Il Messaggero, 17 marzo 2022
Biografia di Teodora, moglie di Giustiniano
«Penso che, in questo momento, la fuga sarebbe la più sbagliata delle scelte, anche se non ci fosse altra via di salvezza. Se è vero che ogni uomo che ha visto la luce del mondo non può sfuggire alla morte, allo stesso modo l’uomo che è stato imperatore non potrà sopportare di vivere in esilio. Per parte mia, io non accetterei mai di spogliarmi di questa porpora né vedere il giorno in cui non verrei più chiamata imperatrice. Quanto a te, sovrano, se vuoi salvare la tua vita, fallo pure. Hai tutte le possibilità: possiedi molti tesori, la nave è pronta, il mare è libero. Ma fai attenzione, che questa salvezza non sia più fatale della stessa morte. Quanto a me, resto fedele all’antico detto: La porpora (il potere) è uno splendido sudario. E resto».
L’ESORTAZIONE
Queste parole sono state pronunciate, moltissimi secoli fa, da una donna della quale molto si è detto, in bene e in male. Si tratta di Teodora, moglie dell’imperatore Giustiniano. La sua esortazione è avvenuta in un momento drammatico, durante una ribellione dell’inizio del 532 d.C. nota come rivolta di Nika. Preso dal panico, Giustiniano voleva fuggire. Le parole della moglie, tuttavia, lo inducono a rimanere; sarà lei a dare incarico al generale Belisario e al capitano degli Illiri di stroncare con durezza i moti. Salverà così il trono dello sposo.
LE INVASIONI BARBARICHE
Giustiniano e Teodora si dedicheranno a modernizzare e abbellire Costantinopoli, edificando acquedotti, ponti e Chiese, fra cui la magnifica Santa Sofia, Hagia Sofia. Il loro sogno è fare di Costantinopoli l’equivalente di Roma nei secoli dell’apogeo.
La vita di Teodora e del marito si colloca in una fase travagliata della storia. Nel 476 d.C. l’impero romano d’Occidente è caduto, con la deposizione di Romolo Augusto (o Augustolo) a opera di Odoacre. Mentre la penisola è travagliata dalle ben note invasioni barbariche, l’impero d’Oriente (che si era staccato nel 395) ancora resiste. Il fulcro, la città più importante è Costantinopoli, antica Bisanzio. In questo contesto, fra la fine del mondo antico e l’apertura del Medioevo, si svolge la vicenda.
LE VOCI MALEVOLE
Le origini di Teodora sono incerte: secondo alcuni è nata a Cipro intorno al 500, o in Siria; l’ipotesi più probabile è che sia di Costantinopoli, dove comunque vive. La sua famiglia è povera: il padre, Acacio, lavora in un circo o forse all’ippodromo, è un guardiano di orsi, mentre la madre è un’attrice e ballerina. Rimasta orfana del genitore, Teodora intraprende la professione di attrice, che all’epoca aveva connotazioni licenziose.
Molte saranno le voci malevole sulla sua gioventù, fomentate soprattutto dallo storico Procopio di Cesarea, che per certi versi la esalta, per altri (ne La Storia arcana, una specie di libello) la pone in una pessima luce, insistendo sui suoi rapporti dissoluti con il mondo maschile. In effetti, però, si sa poco della gioventù di Teodora, se non che è stata attrice, ha avuto una vita avventurosa, ha viaggiato e vissuto in diversi luoghi.
L’AMORE
Teodora conosce Giustiniano, nipote dell’imperatore Giustino, quando lui ha circa quaranta anni, lei la metà ed è molto bella e decisa. Scoppia il colpo di fulmine, tanto che lui farà modificare una legge che impedisce ai notabili di unirsi in matrimonio con le attrici, per poterla sposare. Intelligente, determinatissima, ambiziosa, Teodora è capace di gesti efferati e di spietatezza, ma anche di pietas e solidarietà verso gli sfortunati. Quando Giustiniano sale al trono, nel 527, attribuisce alla moglie il titolo di Augusta e la incorona. Teodora ha su di lui una grande influenza, che esercita un po’ in tutti i campi, da quello religioso (interviene nella questione monofisita) a quello militare e politico. È una paladina ante litteram dei diritti femminili, si adopera per aiutare le donne, in particolare quelle più povere e le prostitute.
LE PROPRIETÀ
Il Corpus Iuris Civilis, ovvero la raccolta di leggi voluta da Giustiniano, risentirà in qualche modo del suo influsso, tanto è vero che l’imperatore viene detto legislator uxoris. Vengono lasciate in vigore le leggi sul matrimonio, in particolare quelle sulla dote, che costituisce in parte il patrimonio della donna. Anche i doni fatti dal marito vengono conservati e valorizzati, in quanto proprietà della donna. Vengono inoltre emanate leggi sul divorzio e sull’adulterio. Quanto importante debba essere stato il suo ruolo, si comprende anche dai magnifici mosaici di Ravenna, nella basilica di San Vitale, dove è raffigurata al centro della corte.
Molti sono gli scrittori che si ispireranno a lei o ne parleranno, fra cui Carlo Goldoni con il Belisario, Gabriele d’Annunzio e Victorien Sardou (che la fa interpretare da Sarah Bernhardt). Non sono mancati i film, i quadri, i disegni, le collezioni di moda. C’è persino una foto di Lady Randolph Churchill (la madre di Winston) vestita da Teodora. Pochi anni prima della sua morte, il regno è travagliato dalla terribile epidemia nota come peste di Giustiniano, che modifica gli assetti geopolitici. Teodora scompare, forse di tumore al seno, nel 548. Il marito continuerà a onorarla e non si risposerà mai.