Il Messaggero, 12 marzo 2022
Ultime sul caso della morte di Teodosio Losito
Magia nera e invocazioni alla luna, pressioni e condizionamenti al limite del ricatto. Ma anche serate stellate, tavolate di attori e vip, da Nancy Brilli e Manuela Arcuri a Ursula Andress. E ancora: un suicidio avvenuto in circostanze che non convincono a pieno il medico chiamato a constatare il decesso e il corpo che viene cremato, rendendo impossibili nuovi accertamenti. Un testamento che, per la Procura di Roma, sarebbe falso e avrebbe consentito al produttore Alberto Tarallo, patron della Ares film, di diventare erede universale del patrimonio del compagno Teodosio Losito, che si è tolto la vita nel gennaio 2019 nella villa della coppia, a Zagarolo, alle porte di Roma. I misteri della villa, diventata dimora degli artisti della scuderia Ares, sono raccontati nelle carte dell’inchiesta che vede Tarallo indagato per falso e istigazione al suicidio, anche se per questa seconda ipotesi il pm Carlo Villani ha deciso di chiedere l’archiviazione. Sono i vip, gli attori, i protagonisti del piccolo schermo a raccontare – in un’informativa della Finanza – cosa avveniva tra quelle mura. A partire dal volto di punta della Ares: Gabriel Garko. Per tutta l’Italia doveva essere Il bello delle donne e, così, per anni, ha mentito sul fatto che, in realtà, era innamorato di un uomo. «Eravamo tutte pedine di Tarallo – ha raccontato Garko al pm – decideva il bello e cattivo tempo, eravamo sotto ricatto psicologico. Già quando andai da lui, nel 1992, ero gay e Tarallo mi diceva che dovevo nasconderlo assolutamente per la mia carriera». E ancora: «Mi indusse a lasciare il mio compagno, senza impormelo ma conducendomi a tale decisione sulla base di quello che mi diceva ogni giorno». Garko ha raccontato anche delle false relazioni: «Mi fece fintamente fidanzare con Eva Grimaldi». Ha aggiunto anche altro: «Ci voleva a casa tutti insieme perché voleva il controllo totale dell’artista. La sua prerogativa era cambiare nome all’artista, decidere tutto». Una pressione definita che, per Garko, era al limite del ricatto: «Con questa storia dell’omosessualità mi ha sempre avuto in pungo. Molte volte mi ha detto che i giornali stavano per pubblicare la notizia e che lui era riuscito a bloccarla». Anche Eva Grimaldi è stata sentita: «Ho avuto delle restrizioni che a me non piacevano, ma che mi facevano comodo. Non potevo conoscere nessuno, ero chiusa come in una gabbia». Nel 2011, la decisione di lasciare: «Mi sono innamorata di Imma Battaglia. Alberto disse che non potevo, perché sarei stata attaccata e non avrei più lavorato». La Grimaldi non è stata l’unica finta fidanzata di Garko: dopo di lei era arrivata Rosalinda Cannavò, alias Adua Del Vesco. Proprio dalle parole che la giovane ha pronunciato nella casa del Gf vip nel settembre 2020 è partita l’inchiesta: aveva detto di avere praticamente vissuto in una setta satanica. Agli inquirenti, ha poi raccontato di avere trascorso anni difficili a Zagarolo: «Ho cominciato a soffrire di anoressia in quanto Tarallo mi diceva di dover dimagrire per poter svolgere il mio lavoro». In realtà, dalle chat allegate all’informativa della Finanza, emerge una storia diversa: la Del Vesco veniva trattata dalla coppia quasi come una figlia.
I RITUALI
Ecco poi il verbale choc: quello della beauty coach dei vip, Brigitte Valesch, che seguiva Losito ed era diventata sua confidente. È lei a parlare dei riti di magia nera e delle invocazioni alla luna, pratiche che avevano spaventato lo sceneggiatore. «Mi raccontò del suo ex fidanzato Sergio, suo grande amore, mi disse che morì durante una loro conversazione telefonica, stroncato da un infarto». Aveva paura che quella morte «potesse essere attribuita a dei riti di magia nera che Tarallo metteva in atto... mi confidò che aveva assistito in prima persona a dei rituali di magia nera fatti in giardino nella villa». Come l’invocazione alla luna: «Quando c’era la luna piena, spesso si inginocchiava per effettuare delle invocazioni verso di essa».
Non solo vip. La Finanza ha sentito anche il medico che, l’8 gennaio 2019, venne chiamato nella villa per constatare il decesso. Il corpo di Losito era già stato spostato sul letto. Lo sceneggiatore si sarebbe impiccato a un termosifone in bagno, «un po’ troppo basso per un ipotetico tentativo di impiccagione, considerando l’altezza del soggetto», ha dichiarato il dottore. La Finanza sottolinea che, nonostante i «dubbi sulle modalità del decesso», nessuna anomalia era stata riscontrata all’epoca. Nuovi accertamenti sarebbero impossibili: il cadavere è stato cremato.
L’informativa della Finanza è stata depositata al Tribunale del riesame che dovrà decidere se confermare il sequestro di 5 milioni di euro disposto a carico di Tarallo, per l’accusa di falso. Una contestazione che, per l’avvocato Daria Pesce, che assiste l’indagato insieme al professor Franco Coppi, è basata su una relazione grafologica «infondata, grossolana e inveritiera».