9 febbraio 2022
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Biografia di Mark Spitz
Mark Spitz, nato a Modesto (California), il 10 febbraio 1950 (72 anni). Ex nuotatore statunitense. Specialità: 100 e 200 metri stile libero; 100 e 200 metri farfalla. Nove ori, un argento e un bronzo in due edizioni delle Olimpiadi, 1968 (quattro medaglie) e 1972 (7 ori, record battuto solo da Michael Phelps nei Giochi di Pechino 2008). «Per l’opinione pubblica Spitz è tuttora il nuotatore più conosciuto di ogni epoca; il primo ad aver dimostrato che per mezzo della fama acquisita con i successi in uno sport esclusivamente olimpico e non professionistico era possibile costruire una propria immagine permanente dalla quale ricavare anche guadagni cospicui. È il nuotatore noto per aver vinto sette medaglie d’oro alle Olimpiadi del 1972. Spitz aveva, del resto, già vinto due medaglie d’oro in prove di staffetta, più una d’argento e una di bronzo individuali nell’edizione del 1968 di Città del Messico (dove tuttavia ottenne molto meno di quanto il pronostico gli accreditava). Il suo medagliere complessivo a livello individuale, composto da quattro medaglie d’oro, un argento e un bronzo, è anche, in senso assoluto, il più cospicuo di ogni tempo» (Gianfranco e Luigi Saini, Enciclopedia dello Sport, Le Garzantine, 2005).
Vita Nato in una famiglia ebrea, primo dei tre figli di Arnold, di origini ungheresi, e Lenore Sylvia, di origini russe. Quando Mark aveva due anni, la famiglia Spitz si trasfesce a Honolulu, alle Hawaii. Lì inizia a nuotare sulla spiaggia di Waikiki. «Avresti dovuto vedere quel ragazzino precipitarsi nell’oceano. Correva come se stesse cercando di suicidarsi» (la madre al Time nel 1968). All’età di sei anni, torna con la famiglia in California, a Sacramento, e inizia a gareggiare nel club di nuoto locale • «Fu mio padre Arnold ad instillarmi il killer istinct Io non so se papà abbia mai detto sul serio la frase passata alla leggenda, “Nuotare è nulla, vincere è tutto”, però la sua era una filosofia vincente. La mia bravura, forse, è stata accettare la responsabilità del successo. Un tema interessante» (a Gaia Piccardi) • «Ero magro e non ero un fan della palestra e dell’allenamento con i pesi. Con le metodologie di oggi, sono certo che avrei avuto un corpo più muscoloso» (a Sergio Arcobelli) • «Da bambino cercavo di emulare Don Schollander, a fianco del quale ho nuotato nelle Olimpiadi di Tokio nel 1964. Aveva quattro anni più di me, vinse 4 medaglie d’oro. Mi sono allenato e ho nuotato contro di lui che era il migliore al mondo, ma ogni anno io ero in crescita e quando ho battuto il suo record mondiale ha smesso di essere il mio idolo» (a Massimiliano Castellani) • «Era già uno dei migliori nuotatori del mondo ad appena quindici anni, e a sedici vinceva il suo primo titolo nazionale in una gara che sarebbe diventata un suo cavallo di battaglia: i 100 metri farfalla. Nel 1966 si avvicinò a 4 decimi di secondo dal limite mondiale nei 1.500 metri stile libero, una distanza che tuttavia in seguito avrebbe completamente abbandonato. Il punto cruciale della sua carriera è certamente costituito dall’Olimpiade di Città del Messico, dove Spitz arrivò sullo slancio di una serie impressionante di primati e vittorie. Era considerato quasi imbattibile in delfino e tra i favoriti nei 100 metri stile libero; inoltre aveva praticamente garantite 3 medaglie d’oro nella staffetta. Non resse però alla pressione, che gli veniva anche dalla manifesta ostilità degli atleti della squadra statunitense. Nei 100 metri farfalla Doug Russell, un solido texano che Spitz aveva battuto dodici volte consecutive nei tre anni precedenti, lo infilò a sorpresa negli ultimi 10 metri relegandolo al secondo posto. Nei 200 metri farfalla finì ottavo e staccatissimo, mentre il veterano Carl Robie andava a prendere l’oro. Dopo la delusione di Città del Messico Spitz, abbandonata la California, si trasferì a Bloomington, sede di una piccola ma famosa università dell’Indiana. A Bloomington trovò in Doc Counsilman la guida più adatta per temprare il suo carattere e rimarginare le ferite, e i risultati non tardarono ad arrivare. Nel 1972, alle selezioni preolimpiche di Portage Park, vinse quattro gare individuali, battendo 5 primati del mondo (un massimo storico per una singola manifestazione fino ai Mondiali del 2003, in cui Phelps ne migliorò 6). Alle Olimpiadi di Monaco arrivò la consacrazione: primo nei 100 e 200 m stile libero, 100 e 200 m farfalla e nelle tre staffette (4x100 m, 4x200 m e mista), battendo il record del mondo in ciascuna gara. Nella carriera di Spitz i primati del mondo hanno ricoperto un ruolo fondamentale, avendone superati più di chiunque altro in condizioni e su distanze olimpiche. Tra record migliorati ed eguagliati il suo totale è di 29 con la seguente ripartizione: 3 nei 100 m stile libero, 4 nei 200 m stile libero, 3 nei 400 m stile libero, 10 nei 100 m farfalla e 9 nei 200 m farfalla. Ha inoltre ottenuto 7 primati del mondo in staffetta e ha sfiorato anche quello dei 1500 m. Un solo altro nuotatore, Johnny Weissmuller, ha