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 2022  marzo 20 Domenica calendario

Il finto matrimonio di Berlusconi e Marta Fascina

Emanuele Lauria, la Repubblica
LESMO (MONZA BRIANZA) — L’ultimo scampolo del berlusconismo si consuma in una giornata di sole e buoni sentimenti, in un clima sospeso fra realtà e finzione, dietro i cancelli di villa Gernetto che poco dopo le 12 e 30 lasciano passare l’ennesimo auto con i vetri oscurati, quella della presidente dei senatori azzurri Anna Maria Bernini. «La lista è completa», urla un ragazzo della security. Lo show, privato, può cominciare.
Fuori, a cercare residue curiosità su un uomo di cui si è raccontato tutto, c’è un ridotto drappello di giornalisti e un singolo tifoso con il cartello “W Silvio”. Dentro la villa, mentre suonano le campane della frazione di Germo, una sessantina di sopravvissuti ai fasti del passato si tuffa nell’ultimo party del Cavaliere, che poco ha a che fare con le “cene eleganti” di palazzo Grazioli, con i Bunga Bunga e con le feste in Sardegna, nel cui novero va peraltro ricompreso un altro sposalizio datato 2008, quello sì un gioco, con una delle ragazze della affollata corte femminile delle cosiddette “Olgettine” che a quel tempo circondava Berlusconi.
Oggi il clima è ben diverso ma gli ospiti, giunti in Brianza da ogni dove, provano a rinnovare il mito del Potente. E Berlusconi fa sfoggio di tutta la sua grandeur per celebrare ancora una volta se stesso e il suo amore senile con Marta Fascina, la vera vincitrice di questa giornata, se è vero come è vero che ha realizzato il sogno nuziale malgrado le perplessità dei figli del Cavaliere.
La famiglia di Berlusconi ha ottenuto quel che chiedeva – nozze finte, non iscritte in un registro civile, onde evitare conseguenze sull’asse ereditario – e alla fine l’unico forfait rilevante è quello di Piersilvio, ufficialmente per i timori legati al Covid. Il patriarca, nel frattempo, non ha fatto mancare nulla alla sua “sposa” di 53 anni più giovane, casta nel suo abito bianco in pizzo francese creato dallo stilista Antonio Riva, con un non rinunciabile strascico di 4 metri. Il presidente di Fi ha scelto assieme a lei il menu da Vittorio , ristorante stellato di Bergamo - con tanto di torta a tre piani di rito - ha fatto stampare vere e proprie partecipazioni (con la scritta “Silvio e Marta” in testa), le ha regalato un enorme diamante a forma di cuore, ha fatto disporre 150 statue nei giardini di Villa Gernetto e al centro ha voluto una fontana con gli zampilli che ricordano una torta mariage. Ha onorato al meglio, il Cavaliere, il suo ruolo da quasi-marito, quel sì solo simbolico che pare avesse promesso alla deputata a gennaio, nei giorni in cui – perso il Quirinale – l’ex premier temeva per la sua vita in una stanza del San Raffaele. Non è mancato, a consacrare l’unione, neppure il sacro teatro di una chiesa, ovvero la cappella della villa: sull’altare due sedie vuote, nessun officiante. Berlusconi svolge pure quel ruolo, con la “non consorte” accanto, e al posto dell’omelia c’è un discorso alla ristretta cerchia di amici e parenti. E poi un regolare scambio di promesse e di fedi.
«Abbiamo organizzato quest’appuntamento per condividere un momento di gioia», le parole dell’ex presidente del Consiglio, che ricorda anche le vittime del conflitto in Ucraina. L’amico Putin, per la cronaca, non si è fatto vivo, neppure con un messaggio.
