Medusa, 16 marzo 2022
Putin e gli animali
Nel 2016 Putin, tra un pranzo con Gazprom e una cena con Rosneft, ha dichiarato che “gli scienziati che studiano la natura e la storia del mondo animale sono più importanti di tutti gli altri: si occupano di materie eterne, noi invece perseguiamo la vanità”.
(Visto che le reductio ad hitlerum in questi giorni abbondano, sarebbe un’occasione persa non ricordare qui anche gli sforzi del Terzo Reich per assicurare la tutela dei diritti degli animali. “Nel nuovo Reich non può esserci più posto per la crudeltà verso gli animali”: Adolf Hitler, 1933).
In Medusa. Storie dalla fine del mondo (per come lo conosciamo) scrivevamo:“gli animali sono stati messaggeri e promesse, nel racconto umano hanno assunto funzioni magiche e sacrificali, per colmare la nostra solitudine di specie li abbiamo trasformati in storie, leggende, metafore. Gli animali sono stati i primi intermediari tra l’uomo e le proprie origini”.
“A livello di creatività l’essere umano è forse unico e speciale; a livello di crudeltà, dobbiamo far cadere il forse. È una questione di potere e di responsabilità. Carl Safina, da statunitense, la mette giù così, con uno strano slancio: come nessun elefante piloterà mai un aereo di linea, nessun elefante lo farà mai schiantare sul World Trade Center. Respingere la minaccia di una coscienza animale ci aiuta a convivere con la nostra: a distinguerci dagli altri animali, però, la nostra irrazionalità e non il contrario. Siamo spinti dalla stravaganza e dall’invisibile”. Dal potere, dagli interessi economici, dalle nostalgie imperialiste.