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 2022  marzo 14 Lunedì calendario

Fabio Fognini non si ritira. Intervista

Fabio Fognini si è arreso solo all’influenza (che lo ha costretto al ritiro: avrebbe affrontato nel 2° turno il georgiano Basilashvili) ma lascia felice la California, con un nuovo primato di vittorie nel circuito per un tennista italiano: 392, meglio di Adriano Panatta. E la consapevolezza, a quasi 35 anni (il prossimo 24 maggio) di essere uomo saggio e misurato. Lui, che ha traghettato il tennis italiano all’attuale ondata di talenti emergenti, tornerà in campo a Miami, dal 21 marzo.
Fognini, si è tolto l’ultimo sfizio: 392 vittorie...
«E pensare che nemmeno lo sapevo, me l’hanno detto dopo.
Beh, inutile dire che è tanto essere comparato ai grandi del mio sport, come ovviamente è Panatta che deteneva il primato con 391: sono cresciuto davanti alla tv guardandolo…. quindi fa piacere, però…».
Ecco il però…
«Però, come sa chi mi conosce bene, io sono un tipo che guarda avanti: son contento, ovviamente, ma penso semplicemente che le statistiche sono fatte per essere superate, eguagliate: sono semplicemente obiettivi, ecco. Poi ognuno fa la sua vita e dopo il tennis c’è un’altra vita, soprattutto…».
Cosa vuol dire?
«Voglio dire che sono preoccupato per quello che sta succedendo nel mondo. Ho tre bimbi, mi chiedo che mondo vedranno. E poi mi sto perdendo la fase sicuramente più bella della loro vita, ma purtroppo è il mio lavoro».
Il papà sta prendendo il sopravvento sul tennista…
«Faccio fatica a spiegare al più grande perché mi vede poco, ora che comincia a capire le cose. Ci provo, ma non è facile. Per fortuna c’è Flavia: mia moglie mi appoggia e sa che questo sport non è eterno».
D’altra parte il tennista Fognini sta dando segni di risveglio.
«Negli ultimi mesi ho ritrovato di nuovo belle sensazioni, sono tornato a divertirmi. Il ranking non è più un problema, sono consapevole che se sto bene posso giocarmela con chiunque, su una partita secca».
Perché solo adesso?
«L’anno scorso ho giocato male per determinati motivi, ma è inutile rivangare il passato. Che dire, vado avanti con entusiasmo. Poi, quando finirà questa spia, quando si spegnerà, vorrà dire che è arrivato il momento di smettere».
Che però non è imminente.
«Ripeto: ho ritrovato lo spirito, questo fuoco dentro, soprattutto lo stare in campo e questo mi fa ben sperare».
Come anche vedere Fognini saggio: ci sarà gente che non ci crede neanche se lo vede. Ma i bad boy sono altri, ormai, nel tennis.
«No, io non dico nulla degli altri.
Speriamo solo di aver ritrovato questo star bene in campo. Poi, certo, penso alla famiglia e c’è una mia lotta interiore, iniziata con il primo bimbo: oggi alcune priorità sono cambiate. Ma Flavia mi spinge a continuare, e lei c’è passata».
Ma come vive il veterano Fognini che ha tirato la carretta del movimento azzurro, messo oggi in un cono d’ombra dai Berrettini, Sinner e gli altri fratelli?
«Ho sempre detto, sin dall’inizio, che speravo e credevo che un giorno ne sarebbero arrivati, di ragazzi: e quel giorno è finalmente arrivato. Nessuna gelosia, dunque: siamo in tanti, e mi ci metto dentro anche io perché sto competendo con i migliori e nei migliori tornei del mondo. Come dire, il Fogna non muore mai!».