ItaliaOggi, 12 marzo 2022
Periscopio
Alcuni non imparano mai nulla dagli errori compiuti a danno dell’ambiente e sono quelli che pesano di più sul pianeta ma dobbiamo costringerli a cambiare strada, spesso le persone chiuse sono le più potenti. Gianfranco Bettin (Corriere del Veneto).
Come sempre, in economia i vari fattori di crisi si autoalimentano, si intrecciano tra di loro creando nodi particolarmente difficili da sciogliere una volta che si sono stretti. Ecco perché risulta davvero ingiustificabile l’atteggiamento della politica italiana, concentrata a guardare il proprio ombelico nei suoi rituali bizantini. Marcello Gualtieri. ItaliaOggi.
Ci sono due strade di fronte alla Russia: la prima è quella della Corea del Nord, la seconda è quella della Cina. Se prendono la prima, diventeranno sempre più autoritari, più inefficienti, più poveri e più pericolosi; ma se prendono la strada cinese come sotto Deng Xiaoping, diventeranno più ricchi e avremo una Russia più libera, più democratica e più prospera. Ken Follet, romanziere inglese. (Luigi Ippolito). Corsera.
Quando Putin parla di atomica, sa benissimo che in Europa sono disponibili atomiche tattiche che sono in grado di fargli molto male. La Russia sa che ci sarebbe una risposta. Diciamo che la minaccia di Putin fa certamente parte di una escalation dello scontro, in cui si vuole creare un clima di maggiore tensione e allarme, ma senza che questo comporti necessariamente arrivare alle conseguenze finali. Domenico Rossi, già generale di corpo d’armata dell’Esercito Italiano, (Alessandra Ricciardi), ItaliaOggi.
Solo cinque Paesi all’Onu sono dalla parte di Putin. La Cina, gattona sorniona, s’è astenuta sperando prima o poi di mangiarsi il topolino Taiwan. Bruno Vespa. QN.
L’aggressione militare di Vladimir Putin contro l’Ucraina sta imponendo ai leader dell’Ue un ripensamento radicale della costruzione europea. Se fino al 24 febbraio l’Europa poteva ancora vantarsi di essere diventata, grazie a 76 anni di pace, un modello di convivenza pacifica e democratica tra Stati, un punto di riferimento mondiale sul piano dei diritti e del welfare, oggi non è più così. La guerra in Ucraina ha messo a nudo che, oltre ai pregi innegabili, l’Unione europea manca di autonomia strategica in tre settori fondamentali: militare, energia e beni fondamentali, dalle materie prime all’alimentare. Da qui l’urgenza di un’agenda politica Ue che punti a un profondo cambiamento di rotta. Tino Oldani. (ItaliaOggi).
In guerra le storie belle e brutte vanno maneggiate con cura perché la manipolazione è in agguato e la propaganda spara emozioni come proiettili. Massimo Gramellini. Corsera.
E’ utile ricordare la preveggenza di Henry Kissinger che nel 2014 in un articolo pubblicato sul Washington Post scriveva: «Troppo spesso la questione ucraina viene presentata come una resa dei conti tra due contendenti l’Est e l’Ovest. Se l’Ucraina vuole sopravvivere e prosperare non deve essere l’avamposto della due parti ma il ponte neutrale fra di esse. Per la Russia l’Ucraina non potrà mai essere considerata come paese straniero data la sua storia». Fabrizio Pezzani (ItaliaOggi).
Mentre le nazioni dell’ex campo socialista, crollato il Muro di Berlino, sono tornate in Europa, loro collocazione geopolitica naturale, la Russia è rimasta dov’era, tra le satrapie orientali, e rimane ciò che è sempre stata: una minaccia per le società libere. Ogni tentativo d’occidentalizzarsi, da parte della Russia, è invariabilmente fallito: la magia non è riuscita a Pietro il Grande, che impose bon ton e conoscenza del francese ai suoi boiardi, e non è riuscita al partito rivoluzionario occidentalista nell’Ottocento. Kerenskij e Eltsin (o El’cin) sono stati i protagonisti di due fiaschi clamorosi. Incorreggibilmente aggressiva e controrivoluzionaria, c’è una Russia eterna che maschera la propria natura, fin dal tempo degli zar, inondando l’Europa d’imposture, menzogne e fake news. Diego Gabutti. (ItaliaOggi).
La storia insegna che arrendersi all’arroganza di Hitler, lasciandogli l’Austria e i Sudeti nel 1938, non impedì la guerra mondiale: anzi. La storia insegna che quando ci si arrende all’invasore criminale per salvare il proprio popolo, come fece in Francia il maresciallo Pétain nel 1940, si finisce con il diventare collaborazionisti e con l’usare con il proprio popolo la stessa barbarie degli occupanti. Michele Brambilla. QN.
Ho bazzicato a lungo i Paesi del Patto di Varsavia, quando giravo per il Corriere della Sera, e non ne ricordo uno dove avessi riscontrato un tratto di simpatia, di riconoscenza, di amicizia per i russi. A Berlino Est la bellissima Petra, receptionist del Berolina Hotel, non aveva altro sogno che scappare dalla oppressione del Muro: seppi poi, da un tenore italiano che cantava alla Staatsoper, che vi era riuscita nascosta nel baule di un’auto quando il Vopo di guardia era suo cugino. Stesso sogno a Varsavia per Halina Lydia, una ragazza di Gdinia, sposò un americano e cinque anni dopo la ritrovai grassissima a Miami Downtown: aveva recuperato con burro e pancakes gli anni della fame nera in Polonia. Gianni de Felice. (Italiaoggi).
Egor Gajdar (primo ministro russo nel 1992 in sostituzione di Boris Eltsin), nella prefazione al suo libro La fine dell’impero avanza una analogia tra la Russia postsovietica e la Repubblica di Weimar. Un confronto illuminante, pur tenendo conto delle debite differenze tra la Russia dopo il crollo del 1991 e la Germania dopo la disfatta del 1918, tra l’avvento del nazismo e la nascita di un potere fortemente autoritario, seppure formalmente democratico, ma attualmente in una fase caratterizzata da tendenze totalitarie. Michele Magno (ItaliaOggi).
La libertà della donna continua a fare paura all’uomo. In particolare la libertà sessuale. «Mia o di nessun altro» è il ragionamento. Ma è un retaggio di altre epoche, di altre culture. Noi oggi dobbiamo essere fermi nella difesa delle conquiste delle donne, che non sono tali per sempre, ma vanno confermate a ogni passaggio generazionale. Ricordiamoci sempre che fino al 1975 esisteva la «potestà maritale», fino al 1976 non c’era mai stato un ministro donna, fino al 1981 esisteva il delitto d’onore, fino al 1996 lo stupro era un reato contro la morale e non contro la persona.Tra qualche tempo ci stupiremo al pensiero che fino al terzo decennio del ventunesimo secolo non c’era stata una donna presidente della Repubblica o presidente del Consiglio. Aldo Cazzullo. Corsera.
L’amicizia è fatta di disinteresse. Salvo che nel momento del bisogno. Roberto Gervaso, scrittore.