A Villa Gernetto c’è il mondo di Silvio in sedicesimi. La politica ridotta all’osso: Antonio Tajani, Bernini, Licia Ronzulli, non Paolo Barelli beffato da una positività al Covid prima di partire da Roma. E poi Valentino Valentini e Vittorio Sgarbi, il protagonista della “caccia allo scoiattolo” che non è riuscita a portare Berlusconi sul Colle. L’unico estraneo a Forza Italia è Matteo Salvini, da Berlusconi definito «l’alleato più corretto e trasparente». A Giorgia Meloni, non invitata, saranno fischiate le orecchie. Poi amici e consiglieri non più influenti come un tempo: Fedele Confalonieri, Gianni Letta, Niccolò Ghedini, Marcello Dell’Utri, Adriano Galliani, quest’ultimo trait d’union con la ‘sposa’ (sembra che l’abbia presentata lui a Berlusconi) ma pure con un Milan che è un’ombra lontana. Mentre il Monza, l’ultimo e meno costoso giocattolo, vive nelle divise dei giocatori che quando comincia il pranzo lasciano la villa, la stessa che ospita i loro ritiri, per andare a giocare la partita col Crotone.
È tutto un remake: non c’è Mariano Apicella, sostituito nientedimeno che da Gigi D’Alessio, come altra sorpresa per Marta, che è sua grande fan. E il Cavaliere torna a cantare, a interpretare gli chansonnier francesi come ai tempi in cui si esibiva sulle navi. Al pianoforte, di nuovo, c’è Confalonieri. Spuntano i confetti, e per gli invitati orologi Tissot, cravatte e foulard. Resterà il non matrimonio più fastoso della storia. La sposa è contenta, lo sposo la definisce “dono di Dio”. Umberto Scapagnini, che si piccava di aver inventato l’elisir di lunga vita del Cavaliere, da lassù se la ride.

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Monica Serra, La Stampa
Uno scambio d’anelli, senza benedizioni e senza promesse. Una reunion di famiglia riservata, patinata, intima, per urlare al mondo la «gioia» della loro unione.
Silvio Berlusconi e Marta Antonia Fascina, coi loro cinquantatré anni di differenza, non si sono fermati davanti alla guerra in Ucraina né – dicono i malpensanti – alla contrarietà dei figli, tutti presenti all’appello tranne Pier Silvio, ufficialmente per paura degli assembramenti da Covid. Come da copione, il loro amore è stato celebrato nella bellissima villa Gernetto, a Lesmo in Brianza, con una sessantina di invitati. Un ricevimento «sobrio e affettuoso» racconta chi c’era, che si è aperto a mezzogiorno in punto, come annunciato negli inviti di inchiostro turchese su carta d’Amalfi.
L’ex premier ha accolto gli ospiti, che dalle dieci del mattino sono arrivati nelle berline di tutte le nuance di grigio con vetri rigorosamente oscurati, lontano da telecamere e fotografi appostati davanti al cancello d’ingresso. Dopo un giro nel verde della villa, tra mazzi di ortensie, le centocinquanta statue fatte disporre nei giardini all’italiana, i giochi delle fontane, compresa quella principale, con una nuvola d’acqua che sembra disegnare una torta nel cielo, Berlusconi ha mostrato ai più intimi la piccola cappella. E proprio lì, con il cane Dudù a far da paggetto, ha ringraziato ospiti e compagna, «un dono del cielo», che gli è stata sempre accanto anche nei momenti più difficili in questi ultimi tre anni, Covid compreso. Non c’è stato un officiante, i fidanzati, 85 anni lui e 32 lei, si sono scambiati gli anelli nel corso di un rito che non ha alcun valore legale ma che garantisce alla giovane deputata forzista, fan del suo Cavaliere da quando aveva sedici anni, la patente di «signora Berlusconi». Anche senza patrimonio – l’unione non dovrebbe poter garantire a Fascina di entrare nella successione di un impero economico da oltre sei miliardi di euro – la cerimonia è stata quanto di più vicino a un matrimonio. Non mancava neppure l’abito di pizzo bianco con un lungo, lunghissimo strascico, firmato Antonio Riva, corpetto, mezzo colletto e scollatura casta. La «sposa», raggiante, ha coronato «il sogno di una vita» con i capelli intrecciati e raccolti in uno chignon alto, e in mano il bouquet di mughetto, in pendant con l’occhiello di Berlusconi, che indossava un impeccabile Armani blu.
