Avvenire, 18 marzo 2022
L’Onu riconosce i taleban
Sarà la tensione alle stelle provocata dalla guerra in Ucraina, o sarà forse la presa d’atto dello sdoganamento progressivo da parte di buona parte delle cancellerie dopo lavventi al potere dell’agosto scorso a kabul, ma il Consiglio di sicurezza della nazioni Unite ha di fato ricnosciutro i taleban. L’Onu ha stabilito infatti, attraverso una risoluzione del Consiglio di sicurezza, relazioni «formali e stabili» con i taleban dell’Afghanistan. I riconoscimento è implicito, anche se nel testo non viene mai menzionata la parola «taleban». La risoluzione in pratica estende di un altro anno la Missione di assistenza Onu in Afghanistan (Unama), per garantire la presenza delle Nazioni Unite nell’Afghanistan. Il testo ha ottenuto 14 voti a favore e l’astensione della Russia. Questa settimana Mosca ha ostacolato i negoziati, opponendosi al documento sul nuovo mandato di Unama perché mancava «il consenso delle autorità de facto», ossia i taleban, e c’era il rischio che ponesse il veto. Di fatto quindi Mosca ha fatto un operazione di blocco, implicitamente riconoscendo i taleban. Su un altro scenario, all’indomani della visita del premier britannico Boris Johnson sembra aprirsi uno spiraglio in un’altra crisi. I ribelli filoiraniani Houthi dello Yemen hanno dichiarato di essere pronti a impegnarsi in colloqui di pace con la coalizione a guida saudita a condizione che siano tenuti in un Paese neutrale. I sauditi avevano invece proposto come sede Riad.