Anteprima, 2 febbraio 2022
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Biografia di Adriano Merlo
Adriano Merlo (1950-2022). Grafico. Aveva frequentato il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma e si era poi subito dedicato alla grafica anche pubblicitaria. Negli anni tra il 74 e il 75 era stato in Somalia come grafico al servizio dello Stato, per poi tornare in Italia all’Ora di Palermo e poi al Tirreno e anche all’Europeo. Poi, per anni, fu a Repubblica. «La sua scomparsa mi ha fatto tornare in mente i primi anni di Repubblica quando il servizio grafico era diretto da Franco Bevilacqua. Merlo arrivò qualche anno dopo. Praticamente me lo presentò Enrico Filippini, un geniale intellettuale prestato al giornalismo. Era capitato che per qualche giorno fosse toccato a lui occuparsi della messa in pagina, ma l’incombenza era stata alleggerita dalla presenza di un nuovo grafico: Adriano Merlo. “È bravissimo”, mi disse più o meno Filippini. Bisognava mettere in pagina un articolo di Giuliano Briganti, il nostro grande critico d’arte di allora, su una mostra che riguardava, se non ricordo male, i Le Nain. Bene. Adriano evitò di corredare l’articolo riproducendo i dipinti per intero e puntò invece su alcuni particolari ingranditi. L’effetto fu notevole. Da allora diventò un punto di riferimento per le pagine culturali. Disegnò e poi curò il supplemento Mercurio, che Nello Ajello diresse tra l’89 e il ’91. Guardava molto gli illustratori americani a giudicare dai libri che teneva vicino alla scrivania e degli americani gli piacevano le jeep che comprava e restaurava, curandole nei particolari. Le jeep che ci avevano liberato dopo la guerra. Non aveva un carattere facile e se si impuntava era capace di mantenerlo, il punto, senza arretrare. Non volle mai fare l’esame per diventare giornalista professionista e questo in qualche modo lo danneggiò sul piano economico. Ma era fatto così, un simpatico e bravissimo professionista. E un esemplare bastian contrario» [Mauri, Rep]. Era da tempo malato.