complesso l’intervento da 4,4 miliardi, che prevede anche sconti sulle bollette per famiglie e imprese ed è finanziato con una tassa sugli extraprofitti dei produttori di energia, accontenta solo temporaneamente i partiti di maggioranza, che già premono per nuove misure più incisive dopo l’approvazione del Def. Ma ora sono le categorie economiche ad alzare il tiro. Le associazioni dei consumatori sottolineano come lo sconto sui carburanti sia insufficiente e di troppo breve durata (un mese). Ma sul tema sono soprattutto i petrolieri a lancia- re un altolà: Assopetroli
sottolinea infatti che i carburanti già immagazzinati con le vecchie accise più alte saranno venduti già con la riduzione del prezzo e pertanto «subiranno una fortissima svalutazione rispetto al prezzo di carico», con un «danno enorme » per il settore della distribuzione, che minaccia uno sciopero se non ci saranno indennizzi.
Toni critici anche da Confindustria che, «a fronte delle urgenti misure strutturali chieste al governo sui prezzi energetici, esprime forti perplessità, nonché delusione». Nel mirino degli industriali c’è «l’indisponibilità a un taglio strutturale delle accise sui carburanti», la non immediata applicabilità della rateizzazione delle bollette per le imprese (scatta dopo maggio) e il prelievo extra sugli operatori, mentre «tutt’altro sarebbe stato un tetto nazionale al prezzo del gas». Obiettivo, quest’ultimo, che il governo vuole affrontare a livello europeo nell’imminente Consiglio Ue.
Dal fronte sindacale la tassa del 10% sui super-profitti conseguiti dai produttori di energia viene criticata per motivi opposti. Il prelievo è «doveroso ma debole», con «un’aliquota davvero troppo bassa», afferma il segretario della Cisl, Luigi Sbarra, che chiede «uno sforzo in più» anche riguardo all’estensione della Cig in deroga per le imprese in crisi. Intanto sul fronte dei rincari si è acceso un faro anti-speculazione. Ad indagare per verificare se ci sono stati abusi sono ora ben sette procure e la Guardia di Finanza dopo gli esposti presentati dal Codacons.