Attorno alla coppia i parenti di entrambi, e gli amici di sempre: Gianni Letta, Adriano Galliani con la compagna, Niccolò Ghedini con la moglie e il figlio Giuseppe, Alberto Zangrillo, Marcello Dell’Utri e Fedele Confalonieri, con cui l’ex premier ha duettato al pianoforte in onore dei vecchi tempi, tra classici della canzone francese e O mia bella Madunina. Pochi i politici presenti: Antonio Tajani, Anna Maria Bernini e Licia Ronzulli che ha organizzato la festa. L’unico non forzista, invitato qualche giorno fa, era Matteo Salvini, che Berlusconi ha elogiato davanti alla torta alta tre piani, quanti sono gli anni della sua unione con Fascina.
C’era anche Gigi D’Alessio, che si è esibito con quattro canzoni napoletane durante il ricevimento, al posto del più classico Apicella. E Vittorio Sgarbi che, secondo indiscrezioni, si sarebbe imbucato alla festa. «Mai fatta una cosa del genere», garantisce lui, che sarebbe stato invitato ventiquattro ore prima da Berlusconi in persona.
Nel Salone delle feste, dopo l’aperitivo, è stato servito il pranzo, preparato dagli chef del ristorante stellato «Da Vittorio» di Brusaporto con un menù ispirato alla tradizione lombarda, tra mondeghili di vitello al limone con crema di sedano e rapa, gnocchetti di ricotta e patate allo zafferano, robiola e pan pepato. Niente bomboniere per gli ospiti: foulard alle donne, cravatta Damiano Presta agli uomini, orologio da tasca dorato ai più intimi. E il quasi matrimonio (in tempi di guerra) è servito. 

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Gianluca Roselli e Giacomo Salvini, il Fatto Quotidiano
Il momento più vero del matrimonio finto arriva poco dopo le 15 quando Silvio Berlusconi, di blu fasciato, si alza in piedi nel salone delle feste di villa Gernetto e guarda con occhi d’amore lady Marta Fascina davanti ai 60 invitati. “Ringrazio il cielo per aver trovato questa magnifica donna che mi vuole davvero bene. Sei la persona giusta al mio fianco in questo momento della mia vita, soprattutto perché mi doni grande serenità. Ti amo”. Applausi, cin cin. Lei, di bianco vestita, sorride e lo bacia. Nessuna parola in più. Poche ore prima, a pancia ancora vuota, Berlusconi, 86 anni suonati, aveva ripetuto la stessa promessa d’amore alla bionda Fascina, 32 anni, davanti ai parenti di entrambi nella cappella della residenza settecentesca. Nessun officiante per il “non matrimonio”, nessun sacerdote. Sarebbe stato troppo, i figli non avrebbero approvato. E invece le finte nozze non avranno alcun valore legale anche se i maligni, dentro Forza Italia, raccontano di un bel premio (in denaro) da devolvere presto alla giovane compagna senza aspettare la fine della relazione come successo con Francesca Pascale, liquidata con 20 milioni.

All’ora di pranzo, a rito pagano consumato, le berline iniziano a entrare dai cancelli della villa brianzola. Tutto è stato pensato al minimo dettaglio dalla (nuova) padrona di casa, con l’aiuto di Licia Ronzulli: centocinquanta statue nel giardino all’italiana, giochi d’acqua e fontana principale con getto a forma di torta. Gli invitati sono una sessantina, tutti gli amici di una vita e pochissimi politici: Anna Maria Bernini, Antonio Tajani, Alberto Barachini, Niccolò Ghedini (con moglie e figlio), Andrea Orsini, Valentino Valentini e Vittorio Sgarbi. Non il capogruppo alla Camera Paolo Barelli, bloccato a casa dal covid. A sorpresa c’è pure Matteo Salvini, giusto per far indispettire ulteriormente i forzisti esclusi. Ironia della sorte, durante la celebrazione, la Bestia leghista pubblica sui social un post in cui si denunciano “matrimoni fittizi dei clandestini”. Ma Silvio non se ne accorge: “Matteo è il politico più coerente, affidabile e trasparente che conosca”, lo elogia. Segno che l’asse tra i due, in barba a Giorgia Meloni, è più saldo che mai. Al suo fianco, nel salone delle feste, poi ci sono gli amici di sempre: Gianni Letta, Fedele Confalonieri, Marcello Dell’Utri, il medico Alberto Zangrillo, Adriano Galliani, Renato Della Valle e gli uomini Fininvest Danilo Pellegrino e Stefano Sala. La famiglia è quasi al completo: ci sono i figli Marina, Barbara, Eleonora, Luigi con i nipoti, ma non Pier Silvio terrorizzato dalla possibilità di contagiarsi. Ma ad Arcore dicono che proprio Pier Silvio fosse il più contrario alla celebrazione. Ma tant’è. Niente spazio per le polemiche, è il giorno della festa.

