1 - NUCLEARE: IRAN, 'A VIENNA FINO A CHE NON SI TROVA ACCORDO, 16 marzo 2022
VODKA E SALMAN - L’ARABIA SAUDITA CONTINUA A RIFILARE SCHIAFFONI A BIDEN: LA DECISIONE DI APRIRE ALLO YUAN, AL POSTO DEI DOLLARI, PER LE VENDITE DI PETROLIO ALLA CINA È L’ENNESIMO AVVERTIMENTO A “SLEEPY JOE”. PERCHÉ PROPRIO ORA? SEMPLICE: A VIENNA SONO RIPRESI I COLLOQUI DEL FORMATO 5+1 PER TROVARE UN ACCORDO SUL NUCLEARE IRANIANO. TEHERAN È IL NEMICO PUBBLICO NUMERO UNO DI RIAD E BIN SALMAN VUOLE FAR CAPIRE AGLI AMERICANI CHE SE STENDE IL TAPPETO ROSSO AGLI AYATOLLAH (SCIITI) PUÒ DIRE ADDIO ALL’ALLEANZA CON I PAESI DEL GOLFO (SUNNITI) - L'INTRECCIO DI INTERESSI CON LA GUERRA IN UCRAINA -
(ANSA) - TEHERAN, 14 MAR - "Resteremo ai colloqui di Vienna fino a che non raggiungeremo un 'accordo forte' che va incontro a tutte le nostre richieste logiche e legali". Lo ha affermato su Twitter il Segretario del Consiglio supremo per la Sicurezza nazionale iraniano Ali Shamkhani in riferimento ai colloqui in corso nella capitale austriaca dal 29 novembre per rilanciare l'accordo sul nucleare del 2015.
"Tutti i rami del governo iraniano, a prescindere da intenzionali proteste interne o esterne, si impegnano soltanto a promuovere gli interessi nazionali" ha aggiunto Shamkhani che è incaricato di seguire la trattativa sul dossier nucleare iraniano a Vienna.
I rappresentanti occidentali presenti al tavolo nella capitale austriaca - Germania, Francia e Gran Bretagna - hanno recentemente incolpato la Russia rispetto allo stallo nei negoziati a causa di alcune nuove richieste presentate da Mosca.
Al contrario, l'Iran ritiene che non si riesca ad arrivare ad un accordo a causa di decisioni politiche che dovrebbero essere prese dagli Stati Uniti.
2 - IRAN, 'I NOSTRI RAPPORTI CON LA RUSSIA RIMANGONO IMPORTANTI' (ANSA) - L'Iran ritiene sempre "importanti" le sue relazioni con la Russia, "a dispetto di qualsiasi sviluppo internazionale". Lo ha detto il ministro degli Esteri di Teheran, Hossein Amir-Abdollahian, in un incontro oggi a Mosca con il suo omologo russo Serghei Lavrov.
La dichiarazione di Amir-Abdollahian, citato dall'agenzia iraniana Irna, tende implicitamente a smentire le voci di dissidi sorti nelle ultime settimane fra Teheran e Mosca, dopo che una richiesta della Russia agli Usa è sembrata poter ritardare il raggiungimento di un accordo che riattivi l'intesa sul nucleare iraniano del 2015, con la conseguente revoca di sanzioni contro la Repubblica islamica.
La Russia, in particolare, ha chiesto a Washington garanzie scritte che le sanzioni imposte a Mosca per l'invasione dell'Ucraina non impediscano lo sviluppo delle sue relazioni commerciali con Teheran se ci sarà un accordo che consenta la revoca delle sanzioni contro l'Iran. "L'Iran elogia gli sforzi della Russia per la riattivazione dell'accordo nucleare nelle trattative di Vienna", ha aggiunto Amir-Abollahian.
3 - PETROLIO NON OLET - A CHE GIOCO GIOCANO I SAUDITI? RIAD STA PENSANDO DI ACCETTARE LO YUAN, INVECE DEI DOLLARI, PER LE VENDITE DI PETROLIO ALLA CINA - SAREBBE IL SECONDO SGARBO NEL GIRO DI DIECI GIORNI A BIDEN: BIN SALMAN L’ALTRO GIORNO GLI HA RIATTACCATO LA CORNETTA IN FACCIA. I SAUDITI RINFACCIANO AGLI USA LA RIAPERTURA DEI NEGOZIATI CON L’IRAN SUL NUCLEARE - DAGOSPIA DEL 14 MARZO 2022
https://www.dagospia.com/rubrica-4/business/petrolio-non-olet-che-gioco-giocano-sauditi-riad-sta-pensando-303144.htm
4 - CHE SCHIAFFONE PER BIDEN! - I DUE MOHAMMED, BIN SALMAN E BIN ZAYED, HANNO RIATTACCATO IL TELEFONO IN FACCIA AL PRESIDENTE AMERICANO, CHE VOLEVA CONVINCERLI A INTERVENIRE PER ABBASSARE IL PREZZO DEL PETROLIO. IL MOTIVO È SEMPLICE: "SLEEPY JOE" STA APPARECCHIANDO IL NUOVO ACCORDO SUL NUCLEARE CON L’IRAN, CHE PER SAUDITI ED EMIRATI ARABI UNITI È PEGGIO DELLA KRYPTONITE - DAGOSPIA DEL 9 MARZO 2022 https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/che-schiaffone-biden-due-mohammed-bin-salman-bin-zayed-hanno-302397.htm
5 - LA PARTITA SI ALLARGA: A MOSCA IN GIOCO IL NUCLEARE IRANIANO Lorenzo Vita per https://it.insideover.com/ - 14 marzo 2022
Non solo Ucraina. Nel grande gioco della diplomazia mondiale entra anche il dossier Iran, quello legato al programma nucleare di Teheran.
