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 2022  marzo 15 Martedì calendario

Gli studenti stressati vanno dallo psicologo

Nove studenti su dieci vivono le verifiche, orali o scritte, con ansia e stress. E più di sei su dieci hanno avuto un attacco di panico o si sono sentiti male, fino a vomitare, prima di un compito o di un’interrogazione. E ancora: otto su dieci si sentono giudicati negativamente, come persone, dopo aver preso un voto basso. E oltre la metà afferma di provare angoscia anche quando non ci sono verifiche in arrivo. «Troppe, continue», secondo i ragazzi, come se il tempo perso con la pandemia venisse ora recuperato voracemente a forza di compiti e interrogazioni «che non lasciano altro spazio per se stessi, lo sport, il tempo libero». A raccontarlo è un’inchiesta condotta tra quasi quattromila adolescenti dall’Unione degli studenti. Quel che viene fuori, per ribaltare il titolo di un film, è che i ragazzi non stanno bene.
I numeri erano attesi, le storie meno: sotto ai questionari distribuiti in tutta Italia sono arrivati centinaia di sfoghi. Un grido d’aiuto davanti al quale l’Uds chiede anzitutto l’istituzione per legge, e non soltanto emergenziale, di «sportelli psicologici all’interno delle scuole, per aiutare chi ne ha bisogno e rompere lo stigma sulla salute mentale».
«Riteniamo fondamentale – aggiunge Luca Redolfi, coordinatore dell’organizzazione – eliminare la necessità dell’autorizzazione da parte dei genitori dei minorenni per accedere agli sportelli psicologici e potenziarli anche in orari extrascolastici ». Non l’ultima spiaggia, insomma, ma un’offerta continua e permanente, prevista più volte a settimana e con tempi più lunghi: «Dieci minuti di colloquio – dicono dall’Uds – non ci bastano».
La proposta di legge per l’istituzione dello psicologo a scuola, depositata quasi un anno fa, è ferma in commissione alla Camera e l’offerta degli sportelli di ascolto è oggi diffusa ma ridotta: il servizio è presente tutti i giorni solo nel 3,1% dei casi, dicono i ragazzi.Nel 2020 lo stanziamento per il sostegno psicologico, legato ai disagi provocati dalla pandemia, era di 40 milioni. L’anno dopo era arrivata l’indicazione, più generica, di proseguire l’esperienza utilizzando parte del fondo straordinario di 350 milioni destanti all’emergenza Covid. Quest’anno sono arrivate risorse aggiuntive ad hoc, portate però a 20 milioni.
Un monitoraggio di marzo 2021 – l’unico svolto perché previsto dal protocollo tra il ministero dell’Istruzione e l’Ordine degli psicologi non è stato rinnovato – rilevava che 5.662 scuole su 8.163 (il 70%) avessero attivato il supporto psicologico. Dopo quel report, di ufficiale non c’è stato altro. Ma le “spie” degli Ordini degli psicologi sul territorio raccontano che gli sportelli sono crollati a 2.500-3.000: la metà. Eppure adesso ce ne sarebbe più che mai bisogno perché, come recita una circolare del Miur, ai finanziamenti e dunque agli sportelli dovranno accedere anche i bambini e i ragazzi fuggiti dall’Ucraina e accolti nelle scuole.
Le storie raccolte dall’Uds raccontano però un malessere reale. Bisogna leggerle tutte, di seguito, per capire: «Sono diventata anoressica per colpa della scuola». «Mi hanno diagnosticato un disturbo bipolare a causa dello stress dello scorso anno scolastico ». «Sto perdendo tutti i capelli», «Sto malissimo, sono diventata apatica». «Ho attacchi di panico, ansia, insicurezza per i bassi voti nonostante il grosso impegno». «Ho paura di varcare il cancello, non mi sento a mio agio, sono perennemente stanca, piango tutti i giorni e mi sento un fallimento». «Non ho stimoli per studiare, per continuare la scuola, per vivere la vita».
Oggi al ministero della Salute a Roma e davanti alle scuole e alle università di Milano, Palermo, Padova, Genova il disagio si farà protesta. La organizza un network studentesco nato di recente: si chiama “Chiedimi come sto”.