La Stampa, 16 marzo 2022
Tema copiato, voto 1. E scoppia un caso
Poche righe, scritte su un foglio protocollo, conclusive di un tema di italiano. E poi il voto, in rosso, impietoso: 1. Il tutto, fotografato e pubblicato su Facebook, dalla stessa insegnante, accompagnato dal commento: «Decisione difficile, ma avrà pesanti conseguenze». Adesso la professoressa – Nora Foggiato, docente di lettere all’istituto tecnico De Nicola di Piove di Sacco, nel Padovano – rischia provvedimenti seri, persino la sospensione. «Prima verificheremo i profili della vicenda e poi prenderemo le opportune decisioni. Se l’episodio dovesse essere confermato, sarei quantomeno delusa» commenta la direttrice dell’Ufficio scolastico veneto, Carmela Palumbo. L’insegnante, intanto, è stata convocata dalla preside della scuola, Caterina Rigato. Mortificata e sorpresa da tanto clamore, ha prima eliminato il post pubblicato su Facebook, per poi cancellare persino il suo profilo. Il danno, però, era stato fatto. E, nella metarealtà virtuale, non esiste un «per sempre» granitico, come quello di un post sui social. Immediatamente fotografato e rilanciato ovunque. Anche perché la docente non si era limitata a esporre al pubblico ludibrio l’anonimo studente, reo di avere copiato il tema da internet. Ma, di fronte ai primi commenti piccati di alcuni utenti, aveva risposto, riuscendo persino a peggiorare la sua posizione: «Ho forse scritto dati sensibili dell’alunno? O qualsiasi cosa possa far risalire alla sua identità?», replicava in prima battuta. Per poi rincarare: «L’alunno ha 20 anni e frequenta l’ultimo anno. Tra tre mesi dovrà affrontare l’esame di Stato e successivamente cercarsi un lavoro. Ebbene: ha copiato un tema svolto da internet. Gli errori di sintassi o di grammatica hanno valore relativo di fronte a un fatto di questa gravità. Non stiamo parlando di un adolescente fragile, ma di un adulto incapace di prendersi responsabilità».
Quando si dice «peggio la pezza del buco». Il post non è sfuggito allo sguardo vigile dei genitori degli studenti della scuola, che subito hanno sollevato un polverone. Un uragano che si è abbattuto a cascata sull’istituto e sull’ufficio scolastico territoriale. La dirigente Caterina Rigato fa sapere «di avere avviato un’indagine interna per valutare eventuali responsabilità disciplinari». Una sospensione? «Non è una decisione che compete alla scuola – precisa -, ma al provveditorato». Dal canto suo, Roberto Natale, al vertice dell’Ufficio scolastico padovano, aspetta la relazione della scuola. «Attendiamo che la scuola ci dica chiaramente cos’è successo». La condanna, in ogni caso, è unanime: «Non è opportuno sovrapporre i piani personale e professionale. Sui social non si possono diffondere informazioni di lavoro», sostiene Natale. Lo pensa anche Palumbo, direttrice regionale. «I dati relativi ai compiti in classe sono riservati. Prenderò contatti con la preside, per capire cos’è successo esattamente. Oltre alla pubblicazione della foto, l’insegnante ha aggravato la situazione, aggiungendo particolari relativi alla vita del ragazzo, rendendolo identificabile. È stata quantomeno improvvida. Faremo tutte le verifiche del caso ed eventualmente prenderemo provvedimenti».