ottenuto record nello stile libero dai 100 ai 400 m. Spitz ha battuto record nelle due specialità dello stile libero e della farfalla su ben 5 diverse distanze olimpiche di gara» (Enciclopedia dello Sport, cit.) • Si è ritirato nel 1972, a 22 anni. «L’ho fatto semplicemente perché all’epoca non esisteva il concetto di professionismo nello sport olimpico, perciò non potevo campare nuotando. E poi avevo bisogno di finire i miei studi e di lavorare. Allora, comunque, non era molto comune come lo è oggi, continuare a nuotare dopo i 22-23 anni» • «Io credo nel destino e penso che facesse parte della mia storia. Il primo record del mondo, nei 400 stile, l’ho fatto a 17 anni. A 22 mi ero già ritirato. Erano passati appena 5 anni. Sono convinto che il mio più grande talento sia stata proprio l’efficienza, più che le medaglie. In carriera ho partecipato a 75 gare, facendo 35 record del mondo: circa la metà delle volte che sono entrato in acqua, cioè, ho battuto un primato. Volevo vincere!» (a Gaia Piccardi) • Nominato Nuotatore dell’anno nel 1969, 1971 e 1972 dalla rivista statunitense Swimming World Magazine, fu inserito nella International Swimming Hall of Fame nel 1977 • Dopo il ritiro ha tentato senza grande successo la carriera nel mondo dello spettacolo. Ha debuttato il 5 ottobre 1972 in uno speciale di Bob Hope. Nel 1973-74 è apparso al The Tonight Show Starring Johnny Carson e al The Sonny and Cher Comedy Hour. Ha recitato tra l’alltro nella serie tv Emergency! e ha partecipato a The Dean Martin Celebrity Roast nel settembre 1973. Nel 1985 ha recitato nel film tv Challenge of a Lifetime, poi è gradualmente sparito dalla televisione • A 41 anni è tornato in vasca per cercare di qualificarsi alle Olimpiadi di Barcellona 1992: il produttore cinematografico Bud Greenspan gli ha offerto un milione di dollari in caso di riuscita nell’impresa. Non è riuscito, restando due secondi sotto il tempo necessario per qualificarsi. «In quel momento nessuno ci aveva mai provato, mentre in passato c’erano stati atleti che erano tornati a gareggiare a quarant’anni, con tempi migliori di quando ne avevano 20. È stata una sfida interessante provare a qualificarmi per i Giochi di Barcellona, ho ricominciato a curare il fisico e la mia preparazione. Stavo bene e poi devo ammettere che i soldi che mi offrirono, hanno rappresentato un buon 50% delle motivazioni per ricominciare» (a Massimiliano Castellani) • Ha una società immobiliare e una di telecomunicazioni • Ancora oggi è testimonial di Arena, marchio che contribuì a lanciare con Host Dassler nel 1973 • Il 4 settembre 2019, nel giorno dell’anniversario del settimo oro ai Giochi di Monaco ’72, ha rivelato di avere un’aritmia cardiaca: «Dopo aver gareggiato a certi livelli, non lo avrei mai immaginato».
Amori «Sui capelli di Spitz, lunghi in modo inusuale, in un’era in cui cuffiette e silicone non erano ancora in voga, e sul suo sorriso, venne costruito il mito del playboy hollywoodiano, che lui stesso contribuì ad alimentare con dichiarazioni ad hoc. “Non mi va di avere una ragazza fissa, voglio conoscerne parecchie” Almeno finché, nel 1973, non si sposò e si mise tranquillo» (Bruno Giurato). Dalla moglie Suzy Weiner, ex modella, ha avuto due figli, Matthew (1981) e Justin (1991) • Nel 2004 Novella Calligaris ha raccontato che, ai tempi delle Olimpiadi di Monaco, s’era invaghita di Spitz: «Tutto cominciò perché lui, con sette ori al collo, la notò: “La sorpresa non sono io, ma quella piccola italiana”. Per la verità la Calligaris lo aveva visto la prima volta nel 1968, all’Olimpiade di Città di Messico: aveva 13 anni, lui diciotto. “Bello e impossibile. Anche un po’ antipatico, perché si aggirava nel villaggio senza degnare nessuno di uno sguardo”» (Roberto Perrone).
Politica «Fui invitato alla Casa Bianca da Gerald Ford, nel frattempo c’era stato il Watergate e Nixon si era dimesso. Mi raccontarono che la nuova amministrazione trovò nello studio ovale un memo dimenticato, scritto a mano dall’ex presidente, che diceva: ma Spitz è repubblicano? Non lo sono ma diventai molto amico di Ronald Reagan».
Baffi Noto anche per i baffi, che oggi non porta più. Se li fece crescere come segno anche di ribellione, in un’epoca in cui i nuotatori iniziavano a radersi tutti i peli del corpo • «Alla vigilia delle Olimpiadi di Monaco ero molto indeciso sul tagliarli o meno. La sera prima dell’esordio olimpico andai in piscina per un ultimo allenamento: quella sera la vasca era riservata agli atleti della nazionale russa, che però non mi negarono una breve nuotata. Quando uscii dall’acqua tutti iniziarono a chiedermi se con quei baffi non andassi più lento. Dissi che, al contrario, aiutavano molto la mia respirazione perché l’acqua scivolava via e non entrava in bocca. Un anno dopo, tantissimi nuotatori russi se li erano fatti crescere...».» (ad Andrea Bianchini)
Curiosità Tiene le medaglie in banca. «Da Monaco le ho riviste tre volte: quando un giornale francese mi chiese di fotografarle e quando i miei figli hanno compiuto sette anni. Li ho fotografati tra i trofei, un mio vezzo» (a Gaia Piccardi).