I due innamorati accolgono gli ospiti per l’aperitivo. Berlusconi indossa un abito blu Armani con mughetto all’occhiello, lady Marta con vestito in pizzo francese color avorio con tanto di scollatura a V e strascico di quattro metri, disegnato da Antonio Riva, lo stesso che firmò il look nuziale di Veronica Lario. “Sono felice di avere le persone a me care qui con me in questa giornata e dopo aver passato un momento difficile” li saluta Berlusconi facendo riferimento ai recenti problemi di salute. Il pranzo è stato preparato dallo chef tristellato Michelin Vittorio Cerea. Menù tutto lombardo: vitello al limone come antipasto, gnocchi di ricotta e patate allo zafferano e robiola e paccheri al pomodoro, i due primi; come secondo, tagliata di manzo al vino rosso e di dolce torta di mele e nutella. Il tutto innaffiato con Pinot bianco dell’Alto Adige. Dopo il discorso molto applaudito, il momento clou arriva quando il Caimano si mette al pianoforte, insieme al suo amico di sempre Fidel Confalonieri. Canzoni francesi, naturalmente. Quando si passa alle napoletane, al piano va Gigi D’Alessio e attacca ’O’Sarracino, Malafemmena e ’O surdato ’nnammurato (clamorosa l’assenza di Mariano Apicella). E infine, in salsa milanese, O mia bela Madunina. La festa si conclude nel pratone della villa, con il taglio della torta nuziale a tre piani (uno per ogni anno di fidanzamento), champagne e le relative photo opportunity. Berlusconi chiama a fare la foto anche Salvini: “È l’unico leader politico”. Lui, in imbarazzo, forse scaramantico, replica: “Forza Milan!”. Ma prima di andarsene, come da tradizione, gli ospiti sono officiati con i regali della casa consegnati da Silvio in persona: a qualcuno orologi d’oro Tissot, ad altri cravatte firmate “Silvio Berlusconi”.

L’amore è stato celebrato. Lei voleva farsi sposare, glielo ha chiesto al San Raffaele a fine gennaio, nei giorni in cui l’ex premier era ricoverato dopo il ritiro dalla corsa al Quirinale. Lui in un primo momento le aveva detto di sì, salvo poi rimangiarsi la promessa dopo l’insurrezione della famiglia, contraria all’ingresso di un’“estranea” nell’asse ereditario, una moglie a cui sarebbe spettata la “legittima” ovvero una bella fetta del patrimonio stimato in 6 miliardi di euro. Nell’ultimo anno la giovane deputata è uscita dal suo guscio e ha preso parola: chiama i parlamentari, telefona a una ristretta cerchia di giornalisti, stila con perfidia la lista dei “buoni” e “cattivi”, tesse la sua tela con la famiglia. Tant’è che ieri i maligni parlavano di “Marta day”. Ma, come dice sempre Berlusconi, “l’amore vince sempre sull’invidia e sull’odio”.

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Fabrizio de Feo, il Giornale
È una festa d’amore, un evento simbolico pensato per celebrare un legame che è cresciuto nel tempo e si è rafforzato e consolidato durante il lockdown quello che va in scena a Villa Gernetto. Silvio Berlusconi e la compagna Marta Fascina, parlamentare di Forza Italia, si scambiano una promessa e lo fanno attraverso un rito diffuso negli Stati Uniti che rappresenta la volontà di suggellare un’unione, sia pure senza alcun valore civile o giuridico. Un evento a cui partecipa anche Matteo Salvini, a testimonianza dei buoni rapporti politici e personali tra i due leader, tanto che come racconta Vittorio Sgarbi, lo stesso Berlusconi lo definisce nel suo saluto pubblico «il politico più coerente, il più trasparente e affidabile».
