La Stampa, 17 marzo 2022
Matilde Gioli ha trovato l’amore
«Senza mezzi termini, senza riserve, senza fidanzato per sentirsi senza briglie, bella senza crederci troppo, appassionata di super eroi....» Era solo l’anno scorso, oggi la vita di Matilde Gioli è cambiata completamente. Merito del fidanzato, amore fresco da batticuore continuo, e merito di Doc, nelle tue mani, la serie cult che stasera chiude la seconda stagione, ascolti record e pubblico trasversale.
Ci dica subito, la sua dottoressa Giordano si rimetterà insieme al dottor Fanti Argentero?
«Posso solo dire che in Doc ogni possibilità è aperta. Come il finale, fertile per nuovi accadimenti».
Parlare di ospedali in piena emergenza Covid, una scommessa coraggiosa?
«Sinceramente io ero disperata, in pieno lockdown mi sembrava persino indelicato. Invece c’è stata subito una risposta enorme, anche da parte dei medici che ci hanno scritto sentendosi ben rappresentati. La gente ha capito e si è emozionata con noi. Prendersi cura degli altri è bellissimo e i medici lo fanno anche quando appaiono freddi e distaccati».
Lei in tema ha maturato una lunga esperienza vero?
«Per mio padre che è morto giovane parlavo con gli oncologi che lo seguivano. E poi io, investita da un uomo di 90 chili in piena schiena. Avevo 5 vertebre rotte e la mia schiena era debolissima, rischiavo di restare paraplegica. Un mese e mezzo in terapia intensiva in Inghilterra, dove i dottori mi chiamavano "sweet girl" ed erano carinissimi, non mi sono mai sentita abbandonata».
Per Doc è una dottoressa apparentemente algida e abilissima. Dove ha imparato?
«Sul set avevamo una schiera di consulenti e abbiamo fatto uno stage al Policlinico Gemelli di Roma. Con noi c’era Raffaele Landolfi, professore di medicina interna e direttore scientifico del Gemelli Training Centre. Con lui abbiamo capito la dinamica dei reparti, abbiamo visto come si comportano gli specializzandi. Sono rimasta sua grande amica, persona stupenda e anche molto spiritosa».
Lei ama la bici, i cavalli, la natura, gli animali. Altro?
«Non basta? Mi piace molto lo sport praticato magari all’aperto e ho un cane, una gatta e ora anche un cavallo, puledro spagnolo di nome Nadador».
Grazie al suo amore per i cavalli ha incontrato il suo compagno, giusto?
«Sì, cercavo un centro dove cavalcare e lui era l’istruttore. Da dieci mesi stiamo insieme e siamo felicissimi. Lui appartiene a un’altra realtà, è un grandissimo sportivo e non sapeva neppure che io facessi l’attrice».
Non è geloso di lei tra Argentero e gli altri dottori?
«Sono io la gelosona della coppia. Ora sono migliorata ma essendo fondamentalmente insicura, temo sempre che si possa innamorare di un’altra, così, all’improvviso come è capitato a noi».
Si è trasferita a Roma per lui ?
«Sì. Io adoro Milano, le mie radici, ho sempre voluto fare la pendolare, però quando l’ho conosciuto non ci ho pensato due volte. Con lui mi sento a casa. Ringrazio ogni giorno il cielo per la fortuna che ho. Dopo la morte di mio padre non ero mai più stata felice».
Adesso vorrà anche figli?
«Certo che ci penso. Per mia fortuna ho progetti da qui a due anni e dunque ho tempo. Prima un film in costume e poi la terza serie di Doc che prende molto tempo. Poi per forza di cose dovrò rallentare. Tutti e due veniamo da famiglie genuine e poi a me piace pensare che il futuro lo preveda. Ho 32 anni, una bella età».
E dire che lei voleva fare tutt’altro nella vita.
«Sono laureata in filosofia, una preparazione che mi aiuta in tutto. Rifarei questa scelta mille volte. Mi sarebbe piaciuto andare avanti ma dopo mio padre era necessario che noi figli più grandi lavorassimo. Ma zero rimpianti. Recitare è un lavoro difficile, devi mettere sul tavolo i tuoi sentimenti, una catarsi purificatrice ma dolorosa. A volte si esorcizza. A volte è troppo».