ItaliaOggi, 15 marzo 2022
Periscopio
Moriremo per essere come voi. Zelensky, presidente dell’Ucraina.
Lo disse bene papa Ratzinger: una menzogna ha sempre bisogno di essere mescolata con alcune verità per poter ingannare. È quello che sta avvenendo ora con Putin e la sua propaganda. Michele Brambilla. QN.
Il portale “Guerre nel mondo” segnala 869 guerre e guerriglie in atto in questo momento in più di 70 paesi, come lo Yemen, il Niger e il Mozambico. Non possiamo assuefarci a tutta questa violenza. Cesare Lanza. Alle Cinque della sera.
Questa guerra è stata scatenata da Putin per coprire il furto, attraverso la corruzione, a danno dei cittadini e per distogliere la loro attenzione dai problemi che esistono all’interno del Paese, la crisi dell’economia, i prezzi in aumento, la mancanza di rispetto della legge. Il presidente russo parla come il nonno ubriaco che alle riunioni di famiglia annoia tutti con le sue storielle. Alexei Navalny, l’oppositore russo di Putin, in carcere. (Carlo Valentini). ItaliaOggi.
I corridoi umanitari serviranno a far scappare chi vuole e a riorganizzare le truppe russe, spesso sbandate. Dopo, non ci sarà scampo per chi resta e i bombardieri rischiano di spianare le città. Comincerà allora, lento o rapido non sappiamo, il conto alla rovescia per la fine di Putin. La vendetta della Storia è come l’Agenzia delle Entrate: arriva tardi, ma senza misericordia. Bruno Vespa. QN.
L’Italia, dopo molti giorni di guerra ucraina, è un paese disunito, con una minoranza aggrappata all’utopia del disarmo generale e al rifiuto di condannare gli aggressori russi.Una minoranza che non è strettamente classificabile, anche se sembra prevalere un’area sindacale e di sinistra capeggiata da Landini: un uomo della cui buona fede occorre dubitare visto che chiede un intervento Onu rivelatosi impossibile proprio per l’opposizione russa. Impossibile addirittura dal 2015, quando l’Onu esaminò, su richiesta dell’Ucraina, l’idea di una forza di interposizione non europea tra russi e ucraini nel Donbass e dovette fermarsi perché sul punto la Russia esercitò il proprio diritto di veto. Domenico Cacopardo. (ItaliaOggi).
Il distretto calzaturificio marchigiano esporta l’80% nel Paese di Putin. La devastazione del “granaio d’Europa“Ucraina ha già tagliato il 10% delle razioni per gli allevamenti. Il settore dei viaggi, già messo in ginocchio dal Covid, registrerà altre perdite a causa delle rotte deviate, dei paperoni impoveriti, della paura. La crisi, come in pandemia, non sarà uguale per tutti, di certo sarà inevitabile, proprio come lo erano i sacrifici dei nostri nonni durante la seconda guerra mondiale. Ma chi sarà solo sfiorato dai guai forse dovrebbe evitare di “urlare contro il cielo“. Marcella Cocchi. QN.
La Russia potrebbe anche cedere a una Ucraina divisa in due, una che guarda a Est e una a Ovest, come avvenuto con la Germania. Ma ha bisogno di una linea di demarcazione, di un cuscinetto che parta dalle repubbliche indipendenti del Donbass fino alla Crimea e che metta in sicurezza i suoi confini. Domenico Rossi, già generale di corpo d’armata dell’Esercito Italiano, (Alessandra Ricciardi). ItaliaOggi.
L’America sta aumentando la pressione per far fornire dagli alleati armi di qualità medio-alta, nonché reparti di “volontari” internazionali, con capacità di istruttori, e ombrello satellitare che permettano alla resistenza ucraina di aumentare il costo dell’offensiva russa, senza per altro superare la linea rossa di un ingaggio diretto. Carlo Pelanda. ItaliaOggi.
Io rispetto sempre chi si mobilita per le proprie idee, specie in una fase in cui non ci si muove per nulla e ormai non ci indigna neanche più. Ma non trovo ragioni serie per sostenere l’equidistanza tra aggredito e aggressore. E su questo non ci può essere alcuna confusione. No, in realtà negli anni ’70 solo le frange estreme gridavano quelle fesserie, il sindacato non lo ha mai fatto. Bisognerebbe varare una moratoria alla demagogia. Bene ha fatto la Cisl e il Pd a rivendicare buonsenso. Ci sono ricostruzioni fantasiose, che vanno smentite: Ucraina e Bielorussia non facevano parte dell’Urss e sono nell’Onu come Stati indipendenti, esattamente come l’Italia. Il patto di Varsavia non solo non esiste più e la Polonia è membro dell’Ue e ancor prima dal 1999 della Nato. Mario Bentivogli, leader di Base Italia (Alessandra Ricciardi). ItaliaOggi.
L’Europa liberata dal nazismo conobbe allora due razze di salvatori. La razza americana che si era annunciata con chewing-gum, boogies, dollari, Hollywood e Pall-Mall. E la razza russa, cioè sovietica, che nella stremata Germania Est andava anche al bagno col kalashnikov sotto il braccio, si illudeva di fare cultura con la noiosissima Corazzata Potiomkin. Gianni de Felice. ItaliaOggi.
Persino Marx (ricordarlo fa un po’ ridere, visti gli esiti russofili e autocratici della sua dottrina) metteva in guardia l’Europa del proprio tempo dalle mire e dagl’intrighi dell’autocrazia zarista: per farlo s’adattò a collaborare con la Free Press di David Urquhart, un tory scozzese tra i più retrivi e passatisti dell’epoca (si vedano le Rivelazioni sulla storia diplomatica segreta del XVIII secolo escluse dalle edizioni canoniche di Marx, L’Erba Voglio 1978). Esattamente come oggi, e come più tardi in epoca sovietica, anche all’epoca di Marx e di Urquhart la diplomazia segreta russa finanziava partiti politici, singoli demagoghi e testate giornalistiche, indifferentemente di destra o di sinistra, gli uni e le altre strumenti di destabilizzazione e fonti di disinformazione. Diego Gabutti. (ItaliaOggi).
Probabilmente il mondo sarebbe diverso se gli Usa, rimasti soli a governare il mondo, avessero fatto un nuovo piano Marshall per salvare e riunire il sistema sovietico ma questo pensiero non fa parte della cultura degli Usa ma certamente dell’Europa che troppo spesso, però, rimane silente. L’espansione della Nato dopo la guerra nella ex-Iugoslavia, altro esempio di fallimento della politica finito in guerra, ha creato, ai confini della Russia, la percezione di un possibile rischio nella confinante Ucraina per colpa anche dell’atteggiamento aggressivo degli Usa. Fabrizio Pezzani (ItaliaOggi).
Il mio lavoro scientifico è motivato dal desiderio irresistibile di penetrare i segreti della natura e da nessun altro sentimento. Il mio amore per la giustizia e la mia volontà di contribuire al miglioramento delle condizioni umane sono perfettamente indipendenti dai miei interess scientifici. Albert Einstein: “Il lato umano. Spunti per un ritratto”, Einaudi 2005.
Uccide più la gola che la spada. Dipende da quel che si mangia. Roberto Gervaso, scrittore