La Stampa, 19 marzo 2022
L’omicron 2 è il virus più contagioso di sempre
I contagi continuano a salire, l’indice Rt pure, mentre la discesa dei ricoveri sembra essersi arrestata. E intanto la più infettiva variante Omicron 2 mette la freccia e si appresta a sorpassare l’originale. Messa così verrebbe da chiedersi cosa abbia indotto il governo a mandare in pensione tutti insieme Super Green Pass, Comitato tecnico scientifico e stato di emergenza. Ma gli esperti del ministro della Salute, Roberto Speranza, per ora non si fasciano la testa. Sanno che a fare la differenza sarà l’aumento o meno dei ricoveri, oltre che del numero dei morti. E questo lo si capirà entro la prossima settimana. Ma un po’ di ottimismo c’è, perché le curve un sussulto verso l’alto probabilmente lo faranno registrare, ma senza arrivare ai 400 decessi al giorno e ai 20 mila ricoverati nei reparti ordinari conteggiati al picco della quarta ondata, un paio di mesi fa. Questo perché, tra l’aumento dei vaccinati e dei contagiati da Omicron, ormai il 90 per cento e passa della popolazione è immunizzato. E se questo non protegge fino in fondo dalle reinfezioni, sicuramente ostacola l’evoluzione del contagio verso forme più gravi di malattia. E poi l’arrivo delle temperature più miti dovrebbe fare il resto.
Certo, Omicron 2 avanza, secondo il monitoraggio pubblicato ieri dall’Istituto superiore di sanità è ormai arrivata al 44,1% dei casi totali, con punte del 79,7% in Liguria, del 75% in Alto Adige, del 65% in Toscana e del 62,5% in Lombardia. E i dati in possesso dell’Ema dicono che la sottovariante BA.2 è più contagiosa del 30%. Con questa ultima mutazione il Covid è oramai il virus più contagioso mai circolato tra gli uomini, tanto che in assenza di restrizioni ogni persona sarebbe in grado di reinfettarne in media tra 15 e 18.
Ci sarebbe dunque Omicron 2 dietro i campanelli d’allarme che il monitoraggio settimanale a cura dell’Iss ha fatto tintinnare ieri. In soli sette giorni l’incidenza settimanale dei casi ogni 100 mila abitanti è infatti balzata da 510 a 725, mentre l’indice Rt è salito da 0,83 a 0,94, vicinissimo dunque alla «quota uno» oltre la quale ogni positivo contagia più di una persona. E probabilmente quella soglia è già stata superata, visto che per un complesso sistema di calcolo l’Rt riportato dal monitoraggio fotografa la situazione di una decina di giorni fa.
La pressione sugli ospedali resta bassa, con il tasso di occupazione dei letti in terapia intensiva che dal 5,5% scende ancora al 4,8 ma con i reparti di medicina inchiodati al 12,9% dopo una discesa che durava da oltre un mese. Con questo quadro in evoluzione l’Aifa deciderà a breve se a e a chi somministrare una quarta dose. Una parte dei tecnici vorrebbe aspettare il nuovo vaccino aggiornato su Omicron, altri romperebbero subito gli indugi somministrando quello che c’è agli anziani, forse dai 75 anni in su. Il verdetto dovrebbe arrivare la prossima settimana.