Corriere della Sera, 14 marzo 2022
Tutti gli uomini dello zar Putin
Eccoli gli uomini di Putin, quelli che eseguono, con cui si consulta, che negoziano in suo nome: ex agenti del Kgb diventati imprenditori, politici, giornalisti, amici fedelissimi che devono al leader le loro immense ricchezze. Tutti compatti contro l’Ucraina e nella crociata contro l’Occidente, definito dal presidente «l’Impero della Menzogna», dove però mandano i figli a studiare.
La nomenclatura
Il ministro degli esteri Lavrov, è il negoziatore per la Russia, diplomatico, patrimonio immobiliare da 7 milioni di euro e beni per 12 milioni di euro intestati all’amante, l’attrice Svetlana Polyakova. Il presidente della commissione esteri della Duma Leonid Slutsky, amico personale di Alberto di Monaco. Reddito dichiarato: 77.000 euro, ma la figlia di 11 anni studia in un college svizzero da 88.000 euro l’anno. Dimitry Peskov, è il portavoce di Putin, l’ultima moglie, Tatiana Navka, aveva una società da 1 milione di dollari alle Isole Vergini Britanniche, poi liquidata. Gli ex Kgb: Nikolay Tokarev, oggi a capo di Transneft (dai suoi tubi passa tutto il petrolio russo); Igor Panarin, il consigliere, sostenitore della «dedollarizzazione» e dell’alleanza con la Cina, il consigliere Sergei Chemezov, ceo di Rostec Corporation. Dai Pandora Papers a Chemezov è riconducibile il vasto network di società off shore. I loro figli: tutti a studiare nelle università Usa e inglesi. Inclusi quelli dell’ex vicepresidente della Duma Sergei Zheleznyak, estensore della legge che colpisce le Ong che accettano finanziamenti esteri.
I fedelissimi
Yevgeny Prigozhin, fondatore della società privata di sicurezza Wagner (usata in Crimea, Donbass, Siria, Libia). Tre sue società accusate di ingerenza nelle elezioni Usa del 2016 e mid term del 2018. Sergei Roldugin, il miglior amico, imprenditore petrolifero. Secondo il Guardian ha riciclato 9 miliardi di dollari off shore per l’élite russa. Per i Panama papers è il custode segreto delle ricchezze di Putin. Il giornalista Vladimir Soloviev, 2 ville sul lago di Como. La fidata consigliera Margarita Simonyan, giornalista, nel 2017 per Forbes è la 52esima donna più influente del mondo. Boris e Arkady Rosenberg, costruttori di gasdotti. Rispettivamente allenatore e compagno di judo. I figli piccoli di Arkady vivono con la madre Natalja a Londra in un appartamento da 8 milioni di sterline e una villa nel Surrey da 35 milioni di sterline. Anche la figlia dell’ex sindaco di Mosca Luzhkov abita in una proprietà da 25 milioni di sterline, mentre Evgeny, figlio dell’oligarca Lebedev siede addirittura alla camera dei Lord.
Fuori dall’impero della menzogna
La nomenclatura russa disprezza l’Occidente, ma con grande gioia manda i suoi rampolli a studiare nei più prestigiosi e costosi college americani, inglesi e svizzeri. La privacy tutela i loro nomi, ma oggi gli iscritti (esclusi quelli della classe medio benestante) sono almeno un migliaio. Sarebbe un gesto coerente da parte di queste Università, figlie dell’impero della menzogna, rimandarli in Patria. È una sanzione che potrebbe spingere i loro padri a prendere posizione contro il presidente. Come sarebbe coerente per la Francia ritirare la Legion d’onore a Putin, e per il nostro Paese revocare le 30 onorificenze al merito della Repubblica conferite dal 2014 in poi (anno dell’invasione della Crimea) ai maggiorenti del regime russo. Le ultime a dicembre 2021, a un passo dalla guerra. Almeno a chi non si è pubblicamente dissociato dall’invasione russa. La Norvegia aveva conferito al ministro degli Esteri Lavrov la laurea honoris causa, il Cio il collare d’oro dell’ordine olimpico a Putin: tutto revocato il 28 febbraio.