La Stampa, 16 marzo 2022
Intel sbarca in Europa
Intel sbarca in Europa con un investimento di 80 miliardi di dollari spalmato su dieci anni e creerà a Magdeburgo, in Germania, un nuovo hub per la produzione di semiconduttori di tecnologia avanzata. Dopo mesi di mezze dichiarazioni, e lavori dietro le quinte con i governi continentali e l’Unione europea, la società californiana ha presentato il piano per lo sbarco in Europa.
Ci saranno due stabilimenti nuovi di zecca a Magdeburgo che diventerà una sorta di “Silicon Junction” come l’ha definita con orgoglio Pat Gelsinger, ceo di Intel, e ramificazioni in altri cinque Paesi europei, fra cui l’Italia dove negoziati sono in corso per individuare il sito che ospiterà la struttura per il packaging dei semiconduttori. Si tratta, per quanto concerne l’Italia, di un investimento fino a 4,5 miliardi che produrranno 1.500 nuovi posti di lavoro legati a Intel e 3.500 dell’indotto, fra fornitori e partner. Secondo quanto ha riferito Gelsinger, l’impianto sarà operativo fra il 2025 e il 2027 e Intel punta molto su questa struttura fondamentale per l’assemblaggio finale dei chip e dei microchip che la renderà un unicum in Europa. Soprattutto, notano fonti vicine al dossier, «questo è un investimento diretto ed è la prima presenza fisica di Intel sul territorio italiano».
Gelsinger, inoltre, si aspetta un incremento del ruolo italiano nella produzione dei chip dalla partnership fra l’israeliana Tower Semiconductor (acquistata da Intel qualche settimana fa per 7 miliardi) e STMicroelectronics partecipata dallo Stato italiano e francese che ha un laboratorio di eccellenza ad Agrate Brianza. L’idea è quella di «migliorare la qualità dei semiconduttori e di potenziare la capacità produttiva dell’intero sistema».
Il nostro Paese avrà un ruolo anche sulla ricerca e sviluppo di nuove soluzioni nei computer ad alte prestazioni, nei software, nella sicurezza e nel cloud: sono settori in cui la società californiana intensificherà la partnership con Leonardo, Infn e Cineca.
L’investimento iniziale di Intel in Europa è di 33 miliardi, diciassette dei quali andranno in Germania. I due complessi che sorgeranno a Magdeburgo impiegheranno 7 mila operai per la costruzione da zero della cittadella tecnologica che darà poi lavoro a 3 mila lavoratori dell’hi-tech e migliaia di persone nella catena logistica.
Dodici miliardi invece potenzieranno la struttura già proprietà di Intel a Leixlip, in Irlanda. Una volta completata, l’investimento totale della società americana in Irlanda sarà di 30 miliardi di euro.
La divisione ricerca e sviluppo sarà gestita invece in Francia dove è stato individuato a Plateau de Saclay il nuovo centro direzione: genererà mille posti di lavoro altamente qualificati di cui 450 già entro il 2024. La Francia diventerà il quartier generale europeo per i computer ad alte prestazioni e per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale. La rete Intel avrà poi terminali anche in Spagna e in Polonia in un disegno che Gelsinger ha definito «olistico». Ovvero tutta l’Europa è stata coinvolta nel piano, reso possibile – evidenziano ad Intel – dallo “European Chips Act” approvato il mese scorso dall’Unione europea. L’obiettivo è quello di avere un’industria europea in grado di produrre entro il 2030 il 20% dei semiconduttori mondiali, un mercato oggi dominato dall’Asia.
La scelta di Intel di dislocare impianti e fabbriche in diversi Paesi europei consente di avere maggiori sussidi e incentivi dai governi coinvolti anche se questo – ha notato Gelsinger – significa avere a che fare con regole differenti sul mercato del lavoro.