Avvenire, 12 marzo 2022
Xylella, l’avanzata silenziosa
La salvaguardia degli ulivi monumentali è strategica, in un territorio ancora segnato dall’emergenza Xylella. È quanto ha annunciato ieri la Regione Puglia. «Abbiamo autorizzato gli agricoltori che possiedono le piante di ulivo monumentali a prelevare il materiale per la propagazione, le marze, e poter procedere ad innestare le piante nella propria azienda» ha reso noto noto Salvatore Infantino, dirigente dell’Osservatorio fitosanitario della Regione Puglia. Ma com’è la situazione a oggi? I controlli serrati nella zona di contenimento e cuscinetto durante tutto il 2021 hanno consentito di fronteggiare la preoccupante avanzata della batteriosi che comunque continua a manifestarsi lungo il confine del Barese. Da gennaio a dicembre dello scorso anno l’attività di sorveglianza e prevenzione svolta dall’Osservatorio Fitosanitario della Regione Puglia, con la fattiva collaborazione dell’Arif, ha individuato 146 ulivi infetti, poi abbattuti, su 225mila piante analizzate con tecniche molecolari. La suddivisione degli alberi contagiati dà l’idea di come la Xylella non molli comunque la presa: 17 ulivi contaminati sono stati trovati nella zona cuscinetto del Salento; 88 in quella di contenimento nell’agro di Fasano, Locorotondo, Alberobello, Crispiano e Martina; 40 a Monopoli e una a Polignano. «Il costante monitoraggio ci ha permesso di svolgere un’intensa attività di prevenzione per stroncare sul nascere i focolai dell’infezione – sottolinea Infantino –. Oltre ai 146 alberi infetti, ne abbiamo abbattuti altri 1.403 che si trovavano nel raggio di 50 metri da quelli intaccati dalla Xylella. Teniamo alta la guardia proseguendo con la sorveglianza rafforzata che sta portando dei risultati. È indispensabile in questa fase che tutti i soggetti pubblici e privati coinvolti riescano ad applicare le misure fitosanitarie prescritte dalla Regione, con particolare riferimento alla lavorazione dei terreni e alla esecuzione dei trattamenti con prodotti insetticidi previsti, al fine di controllare il vettore e prevenire ulteriori infezioni».
Su questo fronte già verso la fine di febbraio sono stati osservati nell’agro di Casarano i primi stadi di ’sputacchina’, l’insetto vettore della Xylella fastidiosa. La causa, secondo la Coldiretti Puglia, potrebbe essere ricercata nei cambiamenti
climatici visto che «negli anni scorsi – si legge in una nota – nella stessa località l’osservazione del primo adulto è stata effettuata rispettivamente l’11 aprile nel 2017, il 17 aprile nel 2018, il 22 marzo nel 2020 ed il 6 aprile 2021».
Il monitoraggio e i controlli rappresentano l’unica strategia per ostacolare quanto più possibile l’espandersi della Xylella, considerato che finora non è stata trovata una cura scientifica o un antidoto per debellarla. In tal senso, le associazioni di categoria sollecitano l’approvazione da parte della giunta regionale del nuovo Piano anti-Xylella 2022. Anche la tecnologia sofisticata è ora in grado di dare un apporto concreto nell’attività di prevenzione. È stato perfezionato il progetto Redox, nato da un accordo tra Dta (Distretto tecnologico aerospaziale) e Unaprol (Unione nazionale produttori olivicoli) per il monitoraggio precoce della malattia. È prevista l’elaborazione di immagini acquisite da satellite, aereo, drone e rilievi terrestri, che potranno rendere più precise ed esaustive le attività di monitoraggio. Adesso la sfida è quella di valorizzare gli ulivi monumentali. «Sono un patrimonio nazionale e non possiamo prescindere assolutamente nel piano di Recovery del Salento dalla loro valorizzazione. Sicuramente la possibilità degli innesti e le varie sperimentazioni hanno portato a risultati eccezionali» ha detto ieri nel corso di un convegno a Bari, David Granieri, il presidente di Unaprol, il Consorzio Olivicolo Italiano.