Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2022  marzo 10 Giovedì calendario

Periscopio

Le storie che fanno palpitare per gli aggrediti vengono giudicate con particolare diffidenza sui social, dove pullulano i putiniani di complemento (che poi sono gli antiamericani di sempre) per i quali gli ucraini hanno la grave colpa di non essersi ancora arresi. Massimo Gramellini. Corsera.



Naturalmente ogni illusione è da tempo caduta. Questa della Russia contro l’Ucraina è una lotta mortale, nella quale uno dei due contendenti, alla fine del conflitto, dovrà scomparire dalla faccia della terra in gloria del criminale dalle mani lorde di sangue ucraino e russo che siede al Kremlino. Domenico Cacopardo. (ItaliaOggi).


È difficile spiegare a Paesi rimasti per quasi 50 anni sotto il tallone sovietico che il loro futuro sarebbe stato in balìa del dittatore di turno. L’invasione dell’Ucraina, più orrenda di ogni previsione, ne è la tragica conferma. Putin sa che la meravigliosa debolezza dell’Occidente (come si addice alle democrazie) è di non attaccare mai per primo. Era immaginabile abbattere con un missile polacco la torre del Cremlino? Eppure, per non esagerare, la Nato si era tenuta fuori da Ucraina, Moldavia e Georgia. La conferma data da Putin al cancelliere tedesco Scholz che la tregua sarà possibile solo a patto della resa di Kiev autorizza le previsioni più fosche. Bruno Vespa. QN.


I tedeschi, in maggioranza, sono convinti che Frau Merkel, 67 anni, avrebbe gestito meglio il rapporto con Putin. Il 51 per cento vorrebbe che l’ex Cancelliera fosse richiamata in servizio per incontrare a tu per tu l’ultimo Zar, secondo un sondaggio pubblicato dalla Bild Zeitung. Il 37 per cento è contrario. Adesso comunque sarebbe troppo tardi. Da pragmatica, quella che fu la signora più potente al mondo (per la rivista Forbes), ha sempre sostenuto che un politico i problemi dovrebbe evitarli, vederli in anticipo. Dopo si può tentare solo di mettere insieme i cocci. Roberto Giardina. (ItaliaOggi).


Gli errori della Ue sono almeno due: non essersi dotata di una difesa comune e di forze armate proprie che diano peso a una strategia politica. E non aver messo in campo una politica energetica di maggiore autonomia dalla Russia. Domenico Rossi, già generale di corpo d’armata dell’Esercito Italiano, (Alessandra Ricciardi), ItaliaOggi.


Secondo i sondaggi russi, l’appeal di Putin è in caduta da tempo. Era l’87% nel 2014, sceso al 63% prima dell’invasione ucraina, ora sotto il 50%. Ma c’è chi ritiene questo dato falsato all’insù. «Il reale consenso di Putin – dice il sociologo russo (ma insegna a Praga), Denis Bilunov- si aggira non oltre il 25% e sullo sfondo di questo calo, il leader russo ha deciso di passare dal modello di democrazia di facciata a quello di autocrazia. Non sappiamo di preciso cosa lo abbia portato a compiere questo salto, ma penso che la guerra sia destinata a rimanere un tentativo senza successo di far rafforzare i suoi consensi». Carlo Valentini. (ItaliaOggi).


L’Ucraina creata da Lenin ma legata alla Russia ha dato i natali , oltre a Lenin, a Kruscev ed a Breznev, mantenendo una forte integrazione nel sistema sovietico. La caduta del muro di Berlino e il disfacimento dell’impero russo ha creato potenziali conflitti in paesi alla riconquista della loro identità e l’Ucraina, tra questi, ha dovuto cominciare a fare i conti con le sue etnie diverse tra parte occidentale (cattolica e di lingua ucraina) e quella orientale, russa- ortodossa e di lingua russa. Fabrizio Pezzani (ItaliaOggi).


Lo stiamo vedendo in queste ore, con l’Ucraina invasa dai blindati di Vladimir Putin. Si delinea infatti il disegno di un anacronistico quarto impero russo territoriale con ambizioni egemoniche europee, che con un termine in cui geografia e ideologia si fondono può essere chiamato "eurasiatico". Di contro a questa prospettiva, inquietante per i suoi aspetti militari esterni e involutivi interni, data anche l’attuale ripresa del mito di Stalin come artefice della grande potenza russa, non si può escludere una complessa prospettiva opposta: una disgregazione dell’odierno assetto federativo della Russia, come effetto di una stagnante politica autoritaria. Del resto, la storia è piena di eterogenesi dei fini. Michele Magno (ItaliaOggi).


Per comprendere la crisi ucraina ed esorcizzare lo spettro di una seconda guerra europea dopo quella per il Kosovo, 1998, bisogna partire dall’Italia. Bisogna risalire a vent’anni fa. Capo del governo Silvio Berlusconi. Fu lui il padrone di casa di un summit a Pratica di Mare. Da una parte i leader della Nato e dall’altra Vladimir Putin, che solo tre anni prima era stato investito della successione da uno stanco Boris Eltsin, il liquidatore dell’Unione Sovietica. Ne venne fuori un documento storico. Suonava a epitaffio della guerra fredda. Ma soprattutto conteneva una visione grandiosa. Quella che aveva animato Berlusconi: un’integrazione più profonda della Russia post-comunista. Un altro ancoraggio all’Europa libera, dopo che nel 1997 era stata accolta nel G7, ribattezzato G8. Ebbene in quel maggio del 2002 sembrava avessimo guadagnato un nuovo amico. E allora chiediamoci: possibile che sia proprio lui a minacciare la nostra sicurezza? Ahinoi sì. Cesare De Carlo. QN.


Le cause della mancata fiducia degli italiani nei confronti della magistratura? Nando Pagnoncelli (Ipsos) dice: «La maggioranza attribuisce il calo di fiducia ai tempi lunghi della giustizia (24%), alla presenza di magistrati politicizzati (18%) o corrotti (17%), oppure a sentenze discutibili (16%), mentre solo il 10% ritiene che ci sia una campagna denigratoria nei confronti dei magistrati». Quadro catastrofico. Che stride con la totale impunità delle toghe. E certifica come una minoranza di procuratori disinvolti (eufemismo) abbia fatto danni incalcolabili ai tre poteri dello Stato: legislativo, esecutivo e, appunto, giudiziario. Ma ora la Consulta affida agli italiani la possibilità di rimediare. E lo fa proprio mentre ricorre il trentennio di Tangentopoli. Se non è la nemesi perfetta, poco ci manca. Massimo Donelli. QN.


Restiamo il paese con meno laureati in Europa dopo la Romania... Non solo, ma i ceti bassi continuano ad avere molte meno possibilità di laurearsi dei ceti alti. I paladini della scuola democratica e progressista, grazie alle storiche battaglie «contro la selezione», sono riusciti a regalarci uno dei sistemi più selettivi dell’occidente. Congratulations…. Luca Ricolfi, autore de: “Il danno scolastico”, la Nave di Teseo (Alessandra Ricciardi). ItaliaOggi.


Non loderò mai abbastanza l’impotenza che mi tiene lontano dalle tentazioni e non mi fa perdere tempo. Roberto Gervaso.