La Stampa, 19 marzo 2022
Il potere di un risata in piena guerra
In questa invasione dell’Ucraina abbiamo assistito ad alcune sorprese nel modo di rappresentare la guerra. Innanzitutto, l’uso costante dei cellulari come strumento di comunicazione istantanea: tutti i soldati ucraini (non quelli russi) avevano un cellulare con cui riprendere le loro azioni guerresche. Secondariamente, l’uso dell’umorismo nel racconto della guerra. Infatti, abbiamo visto molti video e immagini dal campo di battaglia con scene ridicole: contadini che agganciavano ai loro trattori i carri armati fermi per mancanza di carburante e se li portavano via; automobilisti che trainavano a rimorchio mortai; ciclisti con munizioni di artiglieria sul portapacchi. Pareva che nelle campagne e nei villaggi si fosse scatenata la gara all’appropriazione di materiale bellico abbandonato dai russi, senza mai dimenticarsi di documentare il bottino con i cellulari. Abbiamo avuto una proliferazione di scene divertenti che sono diventate virali sui social media (soprattutto su Twitter). Probabilmente, rimarrà nella storia della comunicazione quel post di un contadino che vendeva su Ebay un carro armato russo per 400.000 dollari. E il governo ucraino, molto attento alla comunicazione, ha seguito il trend annunciando la defiscalizzazione del materiale sottratto al nemico. Quindi, i contadini ucraini possono tenersi un carro armato russo nel loro orto senza dover pagare le tasse.
Questo atteggiamento apparentemente frivolo sulla guerra in corso ci rivela il carattere di questo popolo, che non solo resiste coraggiosamente a un nemico molto più potente, ma si permette pure il lusso di prenderlo in giro. Un modo efficace per dimostrare di non avere paura. Ma non è solo una brillante trovata di propaganda, è proprio la natura degli ucraini, che non perdono la voglia di scherzare anche nel bel mezzo di una guerra. In fondo, hanno visto tante guerre, invasioni e carestie nella loro storia. Infine, questa derisione dei russi suona anche come una rivalsa da parte degli ucraini, da sempre considerati come i parenti inferiori della famiglia russa. Quindi, una guerra che fa soffrire, ma senza perdere il potere di una risata. —