Francesco Bisozzi per “il Messaggero”, 18 marzo 2022
CRYPTO-WAR! - LA RUSSIA TENTA DI USCIRE DALL’ISOLAMENTO FINANZIARIO CON LE VALUTE DIGITALI, DI CUI È IL TERZO PRODUTTORE AL MONDO. L’UNIONE EUROPEA È CONVINTA CHE MOSCA POSSA UTILIZZARE I BITCOIN PER AGGIRARE LE SANZIONI, SFRUTTANDO IL VUOTO NORMATIVO SULLE CRIPTOVALUTE. NON È UN CASO CHE TRA IL 24 E IL 28 FEBBRAIO, CIOÈ DAL GIORNO DELL’INVASIONE DELL’UCRAINA A QUELLO DEL TERZO PACCHETTO DI SANZIONI, CI SIA STATO UN FORTE AUMENTO DELLE TRANSAZIONI… -
La guerra si combatte anche a colpi di Bitcoin. La Russia, in evidente difficoltà con i pagamenti, guarda ora alle criptovalute per uscire dall’isolamento finanziario determinato dalle sanzioni e, in particolare, dall’esclusione dal sistema Swift.
Esclusione che ha complicato non poco il pagamento da parte di Mosca delle cedole da 117 milioni di dollari Usa per gli interessi sui bond in scadenza il 16 marzo: ieri gli obbligazionisti hanno confermato solo in serata di aver ricevuto le somme attese in dollari, evitando così il default teorico.
LO SCENARIO Lo scacco matto inflitto a Putin con l’allontanamento dal circuito Swift si è subito riflesso sui mercati delle criptomonete. La Russia, è il caso di ricordarlo, è il terzo produttore mondiale di Bitcoin con il mining.
Lancia l’allarme Massimo Doria, Capo servizio dei strumenti di pagamento di Bankitalia, intervenuto ieri a un webinar sul tema organizzato dal Messaggero: «Tra il 24 febbraio, giorno di inizio del conflitto, e il 28 febbraio, terzo pacchetto importante di sanzioni, abbiamo verificato un aumento della frequenza di transazioni in cripto-attività, soprattutto in Bitcoin, concomitante con la forte svalutazione del rublo e con la difficoltà di convertire la divisa russa».
Anche Bruxelles è convinta che i Bitcoin possano essere utilizzati per aggirare le sanzioni. Non a caso il Consiglio europeo ha chiarito il concetto di «valori mobiliari», in modo da includere anche le criptovalute e garantire così la corretta attuazione delle restrizioni in atto. Una mossa pensata per non lasciare scappatoie agli oligarchi in cerca di rifugi dorati. Prosegue il ragionamento di Doria: «Non è scontata la capacità dell’infrastruttura tecnologica di reggere una domanda così forte».
Per la Consob, e il suo presidente Paolo Savona, c’è un vuoto normativo da colmare. La Commissione bicamerale d’inchiesta sulle banche si è già mossa. La presidente dell’organismo, Carla Ruocco, ha annunciato l’avvio di un ciclo di audizioni, spiegando che «da tempo si registra sul mercato un interesse crescente, a livello europeo e internazionale, verso le cripto-attività, ma in assenza di un quadro regolamentare di riferimento si espone il fianco a rischi di diversa natura, come la volatilità delle quotazioni e l’assenza di tutele legali e contrattuali».
Intanto le Autorità di vigilanza europee (l’Autorità bancaria europea, l’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati e l’Autorità europea delle assicurazioni e delle pensioni) avvertono i consumatori sui rischi che comportano gli investimenti in criptodivise, in termini di perdite di denaro e truffe. «Numerose cripto-attività sono altamente rischiose e speculative e non sono adatte per la maggior parte dei consumatori al dettaglio come investimento o mezzo di pagamento o scambio», sottolineano Eba, Esma ed Eiopa. I TEMPI La Russia, come detto, ha rimborsato all’ultimo i 117 milioni di dollari di interessi su due bond in divisa estera. Il ministro delle Finanze di Putin, Anton Siluanov, aveva precisato che «l’impossibilità di completare il pagamento in valuta estera non dipendeva da Mosca», puntando il dito contro l’esclusione della Russia dallo Swift.
I pagamenti sono stati ricevuti in zona Cesarini dalla banca controparte JPMorgan, che li ha girati all’agente pagatore Citibank. Il rublo, in caduta verticale dopo l’invasione, ora vale 0,0097 dollari. Il Bitcoin, dopo aver registrato una flessione nei primi giorni dell’offensiva, ha superato il 10 marzo la soglia dei 44mila dollari, mentre adesso viaggia sui 40mila dollari.