la Repubblica, 15 marzo 2022
Il ritorno del fedelissimo Dell’Utri
L’ultimo intervento diretto risale a mercoledì scorso, quando ha cenato con il presidente dell’Assemblea regionale siciliana Gianfranco Micciché al ristorante Mec di Palermo subito dopo aver conversato con il presidente della Regione Nello Musumeci al Grand hotel delle Palme, nel cuore del capoluogo siciliano. Lui, però, si schermisce: «Io – dice – sono andato in Sicilia per parlare di libri. Musumeci? L’ho incontrato per caso. Micciché? È un amico, normale che vada a cena con lui».
Chi lo conosce, però, sa che, a volte nell’ombra e altre più in evidenza, Marcello Dell’Utri si muove da tempo. Dopo la condanna a 7 anni per concorso esterno che la Cassazione gli ha inflitto nel 2014, l’ex segretario diventato presidente di Publitalia e poi senatore è tornato a tutti gli effetti il messaggero di Silvio Berlusconi nella sua Sicilia ed è ancora tanto potente da aver provocato un terremoto nel partito. «La politica siciliana – obietta però l’interessato – non mi interessa più di tanto. Quella nazionale meno ancora». Sta di fatto, però, che dopo il suo ritorno in scena Forza Italia è stata costretta a cambiare in corsa il candidato su cui puntare per le Amministrative di primavera a Palermo e a modificare persino la strategia per le Regionali d’autunno. Una linea suggerita dal Cavaliere in persona, nonostante Dell’Utri minimizzi: «Berlusconi? – taglia corto – Certo che lo incontro, è un amico. Parliamo di tutto: di politica, della guerra, come si fa fra amici».
È il remake di un film già visto, la rentrée di Dell’Utri. Perché un paio di mesi fa, in pieno dibattito sull’elezione del presidente della Repubblica, da dietro le quinte aveva fatto capolino sulla scena politica anche l’altro condannato eccellente della storia recente di Forza Italia, Denis Verdini, che dai domiciliari – dove si trova per un reato più lieve, la bancarotta del Credito fiorentino – aveva suggerito proprio all’amico Marcello e a Fedele Confalonieri la strategia migliore per portare il Cavaliere fin sul Colle più alto. «Scrivo lettere, come Silvio Pellico», ironizzò poi l’ex senatore toscano.
Dell’Utri, invece, la sua pena l’ha scontata, anche se è ancora indagato a Firenze per concorso nelle stragi di Roma, Milano e dello stesso capoluogo toscano. Nonostante queste ombre sulla sua carriera politica, però, la settimana scorsa l’ex senatore è arrivato in missione a Palermo: in Sicilia, infatti, Forza Italia è dilaniata da qualche mese sulle posizioni di Micciché, che ha ufficializzato la propria candidatura alla presidenza della Regione in contrapposizione con l’uscente Musumeci, vicino a Fratelli d’Italia, e ha fatto filtrare nel frattempo l’intenzione di puntare a Palermo su un esponente dell’Udc, Roberto Lagalla. Così, mercoledì, Dell’Utri ha prima incontrato il governatore uscente: in hotel l’ex senatore ha rassicurato Musumeci sulla volontà forzista di sostenere la sua ricandidatura e poi ha anche chiamato Berlusconi per passarglielo al telefono. Poco dopo, Dell’Utri ha cenato con il suo ex allievo Micciché, da sempre plenipotenzario del partito in Sicilia: fra un antipasto e un primo nel ristorante gourmet del centro di Palermo, il presidente dell’Ars ha ascoltato dalla voce dell’ex senatore il verbo berlusconiano, che ha ribaltato di fatto la linea tenuta dal partito fino a quel punto.
L’attivismo in Sicilia, del resto, non è solo un episodio nella traiettoria recente di Dell’Utri. Chi conosce le cose forziste sa che l’ex senatore palermitano – anche facendo leva su un gruppo di fedelissimi in Sicilia e sul rapporto privilegiato con il Cavaliere – è intervenuto più volte sugli equilibri del partito da quando, nel 2019, è tornato in libertà. Bazzecole, però, in confronto a quello che le cronache degli ultimi mesi hanno registrato sul suo conto: in autunno l’ex senatore si vantò di aver tentato la mediazione con Matteo Renzi perché Italia viva sostenesse nella corsa al Quirinale il Cavaliere. Non è un mistero che negli anni della sua detenzione l’uomo di Arcore abbia versato alcuni milioni di euro sui conti della moglie di Dell’Utri. Adesso, però, il consigliori del fondatore di Forza Italia ha smesso di muoversi nell’ombra. Per entrare in scena, intanto nella sua Sicilia. Come se le condanne fossero acqua passata.