ItaliaOggi, 17 marzo 2022
Il Cav è caduto di nuovo: è all’8%
Il giudizio era stato unanime, suffragato da sondaggi sui quali tuttavia l’interrogativo preme, non fosse altro perché ci si avvicina alle amministrative, che vanno giudicate comune per comune, mentre le politiche distano troppo. Silvio Berlusconi aveva recuperato spazio, grazie alla mancata candidatura, al dinamismo quirinalizio, alla centralità politica riconosciutagli dai partiti.
Non ha però fruito dell’onda lunga di quel moto che gli era costato parecchio pure sul piano fisico e personale. Infatti, la percentuale di Fi è tornata intorno a 8, secondo alcune recenti ricerche di mercato, compresa quella di Alessandra Ghisleri. Che sia fortuita la sparizione dell’attributo di “maga” che Augusto Minzolini le assegnava costantemente, mentre ha cassato Berluconi da oltre un anno? Ormai è evidente che il Cav continua a trascinare un cinque per cento di seguito, mentre l’eccedenza messa insieme da Fi è dovuta a quanto rimane dell’antico e mai realizzato partito liberale di massa.
Berlusconi prosegue, però, nel richiamare il partito a un’unità poco praticata, come si è visto con la rumorosa ribellione (non si può usare altro termine) di Renato Brunetta sul catasto. Ecco perché Antonio Tajani è in un fitto lavorio come portavoce del Cav, il cui pensiero ribadisce di continuo. Si direbbe che il volto azzurro sia oggi quello anti fiscale.
Un cruccio tuttavia arriva a Berlusconi dal bellicismo di Vladimir Putin. La prosecuzione della guerra ha man mano ridotto al lumicino le pressioni sul Cav affinché intervenisse “sull’amico Putin”. C’è la consapevolezza di un compito troppo elevato, per non definirlo infattibile. Il Cav è costretto a limitarsi a rammentare (e a far citare) l’antica intesa di Pratica di Mare.