DAGOREPORT, 15 marzo 2022
1. DAGOREPORT L’INCONTRO ROMANO TRA JACK SULLIVAN E YANG JIECHI HA MESSO IN RILIEVO UN PUNTO FONDAMENTALE: SE LA CINA NON PUÒ PERDERE IL MERCATO OCCIDENTALE, I MANUFATTI DEGLI STATI UNITI NON POSSONO PERDERE LA PRODUZIONE CINESE. E SE DEVE SCEGLIERE, LA CINA È DALLA PARTE USA (RUSSIA VALE APPENA L’80% DELL’ECONOMIA ITALIANA) 2. MA NON È FACILE METTERE A CUCCIA L’ORSO RUSSO. INTANTO XI JINPING ASSUMERÀ IL RUOLO DI MEDIATORE SOLO SE HA ALTE PROBABILITÀ DI SUCCESSO. SECONDO OSTACOLO: PUTIN NON VUOLE PASSARE PER IL CAGNOLINO DELLA CINA, QUINDI DEVE AVERE IN CAMBIO QUALCOSA PER NON PERDERE LA FACCIA BOTULINATA. E ZELENSKY OGGI COMINCIA A CEDERE: "L'UCRAINA SI RENDE CONTO CHE NON È NELLA NATO. NON POSSIAMO ENTRARCI, E DOBBIAMO RICONOSCERLO"
L’incontro di ieri a Roma tra Jack Sullivan, consigliere per la Sicurezza nazionale degli Stati Uniti, e Yang Jiechi, incaricato alla gestione delle relazioni di Pechino con gli Usa, ha spaziato sui massimi sistemi, compresa la questione Ucraina. Alla fine è risultato evidente che la Cina non pensa proprio ad assumere una posizione anti occidentale Secondo indiscrezioni dell’Intelligence, l’incontro romano ha messo in rilievo un punto fondamentale: se la Cina non può perdere il mercato occidentale, gli Stati Uniti non possono perdere un mercato, come quello cinese, che fornisce gran parte dei suoi prodotti. E se devono scegliere, tra la Russia e gli Usa, Pechino è dalla parte di Washington.
Del resto, il calcolo è semplice: la Russia vale appena l’80 per cento dell’economia italica. Mentre quella del Dragone è un colosso che ormai vale l'economia americana. Quindi, per Pechino dovrebbe essere facile mettere a cuccia l’orso russo. In teoria, perché in pratica il presidente Xi Jinping ha fatto trapelare che assumerà il ruolo di mediatore tra Putin e Zelensky solo se ha alte probabilità di successo.
Secondo ostacolo: Putin non vuole passare per il cagnolino della Cina, quindi deve avere in cambio qualcosa per non perdere la faccia botulinata; non può cedere, sarebbe la più grande sconfitta della Russia.
E oggi il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo discorso online alla Joint Expeditionary Force di Londra l’ha capito: "L'Ucraina si rende conto che non è nella Nato. Abbiamo sentito per anni parlare di porte aperte, ma abbiamo anche sentito dire che non possiamo entrarci, e dobbiamo riconoscerlo".