Un tema sempre caldo in cui si intrecciano interessi che riguardano inevitabilmente anche la guerra a Kiev, dove sono coinvolte tutte le potenze che giocano un ruolo di primo piano anche nel più grande nodo strategico del Medio Oriente.
Oggi il ministero degli Esteri iraniano, citato dall’agenzia Irna, ha annunciato che il ministro Hossein Amir-Abdollahian sarà a Mosca. L’arrivo è previsto per domani. La notizia è particolarmente importante perché nei giorni scorsi, ma soprattutto prima dell’inizio della guerra, era sembrato che fosse vicino un compromesso tra le diverse potenze coinvolte nell’accordo sul programma nucleare iraniano, il Jcpoa.
Poi, il conflitto in Ucraina è entrato prepotentemente anche nei negoziati sull’atomo di Teheran, con la Russia che, assediata dalle sanzioni, ha chiesto garanzie sul commercio con l’Iran. Il ministro degli Esteri, Sergei Lavrov, era stato molto chiaro: il Cremlino avrebbe posto il veto a qualsiasi accordo senza che non fosse messo nero su bianco che le sanzioni non avrebbero intaccato i traffici tra Mosca e Teheran.
Una scelta decisamente in controtendenza rispetto al periodo precedente, perché, come spiegato da Agi, i funzionari occidentali concordano sul fatto che la Russia aveva svolto un ruolo assolutamente costruttivo sul negoziato di Vienna. Anzi, era ormai dato per “pronto” un testo che potesse porre fine alla sfida sul programma nucleare iraniano. Ma la richiesta russa ha imposto uno stallo a tutte le trattative.
L’Iran ora si trova a dover gestire un conflitto di interessi molto difficile. Da una parte c’è il problema di mantenere saldi i rapporti con la Russia in un momento in cui il presidente Vladimir Putin è isolato dal mondo.
Teheran non può mostrare di abbandonare la potenza che lo ha sostenuto in un difficilissimo negoziato sul nucleare degenerato soprattutto dopo l’uscita degli Stati Uniti con Donald Trump. E in questo momento i dossier che uniscono Iran e Russia sono molti, a cominciare da quello siriano, mai chiuso definitivamente, fino al discorso petrolifero.
Dall’altra parte, però, il governo iraniano sa anche che l’accordo è a un passo e questo potrebbe mettere fine a una serie di sanzioni che hanno indebolito l’economia nazionale e mantenuto l’isolamento di Teheran a un livello sostanzialmente bellico. A questo si aggiunge la spinta cinese, dal momento che Pechino e Teheran hanno siglato accordi strategici di importanza tale che qualsiasi stop sulla via dell’apertura all’Occidente sarebbe visto come un problema anche da parte di Xi Jinping.
Proprio per questo motivo, l’amministrazione iraniana invia a Mosca il capo della diplomazia e nello stesso tempo, attraverso il Segretario del Consiglio supremo per la Sicurezza nazionale, Ali Shamkhani, twitta: “Resteremo ai colloqui di Vienna fino a che non raggiungeremo un ‘accordo forte’ che va incontro a tutte le nostre richieste logiche e legali”.
“Tutti i rami del governo iraniano, a prescindere da intenzionali proteste interne o esterne, si impegnano soltanto a promuovere gli interessi nazionali” ha scritto Shamkhani. Ma se l’Occidente accusa la Russia, per l’Iran bisogna guardare anche agli Stati Uniti. E con gli Stati Uniti anche Israele, che quell’accordo lo ha sempre visto con sospetto, se non, con Benjamin Netanyahu, come un vero pericolo strategico.
A questo proposito, è chiaro che l’inserimento del governo israeliano nelle trattative tra Russia e Ucraina possa avere anche un peso nelle logiche dell’unico negoziato che in questo momento conta per lo Stato ebraico: quello sul nucleare iraniano. Il premier Naftali Bennett ha provato a ritagliare per il suo esecutivo il ruolo di mediatore. Israele ha ottimi legami con Mosca e con Kiev, e a questo si deve aggiungere l’interesse dello Stato mediorientale per garanzie sulla partita iraniana. Un intreccio quasi inestricabile, su cui pesa, inevitabilmente, il ruolo degli Stati Uniti. E su cui la Russia può puntare per ottenere condizioni più favorevoli nel negoziato per la fine della guerra.