Specchio, 6 marzo 2022
Che fine ha fatto Linda Di Franco
Cantante per caso dopo aver fatto la dj a Radio Flash negli Anni 80, Linda Di Franco è da poco tornata al primo amore, la radio appunto, col progetto in streaming MXLA avviato da uno dei fondatori della storica emittente torinese. Da Los Angeles, dove vive da più di trent’anni, racconta le sue molte vite senza rimpianti e senza perdere di vista una grande passione come la cucina: «Il piatto che mi viene meglio sono i tajarin fatti a mano, da condire con burro e tartufo quando è stagione, e poi gli agnolotti coi funghi», dice rivelando inequivocabili origini piemontesi (è nata a Torino da genitori siciliani, in effetti).
La sua storia personale è legata a quel particolare mood culturale che attraversava gli Anni 80, densi di post-modernismo e di nuove ondate musicali provenienti da Oltremanica, oltre che di nuovi media che si affacciavano prepotentemente, a partire dai video che invadevano gli schermi italiani grazie ai clip programmati a nastro da Mtv: «Volevo fare la regista di video e proprio in quel periodo mi capitò, del tutto casualmente, di fare da interprete a Brian Eno a Bologna, durante una lezione che ha tenuto credo al Dams nei primi Anni 80». Musicalmente devota al David Bowie della trilogia berlinese – i tre album Low, Heroes e Lodger -, Linda Di Franco, oggi sessantunenne, nel 1984 realizzò il demo di un video girato in Super 8 e partì per Londra a caccia di un produttore, perché il suo sogno era fare la regista, e invece s’imbatté in un manager che ne fece una cantante.
«In realtà la mia carriera è durata solo un anno: ho firmato con la Wea (la casa discografica, ndr) e ho registrato un disco nello studio storico della Motown a Detroit, in America. Pensare che ho cantato davanti alla calza appesa di Aretha Franklyn... Poi sono tornata in Europa». Le toccò la strana condizione di straniera in patria, perché in Italia veniva percepita come forestiera e infatti il tour promozionale la vide insieme a Jesus And Mary Chain, Everything But The Girl e Simply Red. Pareva la partenza di una carriera di alto profilo e invece attraversò la scena come una meteora, lasciando un album e un pugno di singoli prima di cambiare un’altra volta vita e occupazione a Los Angeles, dove si era rifugiata da un’amica dopo la fine dolorosa di un amore: «Da allora ho lavorato per vent’anni nel cinema come montatrice del suono, in grosse produzioni di Sony, Warner Bros., Fox, Paramount e Disney».
Nel 2011 il divorzio dall’uomo che si era sposata nel frattempo e una nuova, brusca virata impressa alla propria vita. «Ho detto basta col cinema, che intanto aveva preso una piega che non mi piaceva per niente, parlo del tono violento e disfunzionale delle produzioni medie di Amazon e Netflix. Sono anche stata emarginata sul lavoro e sono tornata a studiare, architecture design al college, per tre anni». È stata la sua attività fino a pochi mesi fa, quando ecco che l’antico richiamo della radio ha ricominciato a suonare, più tentatore delle sirene di Ulisse, fino ad avvilupparla nel progetto della nuova radio in streaming – sito ufficiale MXLA.radio.
«La sede legale è a Los Angeles, ma la radio materialmente si trova a Milano e trasmette dallo scorso novembre». Dice di amare molto i viaggi e ricorda la sua ultima gita a Palm Spring, nel deserto californiano, in visita agli esempi di architettura new century della città da cui provengono le palme che addobbano Los Angeles. Per la legge dell’eterno ritorno, rientrerà nel cinema dalla porta principale dopo averlo abbandonato uscendo dalla finestra: «Il mio primo film è uscito nel 2018, una produzione indipendente girata a Hollywood dal titolo Interference. Ora voglio realizzarne un altro in Italia: la storia di un’americana in visita in Italia che è una dichiarazione d’amore per il nostro Paese, ispirata alla vicenda della frase dello chef Ferran Adrià quando disse: “Smetto di cucinare, vado a fare la pizza”, che nel 2000 scatenò polemiche enormi».