Corriere della Sera, 12 marzo 2022
Zoë Kravitz, l’antidiva del cinema
La nuova Hollywood ha lo sguardo profondo e un po’ severo di Zoë Kravitz. Trentatré anni, figlia d’arte al quadrato – suo papà è il cantautore e musicista Lenny, la mamma l’attrice Lisa Bonet —, è oggi tra le interpreti guardate con più interesse, espressione riuscitissima di una nuova generazione che anche ai divi del cinema chiede più di un sorriso smagliante, trasformandoli da figurine perfette per un poster a individui tridimensionali. E tridimensionale, Zoë Kravitz, lo è senza dubbio. Al punto da ridisegnare anche l’eroina che interpreta in questi giorni sul grande schermo – Catwoman nel nuovo The Batman con Robert Pattinson – in qualcosa di più di un personaggio famoso per la tutina in latex. Oltre a compiere imprese assieme all’amico (o rivale, dipende dal momento) Bruce Wayne, la Selina Kayle (questo il nome in borghese di Catwoman) di Kravitz è un personaggio complesso e sfaccettato anche nella sessualità, volutamente non definita. «Questo è sicuramente il modo in cui l’ho interpretata, come se avesse con Anika una sorta di relazione romantica», ha detto l’attrice, confermando la bisessualità della sua eroina.
Raramente nella vita i confini dell’animo umano sono limpidi e definiti e così sta diventando anche al cinema, perfino nei blockbuster, grazie a volti e sensibilità come quelli dell’attrice e di tutta una nuova generazione di interpreti che comprende Zendaya, Elliot Page, Tom Holland o Kristen Stewart.
Nuove leve che a una stucchevole perfezione hanno preferito la ben più interessante verità. La stessa con cui Kravitz ha parlato di recente anche di un provino andato male, per un piccolo ruolo nel precedente Batman, Il cavaliere oscuro. Denunciando di non aver nemmeno avuto la possibilità di essere messa alla prova per via del colore della sua pelle.
«Essere una donna di colore, essere un’attrice e sentirsi dire che non ero in grado neanche di prendere parte alle audizioni a causa del colore della mia pelle è stato davvero qualcosa di molto difficile da affrontare in quel momento», ha dichiarato. Sollevando ancora una volta un velo su molti non detti dalle parti di Hollywood. Indipendente e forte, così l’ha definita suo padre, raccontando di come sua figlia si sia costruita una carriera tutta da sola, all’inizio nascondendo addirittura a tutti chi fossero i suoi genitori.
Il debutto al cinema arriva quindi nel 2007, mentre ancora frequentava il liceo, nel film Sapori e dissapori. Da quel momento i ruoli non mancano, come quello di Christina nella saga Divergent o l’inquietante Leta Lestrange di Harry Potter. Proprio parlando di questo personaggio, Kravitz aveva detto: «Anche i cattivi hanno qualcosa di buono e i buoni hanno le loro ombre. È importante specie per i personaggi femminili, che spesso nel cinema sono considerate figure unidimensionali, accessori degli uomini. Leta non è così. C’è una parte scura del suo passato che la insegue. Cerca di trovare il suo posto tra la luce e il buio. È tante cose insieme. Non è felice e non è triste, né buona né cattiva». Ancora una volta, è vera. E per questo Kravitz ha scelto di interpretarla.
Antieroina, nuovo modello di diva che abbatte i codici e i cliché, l’attrice si sta facendo conoscere per essere una giovane donna determinata, coraggiosa (ha parlato pubblicamente della sua battaglia contro la bulimia) e piena di talenti, che sconfinano anche nei territori artistici del padre. Oltre che attrice, Zoë Kravitz è infatti anche una cantante, leader degli Elevator Fight, band attiva dal 2009.
Amante dei tatuaggi – ne ha sparsi sul corpo 55 —, dopo un matrimonio durato 18 mesi con l’attore Karl Glusman, dallo scorso anno è fidanzata con Channing Tatum. Proprio per il lancio di The Batman, l’attore ha mandato i suoi auguri alla compagna – di cui va fierissimo e non perde occasione per farlo sapere – via Instagram, in una foto in cui sorride assieme a Jason Momoa, secondo marito di Lisa Bonet, per l’attrice una sorta di papà 2.0. «Siamo incredibilmente orgogliosi di te Zozo», ha scritto. Orgogliosi di una attrice piena di sfumature e che non si accontenta di essere una figurina.