La Stampa, 16 marzo 2022
Che cosa succede in Generali
Una vecchia conoscenza del mondo finanziario italiano e non solo, Claudio Costamagna, candidato presidente delle Generali. Accanto a lui, a sorpresa, un manager interno a sfidare Philippe Donnet per la carica di amministratore delegato: si tratta di Luciano Cirinà, oggi a capo del Centro-Est Europa. Francesco Gaetano Caltagirone, secondo maggior azionista del Leone, cala le sue carte in vista dell’assemblea che il 29 aprile deciderà chi guiderà la compagnia assicurativa per i prossimi tre anni. E lo fa nel giorno in cui le Generali, sotto la guida dell’ad Donnet – fresco di ricandidatura da parte del consiglio uscente –, presentano il miglior risultato operativo di sempre a 5,9 miliardi (+12,4%) e utili in crescita del 63,3% a 2,847 miliardi. Ma mentre Donnet annuncia di aver «concluso con successo il piano Generali 2021, dimostrando ancora una volta la nostra capacità di mantenere le promesse» e sta svolgendo la strategia al 2024 presentata il 15 dicembre, Caltagirone mira ad alzare l’asticella ancora più in alto: a inizio della settimana prossima – e a seguire in un roadshow globale – i suoi candidati al vertice presenteranno un piano alternativo con cui punteranno a sorprendere il mercato.
Per il momento toglie il velo alla lista che presenta 13 nomi, come quella del cda, con 6 donne e 7 uomini, tutti indipendenti (un tasso dell’85%) tranne due: lo stesso Caltagirone che, da capolista, in ogni caso siederà in consiglio, e il candidato amministratore delegato, Luciano Cirinà. Per la compagnia di Trieste spunta dunque un triestino di 56 anni che ha iniziato la carriera nel Leone 33 anni fa. Scalino dopo scalino, dal marzo 2013 – con ufficio a Praga – è responsabile delle attività del Leone in Europa Centrale e Orientale che include Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Polonia, Romania, Bulgaria, Serbia, Slovenia, Croazia e Austria. «Tale area geografica – si legge nella nota che accompagna la candidatura – sotto la sua guida è quella maggiormente cresciuta negli ultimi anni». Donnet, insomma, se la dovrà vedere con uno dei suoi manager di punta, tanto che, a quanto risulta, sarebbe tra le prime tre posizioni nelle cosiddette tavole di successione dell’amministratore delegato. Un manager, dunque, riconosciuto internamente e che ora dovrà farsi conoscere sul mercato. Anche per questo, ad accompagnarlo sarà il candidato presidente, Claudio Costamagna, ex numero uno in Europa dell’Investment banking di Goldman Sachs, ex presidente di Cdp. Ma la lista presenta anche altri volti noti alla finanza nazionale e internazionale. C’è Flavio Cattaneo, tra i manager italiani più conosciuti e con curriculum di vaglia: ex presidente e ad di Fiera Milano, già direttore generale della Rai, quindi ad di Terna, di Tim e di Ntv, di cui oggi è vicepresidente esecutivo. Per lui sarebbe un ritorno a Trieste, dove è già stato consigliere. C’è Alberto Cribiore, che è stato presidente globale di Merrill Lynch e poi vice presidente del Citi’s Institutional Clients Group. E c’è Stefano Marsaglia, ex executive chairman del Cib di Mediobanca (grande sponsor della lista del cda) mentre ora si occupa di private equity ad Azzurra Capital. Nella lista troviamo l’ex manager di Sky Italia, ora ai vertici europei di Freemantle, Andrea Scrosati, le economiste Marina Brogi e Paola Schwizer, poi Roberta Neri, manager che da ad ha condotto la quotazione di Enav, Maria Varsellona, manager di Unilever e già presidente di Nokia Technologies, Nicoletta Montella, dirigente di Ntv e prima in Tim, e l’esperta di governance Patrizia Michela Giangualano. Nessuno spazio, eccezion fatta per Caltagirone, ad altri azionisti o a loro rappresentanti. La lista, secondo il suo promotore, unisce più competenze edà «una forte spinta al rinnovamento».
Donnet, nel frattempo, va avanti per la sua strada: «Nel 2021 – dice – abbiamo raggiunto un risultato record nonostante un contesto molto sfidante». I premi lordi (+6,4%) crescono sia nel Vita sia nel Danni. L’utile balza del 63% e agli azionisti il cda proporrà in assemblea un dividendo da 1,07 euro per azione, contro gli 1,01 dello scorso esercizio. Nel mentre gli incontri che si susseguono tra Donnet e gli investitori sono positivi: «Sono molto soddisfatti di questi risultati e del piano che è ambizioso e nello stesso tempo credibile», dice. Cambiare i target a causa della guerra in Ucraina? «Oggi c’è una situazione geopolitica e umana molto preoccupante e triste ma non vedo nessun motivo di modificare il piano e gli obiettivi: sono molto fiducioso che la squadra sarà capace di portare a casa i risultati». Nel frattempo non perde di vista le acquisizioni: «La generazione di cassa nei prossimi anni ci permetterà di dedicare alle acquisizioni 3 miliardi di euro».