A Lesmo in Brianza, nella dimora risalente alla metà del 700 di proprietà dell’ex premier, si ritrovano una sessantina di invitati. Berlusconi e Fascina si scambiano una promessa e gli anelli nella piccola cappella. Il Cavaliere sceglie un completo di Armani blu con un mughetto all’occhiello, mentre Marta Fascina indossa un abito bianco in pizzo francese, con corpetto, mezzo colletto e scollatura casta a V, oltre a un ampio strascico bianco creato dallo stilista Antonio Riva. Di mughetto anche il bouquet, in pendant con l’occhiello di Berlusconi. Lui le regala un solitario, lei un calco delle sue mani intrecciate a quelle del compagno.
Come di consueto ogni dettaglio è controllato fin nei particolari dal fondatore di Forza Italia, con 150 statue disposte nei giardini all’italiana arricchiti dai giochi d’acqua, con tanto di fontana principale col getto a forma di torta; l’arredamento d’epoca, l’aperitivo nella sala dei passi perduti – accompagnato da un’ensemble di viola e tre violini. – e il pranzo nel salone delle feste. La lista degli invitati comprende i familiari, con il fratello Paolo e i figli Marina, Barbara, Eleonora e Luigi con i nipoti, mentre non c’è Pier Silvio che preferisce tenersi lontano da eventi troppo affollati per via del Covid (tutti gli invitati comunque hanno effettuato un tampone). 
Sono presenti Gianni Letta con signora, Marcello Dell’Utri con la moglie, Fedele Confalonieri, Adriano Galliani con la compagna, Niccolò Ghedini con la moglie, il medico personale del Cavaliere Alberto Zangrillo, Renato Della Valle, i parlamentari Licia Ronzulli, Anna Maria Bernini, Antonio Tajani, Valentino Valentini, Vittorio Sgarbi, l’amministratore delegato di Fininvest, Danilo Pellegrino con la compagna, l’ad di Publitalia, Stefano Sala, e il presidente della Vigilanza Rai, Alberto Barachini. Assente Paolo Barelli, positivo al Covid.
Il menu a forte trazione lombarda è opera del ristorante stellato «Da Vittorio» di Brusaporto che nelle scorse settimane ha presentato all’ex premier diverse proposte e assaggi. Alla fine la scelta è caduta sui mondeghili di vitello al limone con crema di sedano e rapa come antipasto, mentre per primo un bis di gnocchetti di ricotta e patate allo zafferano, robiola e pan pepato e i paccheri alla Vittorio, a base di tre tipi di pomodoro. Come secondo una tagliata di manzo al vino rosso con patata fondente e crema di carote alla cannella e, oltre alla torta a tre piani a richiamare gli anni di fidanzamento della coppia e alla torta di mele passione del presidente di Forza Italia, una kermesse di dolci e un gelato molto apprezzato. Agli uomini il Cavaliere ha regalato ha una cravatta Damiano Presta, alle donne un foulard e un orologio da taschino. 
Silvio Berlusconi si concede un brindisi, un augurio di gioia e di serenità per tutti, non senza un riferimento ai tempi bui della guerra. «Sono felice di avere le persone che mi sono care qui con me in questa giornata e grato al cielo per avermi dato una donna che mi vuole bene, mi ha aiutato e mi ha dato amore», dice. C’è spazio per la musica, passione sempre intatta del Cavaliere. Al pianoforte si siede Gigi D’Alessio che è tra gli invitati e regala cinque canzoni ai presenti. Alla tastiera si siede Fedele Confalonieri che accompagna Berlusconi in un repertorio di canzoni francesi, un piccolo show che si conclude con una virata milanese e l’esecuzione di «O mia bela Madunina». Un revival degli antichi fasti musicali, di quando i due giovani amici suonavano e cantavano nei night, nel segno di una amicizia che ha attraversato una vita intera.